Tumore al seno, l'attività fisica dopo la malattia aiuta il cervello

Salute e Benessere
Meno di 15' di attività fisica al giorno possono accelerare la "ripresa cognitiva" delle donne colpite da tumore al seno (Archivio Fotogramma)
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Uno studio pubblicato sulla rivista Cancer analizza gli effetti benefici dell'esercizio sulle capacità cognitive, rallentate dopo la patologia e i relativi trattamenti

Incontrare difficoltà cognitive dopo essere state colpite da un tumore al seno è naturale. Ma basterebbero 100 minuti di attività fisica alla settimana, meno di un quarto d'ora al giorno, per far "ripartire" il cervello è arrivare fin quasi a raddoppiare la velocità di elaborazione delle informazioni. Lo sostiene uno studio della University of California San Diego School of Medicine, pubblicato sulla rivista Cancer.

Gli effetti dei trattamenti

Le donne che che manifestano problemi cognitivi dopo un tumore e i relativi trattamenti arrivano fino al 75% del numero totale. Ma adesso anche per loro si apre una nuova possibilità, grazie alla ricerca pilota condotta negli Usa presso la University of California San Diego, su un campione di 87 donne dall'età media di 57 anni. Lo studio è durato 12 settimane e ha visto le donne divise in due gruppi separati: il primo ha fatto attività fisica (monitorata anche attraverso dispositivi indossabili), l'altro si è limitato a seguire un'alimentazione controllata e a ricevere informazioni sulla salute.

I due test

Le abilità cognitive del campione sono state misurate con due differenti test: il Nih Toolbox Cognition Domain (che si svolge al computer) e il Patient Reported Outcomes Measurement Information System, che si basa sull'autosegnalazione da parte delle pazienti. Ciò che è emerso è che le donne che avevano svolto esercizio fisico riscontravano un miglioramento nella velocità di elaborazione delle informazioni - che misura quanto velocemente le stesse possano essere assunte e utilizzate - quasi doppio rispetto alle altre. Nelle malate che avevano ricevuto la diagnosi da meno di due anni, inoltre, le probabilità di miglioramento erano fino a quattro volte maggiori.

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