Covid, inchiesta sull'acquisto di mascherine dalla Cina: otto indagati

Lazio

L'indagine riguarda le commesse per i dispositivi di protezione comprati durante la prima fase della pandemia. Eseguiti due provvedimenti di sequestro preventivo del valore complessivo di 69,5 milioni di euro. La struttura del commissario Arcuri: "Risulta evidente che la struttura commissariale e il Commissario Arcuri, estranei alle indagini, sono stati oggetto di illecite strumentalizzazioni da parte degli indagati".

Accelera l'indagine della Procura di Roma sull'affidamento complessivo di un miliardo e 250 milioni fatto dal Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri a tre consorzi cinesi per l'acquisto di 800 milioni di mascherine avvenuto attraverso l'intermediazione di alcune imprese italiane durante la prima fase della pandemia di Covid-19. Sono otto le persone indagate dalla Procura di Roma: il dato emerge dal decreto di sequestro preventivo urgente emesso oggi dalla Procura ed eseguito in contemporanea con quello del gip. A quanto emerso un "comitato d'affari" sarebbe stato pronto a stringere un "lucroso patto (occulto)" con "una pubblica amministrazione": una operazione svolta in piena emergenza Covid da una serie di personaggi che hanno "messo a servizio del buon esito della complessa trattativa la propria specifica competenza, ricevendone tutti un lauto compenso per l'opera di mediazione compiuta". Il valore complessivo dei due provvedimenti di sequestro è di 69,5 milioni di euro, che rappresentano la cifra destinata agli "intermediari" per la conclusione dell'operazione. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

"Commissario Arcuri e struttura estranei ai fatti, noi parte offesa"

Da quanto emerso dalle indagini "risulta evidente che la struttura commissariale e il Commissario Arcuri, estranei alle indagini, sono stati oggetto di illecite strumentalizzazioni da parte degli indagati". È quanto afferma la struttura del commissario in merito all'indagine della procura di Roma sottolineando che gli uffici continueranno "a fornire la più ampia collaborazione agli investigatori" e che è già stato chiesto ai legali di "valutare la costituzione di parte civile in giudizio per ottenere il risarcimento del danno in quanto parte offesa".

Gli indagati

Nel registro degli indagati figurano l'imprenditore Andrea Vincenzo Tommasi, a capo di una della società coinvolte nell'indagine, il giornalista, ora in aspettativa, Mario Benotti, Antonella Appulo, Daniela Guarnieri, Jorge Edisson Solis San Andrea, Daniele Guidi, Georges Fares Khozouzam e Dayanna Andreina Solis Cedeno. Nel procedimento sono coinvolte quattro società: la Sunsky srl, Partecipazioni Spa, Microproducts It Srl e Guernica Srl. Nei confronti degli indagati le accuse sono, a seconda delle posizioni, traffico di influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio e ricettazione. 

La difesa di Benotti annuncia "che impugnerà il provvedimento di sequestro facendone rilevare tutti i profili di infondatezza e illegittimità". 

L'inchiesta sull'acquisto di mascherine

"Si delinea la nascita di un comparto organizzato per la conclusione di un lucroso patto (occulto) con una pubblica amministrazione. Un 'comitato d'affari', nel quale ognuno dei partecipi ha messo a servizio del buon esito della complessa trattativa la propria specifica competenza, ricevendone tutti un lauto compenso per l'opera di mediazione compiuta: Mario Benotti verso Andrea Vincenzo Tommasi (unitamente al socio Daniele Guidi) e Jorge Solis e, tutti, verso il fornitore cinese". Lo scrivono i pm della Procura di Roma nel decreto urgente di sequestro preventivo. "Le intercettazioni hanno dimostrato l'esistenza di un accordo tra Andrea Vincenzo Tommasi e quello che quest'ultimo definisce il suo 'partner nell'affare delle mascherine', Daniele Guidi, nonché tra il duo Tommasi/Benotti e Jorge Solis, per la migliore conclusione dell'affare in discorso. Le conversazioni captate - scrivono i pm - portano a ritenere che mentre Tommasi e Guidi hanno curato l'aspetto organizzativo e, in particolare, i numeri voli aerei necessari per convogliare in Italia un quantitativo così ingente di dispositivi di protezione, compiendo i necessari investimenti, Jorge Solis sia stato in possesso del necessario contatto con la Cina e sia stato conoscitore delle specifiche del prodotto, tali da renderlo funzionali all'uso".

La fornitura

"Il primo contratto di fornitura è stato stipulato il 25 marzo, quando la struttura commissariale ancora non esisteva, almeno ufficialmente; ed è sottoscritto dal fornitore cinese il 26 marzo". Per i magistrati ci sono "alcuni evidenti difetti di consequenzialità cronologica". Una situazione che dà "l'idea della informalità con la quale si è proceduto rispetto ad accordi che devono essere intercorsi tra le parti in gioco, prima del 10 marzo e dunque ben prima del lockdown nazionale, dichiarato il 9 marzo. In quel momento nessuna norma consentiva ancora deroghe al codice dei contratti, poiché tale liberatoria sarebbe stata prevista soltanto con il decreto Cura Italia. Allo stesso tempo - scrivono i magistrati - evidentemente, vi era già un concerto sui passi legislativi e amministrative da compiere e i 'facilitatori' stavano tessendo le relazioni che avrebbero loro consentito i suddetti lauti guadagni". I magistrati di Roma mettono in luce inoltre "l'assoluta anomalia dell'intermediazione occulta agita dal comitato di affari (rimarcata anche dall'Uif, in quanto sintomatica di corruzione) e della pletora di soggetti ad essa interessati". 

I pm: “1.280 contatti tra Benotti e Arcuri”

Sono stati 1.280 i contatti telefonici in cinque mesi tra il giornalista Benotti e il commissario straordinario Domenico Arcuri. "L'esame del traffico telefonico tra l'utenza in uso a Benotti e quella in uso ad Arcuri fa riferimento a chiamate - scrivono i pm di Roma nel loro provvedimento urgente - e sms avvenuti nel periodo che va dal gennaio al 6 maggio del 2020, con contatti giornalieri nei mesi di febbraio, marzo ed aprile: a conferma di un'azione di mediazione iniziata ben prima del 10 marzo". Nel provvedimento si afferma poi che "dal 7 maggio, invece, nessun contatto. Circostanza confermata dal servizio di intercettazione telefonica avviato il 30 settembre 2020, che non ha captato alcuna comunicazione tra le due utenze, ciò benché tanto la cordata Benotti/Tommasi, quanto Jorge Solis abbiano insistentemente ricercato il rapporto con Arcuri, avendo intenzione di proporgli nuovi affari (dai tamponi rapidi, ai guanti chirurgici, a nuove forniture di mascherine). Per chi indaga "è significativa la conversazione del 20 ottobre 2020, ore 8.15, che sul tema Benotti tiene con Daniela Guarnieri, cui confida la sua frustrazione per essersi Arcuri sottratto all'interlocuzione e il timore che ciò potesse ritenersi sintomatico di una notizia riservata su qualcosa che 'si sta per arrivare addosso'".

"Allo stato - si sottolinea nel decreto - non vi è prova che gli atti della struttura commissariale siano stati compiuti dietro elargizione di corrispettivo", ovvero di un'utilità. 

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