La gentilezza può aiutare i pazienti cardiofobici a sentirsi meglio

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Per superare la propria condizione, chi soffre di cardiofobia non ha solo bisogno di terapie adeguate, ma anche del supporto emotivo delle altre persone 

Una delle possibili conseguenze di un evento cardiaco è la ‘cardiofobia’, cioè la paura di perdere la vita a causa di un infarto o di un’altra grave patologia dell’apparato cardiocircolatorio. Questa condizione può portare a guardare con timore all’aumento della frequenza cardiaca che si verifica durante l’attività fisica e spingere a un monitoraggio compulsivo delle proprie condizioni di salute. Oltre alle specifiche terapie, anche la gentilezza delle altre persone può aiutare chi soffre di cardiofobia a sentirsi meglio. Lo ha dimostrato una ricerca dell’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, pubblicata su Qualitative Research in Sport, Exercise and Health.

L’importanza della gentilezza

Samantha Meredith, l’autrice dello studio, spiega che i pazienti cardiopatici necessitano del supporto emotivo delle altre persone. Per stare meglio, devono parlare dei loro sentimenti ed evitare di nasconderli per paura di essere etichettati come malati (azioni piuttosto comune soprattutto tra i pazienti di sesso maschile). La ricerca ha dimostrato che la riabilitazione cardiaca può aiutare le persone a ritrovare il benessere emotivo: la gentilezza e il calore fornito da infermieri e fisioterapisti può rivelarsi fondamentale per superare una situazione così difficile.

I risultati dello studio

Gli autori della ricerca hanno deciso di presentare i risultati ottenuti come tre storie ‘romanzate’ basate sui tipi più comuni di trauma emotivo osservati in pazienti cardiopatici nell’arco di un anno. Utilizzando questo stratagemma, hanno spiegato che in molti casi le persone faticano ad accettare di essere un po’ più vulnerabili in seguito a un grave episodio cardiaco. Altri pazienti non riescono a staccare gli occhi dal monitor della frequenza cardiaca mentre si dedicano a un allenamento leggero, terrorizzati all’idea che il battito del loro cuore possa aumentare anche solo di poco. In questo caso, la cardiopatia può rendere l’esercizio fisico un vero e proprio incubo. Un ultimo caso descritto dagli autori dello studio è quello dei pazienti che riescono ad accettare l’esperienza emotiva e continuano a lottare con le implicazioni fisiche della malattia.

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