Lega: 35 anni fa nasceva il partito del Nord, poi la svolta nazionale

Politica
Il segretario della Lega lombarda Umberto Bossi (c) e Francesco Speroni (s) marciano a Pontida (Bergamo), il 25 marzo 1990 (Ansa)

Il movimento denominato Lega Autonomista Lombarda, embrione della futura Lega, nasce il 12 aprile 1984 nello studio di un notaio di Varese. A firmarne l’atto costitutivo, Umberto Bossi e altre cinque persone. A precederlo un giornale e scritte sui muri

La nascita nello studio di un notaio, lo sviluppo come movimento regionalista, la svolta nazionale. In 35 anni di storia la Lega ha cambiato programma, nome – abbandonando il Nord che la caratterizzava – e leader. Oggi, stando ai sondaggi, è il primo partito in Italia e, con Matteo Salvini al vertice, raccoglie consensi e sostenitori da tutto il Paese. Ma quando è nata, sulla vecchia Citroen di Umberto Bossi, si rivolgeva solamente a chi era “sopra il Po”.

La Citroen e i graffiti

Alle 16 di giovedì 12 aprile 1984, nello studio di un notaio di Varese, nasce la Lega Autonomista Lombarda, embrione della futura Lega Nord. A firmare l'atto costitutivo sono cinque uomini e una donna: Umberto Bossi, suo cognato, la sua futura moglie, un commerciante, un dentista e un architetto. Alla firma ci si arriva dopo qualche anno in cui Bossi "gira il nord freneticamente con una vecchia Citroen, per un'azione di proselitismo”, racconta chi c’era all’epoca, in una nota diffusa dalla Lega. “A un certo punto inaugura anche la moda dei manifesti e delle scritte sui muri delle autostrade e dei vecchi edifici, che faceva di notte, da antesignano dei graffitari". "I muri sono il libro dei popoli", dirà anni dopo, esprimendo la sua contrarietà alle norme punitive nei confronti dei writer della Street Art.

La firma dal notaio

Il notaio che assiste alla nascita del movimento si chiama Franca Bellorini, con studio a Varese. "Il gruppo di giovani - ricostruisce la Lega nella nota - sui 35-40 anni si accomoda con entusiasmo attorno ad un grande tavolo di fronte al notaio”. "Erano affiatati, sembrava un'allegra compagnia - ricorda Franca Bellorini - erano venuti per costituire un'associazione a difesa della cultura, delle origini e delle tradizioni lombarde, mai avrei immaginato che quel giorno, quell'atto notarile sarebbe stato l'atto costitutivo della Lega Autonomista Lombarda". A capo di quel gruppo, un giovane magro dai capelli neri, Umberto Bossi da Cassano Magnago, lo stesso che aveva redatto lo statuto e inventato il nome, Lega Autonomista Lombarda, e il simbolo, Alberto da Giussano". Il movimento nasce a seguito di una sua intuizione e “concepito contro il colonialismo italiano e sostenuto dal cuore dei cittadini padani”.

I sei fondatori

Anni prima Umberto Bossi aveva fondato un giornale, Lombardia Autonomista di cui era il direttore responsabile e l'editore. Sotto al nome della testata nel numero di dicembre 1983, c'era una citazione di J.J. Rousseau: "La vera democrazia può essere raggiunta soltanto in collettività relativamente piccole". Raccontano dalla Lega: "In quel periodo, bombarda il territorio con i suoi articoli. Propaga le sue idee in giro, nei bar e nei circoli culturali. Scrive poesie in dialetto lombardo". Gli altri del gruppo, i fondatori, sono Giuseppe Leoni, architetto di Mornago (Varese), che organizza l'appuntamento dal notaio. Marino Moroni, anche lui di Mornago, un commerciante di articoli igienico-sanitari dalla personalità stravagante. Pierangelo Brivio di Samarate, il Paese della madre di Bossi, Ida Valentina Mauri. Brivio è il cognato di Bossi, marito di sua sorella Angela, di professione commerciante. Emilio Benito Rodolfo Sogliaghi, un odontotecnico di Milano. E una giovane donna, Manuela Marrone, insegnante delle scuole elementari di Varese, presso il collegio Sant'Ambrogio (ora sede dell’Università Insubria), che sarà poi la moglie di Bossi. "Quel giorno ho scherzato un po' con la ragazza - ricorda il notaio - per il fatto che, come lei, anch'io avevo un genitore con le origini siciliane. Lei suo padre, io mia madre".

La trasformazione in Lega Nord

Nel 1985, alle elezioni comunali a Varese, Leoni diventa il primo consigliere comunale. Alle politiche del 1987, Bossi, segretario federale, si presenta con questa coalizione: Lega Lombarda, Liga Veneta e Lega Piemont. Da allora, diventa il “Senatùr”. Tra il 1989 e il febbraio 1991, nel congresso di Pieve Emanuele, nasce ufficialmente la Lega Nord. "La Lega è come un bambino, è il frutto dell'amore”, sostiene Bossi nella biografia scritta da Daniele Vimercati, “Vento dal Nord”. “Io sono convinto che questo movimento sia il risultato del lavoro generoso di migliaia di uomini e di donne che si vogliono bene. Che vogliono bene alla città dove vivono, alla nazione cui si sentono di appartenere. Il bambino è cresciuto, ha imparato a camminare con le sue gambe. Ma bisognerà lavorare ancora perché diventi adulto e realizzi le sue ambizioni".

