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Diabete, alleanza tra specialisti per proteggere i reni dei pazienti

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Durante il congresso della Sid, un gruppo di lavoro composto da diabetologi e nefrologi ha presentato un documento incentrato sulla relazione tra la malattia metabolica e le patologie renali 

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Nefrologi e diabetologi uniscono le forze per difendere la salute dei reni delle persone con diabete. Collaborando assieme, gli specialisti hanno redatto il documento “Storia naturale della malattia renale nel diabete e trattamento dell’iperglicemia nei pazienti con diabete di tipo 2 e ridotta funzione renale” e lo hanno presentato durante il congresso della Società Italiana di Diabetologia (Sid), a Riccione. Il professor Giuseppe Pugliese, coordinatore del gruppo di lavoro, spiega che il testo si concentra sugli aspetti della malattia renale nel diabete che, negli ultimi anni, hanno visto le maggiori novità. "L'aumento dell'escrezione urinaria di albumina, da sempre considerata il primo segno di danno renale, si osserva con minore frequenza, probabilmente per effetto dei progressi del trattamento”, rileva l’esperto. “Tuttavia, la riduzione della funzione renale fino all'insufficienza può manifestarsi anche in assenza o indipendentemente". Per effettuare screening e diagnosi accurate della malattia renale diabetica è dunque sempre necessario misurare i livelli di creatinina nel sangue e stimare il filtrato glomerulare.

Il legame tra diabete e malattie renali

Tra diabete e malattie dei reni esiste un legame che non può essere trascurato: la patologia metabolica rappresenta la prima causa di insufficienza renale nel mondo e causa tra il 25 e il 40% dei casi di dialisi a livello globale. In Italia, il 40% dei diabetici sviluppa un certo grado di malattia renale e il 5% arriva alla dialisi. Alla nefropatia è associato un rischio cardiovascolare piuttosto elevato.

La dichiarazione del presidente Sid

Negli ultimi anni, alle terapie già esistenti si sono affiancati dei farmaci in grado di proteggere i reni e il cuore: oltre agli ACE-inibitori e ai sartani, si è diffuso anche l’utilizzo di agonisti recettoriali di GLP-1 e di inibitori di SGLT-2. Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid), spiega che l’iniziativa del gruppo di lavoro è finalizzata a diffondere una visione aggiornata degli aspetti di una complicanza mutevole e difficile da controllare in maniera efficace.