Secondo una ricerca pubblicata su Cell Host & Microbe condotta dall'Università della Georgia, una dieta arricchita da un supplemento di inulina avrebbe mostrato effetti positivi contro la crescita di peso indotta da una dieta ricca di grassi
Fra i benefici delle fibre per l'organismo andrebbe aggiunto anche quello di contribuire alla prevenzione dell'obesità e della sindrome metabolica: due fattori spesso correlati l'uno all'altro. Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Cell Host & Microbe ed effettuata dall'Università dello stato della Georgia (Usa), che in particolare ha testato i benefici dell'inulina, una fibra solubile che riesce a ripristinare la normale flora batterica intestinale.
Il metodo
Per giungere alle loro conclusioni gli studiosi hanno sottoposto per 4 settimane dei topi a una dieta arricchita da inulina, presente in natura in alcuni ortaggi (nel topinambur, nella scorzonera , nei cuori di carciofo, nell’indivia belga, nell’aglio, nel porro, nelle cipolle, negli asparagi, nelle banane e nella segale) e disponibile anche come integratore alimentare. Al termine dell'esperimento i roditori cui sono state somministrate le fibre sono riusciti a prevenire la sindrome metabolica innescata da una dieta ricca di grassi. Questa sindrome comprende una serie di sintomi collegati all'obesità come alti livelli di zuccheri, trigliceridi e colesterolo nel sangue. La combinazione di questi fattori espone a maggiori rischi d'infarto, ictus e diabete. Non è tutto: infatti, il supplemento di inulina nella dieta ha ridotto la crescita di peso e ridotto l'obesità indotta dall'alimentazione ricca di grassi. Risultati notevolmente superiori rispetto a quelli riscontrati nel caso di altri tipi di fibra, di cellulosa non solubile.
Le responsabilità dei cibi raffinati
Precedenti studi avevano già appurato come cibi raffinati (come la farina 00, più povera di fibre) e ricchi di grassi fossero responsabili della riduzione della flora batterica del fegato, a sua volta responsabile dell'insorgenza della sindrome metabolica. Quest'ultima ricerca ha invece riscontrato come l'introduzione dell'inulina nella dieta, aiuterebbe a ristabilire la salute del fegato. Più nel dettaglio, l'inulina stimolerebbe la produzione di interleuchina 22, una proteina importante per la protezione delle cellule epiteliali del microbiota. "Questi risultati contribuiscono alla comprensione dei meccanismi alla base dell'obesità indotta dalla dieta e offrono uno sguardo su come le fibre fermentabili possano promuovere una migliore salute", ha commentato uno degli autori, il professor Andrew Gewirtz. Le maggiori concentrazioni di inulina nei cibi sono riscontrabili in porri, aglio, cipolle, segale, topinambur e banane.