Elezioni regionali, come si vota nelle regioni a statuto speciale

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Le ultime elezioni regionali in Sicilia (2017) (foto Ansa)

La norma che regola i sistemi elettorali regionali è la legge Tatarella, del 1995. Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia l'hanno recepita, anche se con modifiche. Trentino Alto Adige e Val d'Aosta hanno invece modalità diverse

In Italia la legge quadro per le elezioni degli organi regionali è legge Tatarella, detta anche “Tatarellum” e approvata nel febbraio 1995, che regola il sistema elettorale delle regioni italiane a statuto ordinario. Sono tre le regioni a statuto speciale che l’hanno recepita e adottata, seppure con qualche modifica: Sicilia, Sardegna e Friuli Venezia Giulia. Mentre Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta hanno adottato sistemi elettorali diversi. La legge Tatarella impresse una svolta in senso maggioritario e presidenziale al sistema di governo regionale in Italia, con l'elezione diretta e congiunta del presidente della Regione e del Consiglio regionale a turno unico e con un sistema elettorale misto: l’80% dei seggi è assegnato in maniera proporzionale e il 20% in maniera maggioritaria, cioè assegnato alla lista che ottiene più voti. Poi, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, le regioni hanno avuto la facoltà di modificare il proprio sistema di voto e in molte lo hanno fatto, pur mantenendo in diversi casi l’impianto di base della legge Tatarella.

Come la legge Tatarella è stata recepita nelle regioni a statuto speciale

Per quanto riguarda le regioni a statuto speciale, le norme previste dalla legge Tatarella furono introdotte dalla legge costituzionale n. 2 del 2001 che le estese in pratica alla Sicilia, alla Sardegna e al Friuli-Venezia Giulia. In Trentino-Alto Adige, invece, la revisione del sistema elettorale ridusse di fatto l'ente a una confederazione fra le due Province autonome di Trento e Bolzano: il Consiglio regionale è diventato semplicemente l'unione dei due Consigli provinciali, mentre il presidente della Regione è a turno uno dei due Presidenti delle Province autonome. Solo la provincia autonoma di Trento ha deciso di applicare il modello di elezione diretta del presidente, mentre in Alto Adige è il Consiglio provinciale a nominarlo. Anche per la Valle d'Aosta la decisione su un passaggio a un sistema presidenziale non è stata mai approvata.

Come funzionano le elezioni regionali in Valle d’Aosta

In base all'articolo 16 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, il Consiglio della Valle è composto da 35 consiglieri, che vengono eletti in collegio elettorale unico per tutta la regione e restano in carica per cinque anni. A differenza della maggior parte delle regioni, il presidente della Regione è eletto dal Consiglio regionale e non direttamente dai cittadini. Il sistema elettorale è proporzionale a turno unico con doppia soglia di sbarramento. La prima soglia comporta l’esclusione delle liste che non hanno superato il quoziente elettorale (calcolato dividendo il numero dei voti validi per il numero di seggi da assegnare), mentre la seconda esclude le liste che non ottengono almeno il numero minimo di voti necessario per concorrere all'attribuzione di due seggi. È prevista inoltre la possibilità di esprimere tre preferenze.

Come funzionano le elezioni regionali in Sicilia

In Sicilia nelle elezioni regionali del 2001 è stata applicata la legge Tatarella per la prima volta, introducendo l’elezione diretta del presidente. Dal 2005 è in vigore la legge n. 7/2005 che ha delineato una variante del Tatarellum: un sistema misto, in larga parte proporzionale ma con un correttivo maggioritario, con l’elezione del presidente della Regione diretta, a suffragio universale, e a turno unico senza ballottaggi - vince automaticamente chi riesce ad ottenere il numero maggiore di voti. I deputati dell’assemblea regionale, organo legislativo siciliano, sono 70 (dal 2017, fino al 2013 erano 90) e di questi, 62 saranno scelti con metodo proporzionale su base provinciale e liste collegate a una lista regionale per la quale viene prevista la soglia di sbarramento del 5%. Altri sette deputati (tra cui il Presidente) sono eletti nel listino regionale del candidato presidente e il seggio rimanente è riservato al candidato presidente non eletto più votato.