L’ingresso in Parlamento e il secessionismo

Dall’inizio degli anni ‘90 in poi, il movimento diventa una delle forze politiche più significative del Nord Italia, portando i suoi candidati alla vittoria in diverse amministrazioni locali. Alle elezioni politiche del 1992 la svolta: la Lega Nord, con l'8,6% alla Camera e l'8,2% al Senato, entra con 25 senatori e 55 deputati in Parlamento. L’alleanza con Forza Italia di Silvio Berlusconi, e quindi la nascita del polo di centrodestra, arriva due anni più tardi, nelle elezioni politiche del 1994: con l'8,4% dei voti alla Camera la Lega ottiene 180 parlamentari. Tra le cariche indicate dal partito, sia quella di Roberto Maroni ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio, sia quella di Irene Pivetti che, a soli 31 anni, diventa la più giovane presidente della Camera della storia italiana. Ma l’alleanza dura poco, il centrodestra si divide e il governo cade. Nelle nuove elezioni del 1996 la Lega non stringe alleanze e conquista, da sola, il 10,4% dei voti. È in questo momento che viene introdotto il nome “Lega Nord per l'Indipendenza della Padania” e che viene annunciata l’intenzione di perseguire il progetto della secessione delle regioni dell'Italia settentrionale. Una linea – apertamente secessionista – che porta la Lega a isolarsi rispetto alle altre forze politiche.

Di nuovo al governo con Fi e il malore di Bossi

Tra il 1999 e il 2000 la Lega si avvicina nuovamente alla coalizione di centrodestra, rinsaldando i rapporti con Silvio Berlusconi e il suo partito, Forza Italia. La nuova alleanza tra Lega, Forza Italia, An e centristi viene chiamata Casa delle Libertà e si ripropone, unita, alle elezioni del 2001. La vittoria porta alla formazione del secondo governo Berlusconi, con Umberto Bossi come ministro per le Riforme istituzionali e devoluzione, Roberto Castelli ministro della Giustizia e Roberto Maroni ministro del Lavoro. Ma nel 2004 la carriera politica di Bossi subisce una battuta d’arresto: colpito da un ictus cerebrale, il Senatur si ritira a lungo dalla scena pubblica, salvo tornare a Roma in Senato nel 2005 (quando viene approvata la devolution voluta dalla Lega). Nel 2006, la Casa delle libertà perde le elezioni e forma l’opposizione al governo Prodi. Tornerà a vincere nel 2008 (trasformato in Popolo delle libertà) e Bossi sarà di nuovo ministro (alle Riforme per il federalismo), così come Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Luca Zaia. Nel frattempo, è presente con i suoi parlamentari in Europa e partecipa (anche vittoriosa) alle elezioni regionali e locali del Nord.

I cambiamenti: da Maroni a Salvini

La Lega Nord inizia a cambiare nel 2012, quando il suo fondatore Bossi si dimette da Segretario Federale del partito a seguito dell'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il tesoriere Francesco Belsito e la famiglia dello stesso Bossi: l’accusa è di aver usato parte del denaro della Lega, proveniente da finanziamenti pubblici, per scopi privati. Una vicenda giudiziaria che si protrarrà con sequestri e condanne per i successivi 6 anni e che rimane aperta in merito ai 49 milioni che la Lega dovrebbe restituire allo Stato. Dopo l’addio del Senatur, Roberto Maroni viene nominato segretario ma non durerà a lungo. Divenuto governatore della Lombardia, non si ricandida al Congresso Federale Straordinario del 2013, dove Matteo Salvini diventa leader del partito con l’82% dei voti. Da quel momento, il nuovo segretario cerca di portare il partito sempre più su temi nazionali, scostandosi dal passato secessionista e regionalista della Lega. L’Europa, l’immigrazione, le tasse, le pensioni diventano i cavalli di battaglia di Salvini che, nel 2014, fonda il movimento “Noi con Salvini” per allargare la propria base anche al Centro e al Sud. Uno spostamento che diventa definitivo nel 2017, quando Calderoli fonda il nuovo partito “Lega per Salvini Premier” dove confluirà a poco a poco tutto il movimento. Sparisce il “Nord”, spariscono i simboli tradizionali della Lega e i riferimenti all’indipendenza del Settentrione. Con questa nuova veste Salvini si presenta alle politiche del 4 marzo 2018 e supera il 17% dei consensi sia alla Camera sia al Senato, diventando la terza forza politica del Paese. Dopo un accordo con il Movimento 5 Stelle, i due partiti a giugno 2018 formano il governo. Salvini viene nominato ministro dell’Interno e vicepremier.

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