“Questo è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci", ha aggiunto il Pontefice durante l'Angelus
"Pensiamo alle guerre e ai conflitti: quasi sempre c'entrano la brama di risorse e ricchezze. Quanti interessi ci sono dietro a una guerra! Di sicuro uno di questi è il commercio delle armi. Questo commercio è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci", ha detto Papa Francesco all'Angelus. (UCRAINA: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI – LO SPECIALE)
Papa Francesco: “La cupidigia è una malattia che distrugge le persone”
"È una situazione molto comune, problemi simili sono ancora all'ordine del giorno: quanti fratelli e sorelle, quanti membri della stessa famiglia purtroppo litigano, e magari non si parlano più, a causa dell'eredità!", il Pontefice è partito da queste parole per arrivare "alla radice delle divisioni causate dal possesso delle cose", e chiedersi: "Che cos'è la cupidigia? È l'avidità sfrenata di beni, il volere sempre arricchirsi. È una malattia che distrugge le persone, perché la fame di possesso crea dipendenza". Per il Pontefice, "soprattutto chi ha tanto non si accontenta mai: vuole sempre di più e solo per sé. Ma così non è più libero: è attaccato, schiavo di ciò che paradossalmente doveva servirgli per vivere libero e sereno. Anziché 'servirsi' del denaro, diventa 'servo' del denaro". Ma secondo Francesco, "la cupidigia è una malattia pericolosa anche per la società: a causa sua siamo arrivati oggi ad altri paradossi, a un'ingiustizia come mai prima nella storia, dove pochi hanno tanto e tanti hanno poco".
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“Il commercio di armi è uno scandalo, non possiamo rassegnarci”
"Pensiamo anche alle guerre e ai conflitti - ha osservato - quasi sempre c'entrano la brama di risorse e ricchezze. Quanti interessi ci sono dietro a una guerra! Di sicuro uno di questi è il commercio delle armi. Questo commercio è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci". "Gesù oggi ci insegna che, al cuore di tutto questo, non ci sono solo alcuni potenti o certi sistemi economici: c'è la cupidigia che è nel cuore di ciascuno", ha proseguito. "E allora proviamo a chiederci - ha detto ancora il Papa - come va il mio distacco dai beni, dalle ricchezze? Mi lamento per ciò che mi manca o so accontentarmi di quello che ho? Sono tentato, in nome dei soldi e delle opportunità, di sacrificare le relazioni e il tempo per gli altri? E ancora, mi capita di sacrificare sull'altare della cupidigia la legalità e l'onestà?". "Ho detto 'altare' perché i beni materiali, i soldi, le ricchezze possono diventare un culto, una vera e propria idolatria", ha avvertito. "Perciò Gesù ci mette in guardia con parole forti. Dice che non si possono servire due padroni, e - stiamo attenti - non dice Dio e il diavolo, oppure il bene e il male, ma Dio e le ricchezze", ha aggiunto.
“Servirsi delle ricchezze, non servire la ricchezza”
"Servirsi delle ricchezze sì; servire la ricchezza no: è idolatria, è offendere Dio. E allora - potremmo pensare - non si può desiderare di essere ricchi? Certo che si può, anzi, è giusto desiderarlo, è bello diventare ricchi, ma ricchi secondo Dio! Dio è il più ricco di tutti: è ricco di compassione, di misericordia. La sua ricchezza non impoverisce nessuno, non crea litigi e divisioni. È una ricchezza che ama dare, distribuire, condividere". Per il Papa "accumulare beni materiali non basta a vivere bene, perché - dice ancora Gesù - la vita non dipende da ciò che si possiede. Dipende invece dalle buone relazioni: con Dio, con gli altri e anche con chi ha di meno". "Dunque, ci chiediamo - ha invitato - io, come voglio arricchirmi? Secondo Dio o secondo la mia cupidigia? E tornando al tema dell'eredità, quale eredità voglio lasciare? Soldi in banca, cose materiali, o gente contenta attorno a me, opere di bene che non si dimenticano, persone che ho aiutato a crescere e maturare?". "La Madonna ci aiuti a capire quali sono i veri beni della vita, quelli che restano per sempre", ha quindi concluso introducendo la preghiera mariana.