Dopo le polemiche politiche sorte per la notizia dell'aumento delle retribuzioni, oggi da Palazzo Chigi era trapelato che vi fosse irritazione da parte della premier Giorgia Meloni. A beneficiare di questo adeguamento sarebbero stati anche i compensi di vicepresidenti, consiglieri e dello staff, per un effetto domino che avrebbe fatto lievitare la spesa complessiva dai previsti 850mila euro a quasi un milione e mezzo in dodici mesi
"Provvederò a revocare con effetto immediato la decisione assunta in Ufficio di Presidenza, relativa al recepimento". Con queste parole il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha annuncia la marcia indietro sull’aumento dei compensi dei vertici dell’istituzione, incluso il proprio stipendio, che sarebbe dovuto salire da 250 mila a 310 mila euro annui. La decisione della revoca è arrivata dopo le polemiche scoppiate nelle ultime ore, alimentate anche dall’irritazione di Palazzo Chigi: la premier Giorgia Meloni aveva definito "non condivisibile" e "inopportuna" la scelta di adeguare i compensi ai parametri di altri organi costituzionali. Il provvedimento, approvato dall’Ufficio di Presidenza del Cnel, prevedeva infatti un incremento non solo per il presidente, ma anche per vicepresidenti, consiglieri e membri dello staff, con un effetto domino che avrebbe fatto salire la spesa complessiva da 850mila euro a quasi un milione e mezzo in dodici mesi. Inoltre, per il prossimo anno, le consulenze esterne sarebbero dovute passare da 320mila a 420mila euro.
La nota di Brunetta
"Come presidente del Cnel, organo di rilievo costituzionale chiamato a dare voce e rappresentare le parti sociali, non voglio in alcun modo che dall'applicazione legittima di una giusta sentenza della Corte Costituzionale derivino strumentalizzazioni in grado di danneggiare la credibilità dell'istituzione che presiedo e, di riflesso, condizionare negativamente il dibattito politico e l'azione del governo", spiega la nota di Brunetta. "Per queste ragioni provvederò a revocare con effetto immediato la decisione assunta in Ufficio di Presidenza, relativa al recepimento. Lo faccio con senso di responsabilità e con l'intento di tutelare il prestigio del Cnel, preservando nel contempo un clima di rispetto e collaborazione tra tutte le componenti politiche, istituzionali e sociali".
Opposizione all'attacco
La decisione ha prestato il fianco agli attacchi delle opposizioni con l’annuncio di un’interrogazione da parte del Movimento 5 stelle per avere un chiarimento direttamente dalla premier. “Cosa ne pensa il governo? Ce lo diranno la premier Meloni e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ai quali indirizzeremo un’interrogazione”, ha detto il deputato Dario Carotenuto, che ha definito “indecente” l’operazione. “Il Cnel ha deliberato un aumento di 1,5 milioni per i vertici e di 200mila euro per lo staff. Giorgia Meloni non trova i soldi per aumentare gli stipendi al ceto medio ma li trova per il poltronificio di Brunetta”, ha attaccato Matteo Renzi e Nicola Fratoianni ha aggiunto: “Da non credere: Brunetta si è aumentato lo stipendio da 250mila a 310mila euro l’anno. E con lui tutti i suoi dirigenti, facendo raddoppiare la spesa per le retribuzioni del Cnel. Ed è proprio lo stesso Brunetta che si è duramente opposto al salario minimo di 9 euro lordi l’ora. Sono davvero senza vergogna alcuna”.