Come funzionano le elezioni regionali in Sardegna

La legge elettorale per le elezioni in Sardegna è stata modificata per l’ultima volta nel 2013 con una legge statutaria elettorale. Nell’isola viene eletto governatore il candidato più votato: l’elezione è diretta. Se il presidente eletto dovesse ottenere tra il 25% e il 40% dei voti ci sarà un premio di maggioranza del 55% dei seggi, oltre il 40% invece il premio sarà del 60%.  Con meno del 25% invece non scatterà alcun premio di maggioranza. Il Consiglio regionale si compone di 60 consiglieri, e ogni legislatura ha una durata di 5 anni. Il territorio sardo viene suddiviso in otto collegi corrispondenti al territorio delle province di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari, La legge elettorale prevede la possibilità di effettuare un voto disgiunto (si può votare per una lista e per un candidato presidente non collegati fra loro), mentre la soglia di sbarramento è del 10% per le coalizioni e del 5% per le liste non coalizzate.

Come funzionano le elezioni regionali in Trentino Alto Adige

Caso a sé stante è quello del Trentino Alto Adige, data la presenza delle due province autonome di Trento e Bolzano e vista la peculiarità di questa regione, dove sono presenti anche minoranze linguistiche (I RISULTATI DELLE ULTIME ELEZIONI). Secondo quanto previsto dallo statuto speciale, il presidente della regione autonoma del Trentino-Alto Adige non viene eletto direttamente dai cittadini elettori ma dal consiglio regionale. Un accordo fra i presidenti delle due province ha istituito il sistema della "presidenza regionale a rotazione": la regione ha pertanto nel corso di una legislatura due presidenti, che sono in pratica i presidenti stessi delle due province autonome. Nella provincia di Trento l’elezione del presidente della provincia è diretta, mentre in quella di Bolzano è indiretta e spetta al Consiglio provinciale. In Trentino Alto Adige il Consiglio regionale è composto dalla somma dei Consigli provinciali delle due Province, e si riunisce talvolta a Trento, talvolta a Bolzano. I consiglieri regionali – 35 trentini e 35 altoatesini - sono eletti quindi separatamente nelle due province, con un sistema proporzionale puro in Alto Adige e un sistema proporzionale con premio di maggioranza in Trentino. Per entrambi la durata della carica è di 5 anni.

Come funzionano le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia

In Friuli-Venezia Giulia il sistema elettorale è un proporzionale con correttivi maggioritari come la soglia di sbarramento e il premio di maggioranza (I RISULTATI DELLE ULTIME ELEZIONI). Lo Statuto speciale, come modificato con la legge costituzionale n. 1 del 7 febbraio 2013, prevede che l’assemblea sia composta da un numero variabile di consiglieri: la cifra è "determinata in ragione di uno ogni 25.000 abitanti o frazione superiori a 10.000, secondo i dati desunti dall'ultima rilevazione ufficiale dell'Istat". Con le ultime elezioni regionali del 2018, sono stati quindi attribuiti 49 seggi, di cui 47 nelle cinque circoscrizioni elettorali, ai quali si sono aggiunti il candidato eletto presidente della Regione e il candidato presidente che ha ottenuto un numero di voti validi immediatamente inferiore. Per quanto riguarda il presidente della Regione, l’elezione è diretta e a turno unico (vince il candidato che ottiene più voti) secondo il modello Tatarella. Presidente e Consiglio regionale durano in carica 5 anni. È possibile il voto disgiunto, mentre per quanto riguarda le preferenze è possibile esprimerne solo una. Sono previste nella ripartizione dei seggi regionali tre soglie di sbarramento: vengono ammesse le liste che abbiano ottenuto almeno il 4% dei voti su base regionale, oppure che abbiano ottenuto almeno l'1,5% su base regionale e faccia parte di una coalizione con almeno il 15%. Infine, si può accedere alla ripartizione dei seggi se si è ottenuto il 20% in una circoscrizione. Infine, il premio di maggioranza è del 60% nel caso in cui il presidente della Regione sia stato eletto con più del 45% dei voti, o almeno del 55% dei seggi, nel caso in cui il Presidente sia stato eletto con una percentuale di voti pari o inferiore al 45%.

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