Mattarella e Leone XIV: dalla visita in Vaticano a quella al Quirinale

Di incontri ce ne sono già stati. Di scambi epistolari, tra auguri e messaggi pure. Di comunanza di intenti e assonanza di pensiero se n’è avuta ampia testimonianza. Un feeling naturale, quello tra Prevost e Sergio Mattarella. Che si è subito percepito fin dall’elezione al soglio pontificio di Leone XIV, lo scorso 8 maggio, 267esimo Papa della Chiesa cattolica. La visita ufficiale al Colle e il cerimoniale di Stato Premesse, cui poi ne sono seguite altre, di un rapporto fatto di contenuti e di affinità, sia caratteriali che di pensiero. Premesse che avevano portato al primo incontro ufficiale, l’udienza in Vaticano dello scorso 6 giugno e, ora, alla visita di Papa Leone al Quirinale il 14 ottobre. Visita ufficiale che si arricchirà di un cerimoniale ben preciso, a cominciare dagli onori al Pontefice nel cortile interno del Palazzo, cui seguirà la presentazione delle delegazioni nella sala del Bronzino, con la presenza della rappresentanza del Governo italiano, e i colloqui: da quello privato tra Mattarella e Prevost nello studio alla Vetrata, a quello tra le delegazioni nella sala della Musica. Due ore circa di programma in tutto, condite dalle dichiarazioni dei due Capi di Stato nel Salone delle Feste, per terminare con una breve visita a Palazzo del Pontefice accompagnato dal Presidente. Ricordando le origini del Quirinale, sorto in una posizione elevata e particolarmente salubre per l’epoca e che fu sede papale durante il pontificato di ben 30 papi, da Gregorio XIII a Pio IX Mastai Ferretti . I colloqui e i temi sul tavolo Un incontro tra i due Capi di Stato che dovrebbe durare tra i 30 e i 40 minuti , l’uno di fronte all’altro, parallelamente a quello delle delegazioni governative. Per una durata complessiva della visita, dicevamo, di circa un paio di ore. Sul tavolo la difficile situazione internazionale, la pace e il delicato contesto geopolitico, dalla guerra in Ucraina, al conflitto in Medio Oriente e le sofferenze del popolo palestinese -menzionate con determinazione da Mattarella e dallo stesso Papa più volte - ma anche quell’antisemitismo che riaffiora terribilmente nel mondo, con l’auspicio, l’augurio rivolto ai tentativi di pacificazione in corso. Non mancherà però un pensiero e una visione sulle difficoltà vissute dai più fragili: l’inclusione, l’integrazione, le fasce deboli, famiglie e bisognosi, anziani, disabili e migranti, nella nuova società. E così tutto quel che ruota intorno ai rapporti bilaterali tra Italia e Santa Sede. La pace, del resto, è stata la prima parola di Leone… il primo pensiero, tema, valore, su cui più volte è tornato anche il Capo dello Stato, richiamando costantemente la Costituzione italiana. La lettera di Mattarella dopo l’elezione di Leone XIV “Auguri per un lungo e fecondo pontificato”. Scriveva Mattarella l’8 maggio, subito dopo l’elezione di Prevost. “Nel partecipare al ’gaudium magnum’ annunziato alla cristianità e al mondo dal cardinale protodiacono, desidero far giungere, anche a nome del popolo italiano, fervidi auguri per un lungo e fecondo pontificato, oltre che per il benessere spirituale e personale di Vostra Santità”. Un messaggio di felicitazioni certo, ma che, nelle pur rituali frasi augurali, guarda ai contenuti, a quegli auguri cioè fecondi, che possano illuminare un contesto internazionale difficile. Senza dimenticare però Francesco. In continuità con Bergoglio. “Gli italiani - aggiungeva il Presidente - hanno vissuto in spirito di spontanea e profonda adesione il dolore per la scomparsa di Papa Francesco. All’inizio di un nuovo cammino di servizio petrino all’unita della Chiesa, fin d’ora desideriamo accompagnare Vostra Santità, certi che a nessuna donna e a nessun uomo di buona volontà, mancheranno la preghiera e l’affettuosa vicinanza del Papa”. Un messaggio rivolto al futuro dell’umanità "In questo momento storico, in cui tanta parte del mondo è sconvolta da conflitti inumani dove sono soprattutto gli innocenti a soffrire le conseguenze più dure di tanta barbarie, desidero assicurarle - scriveva Mattarella - l'impegno della Repubblica Italiana a perseguire sempre più solidi rapporti con la Santa Sede per continuare a promuovere una visione del mondo e della convivenza tra i popoli fondata sulla pace, sulla garanzia dei diritti inviolabili e della dignità e la libertà per tutte le persone… Che la sua missione porti dialogo, giustizia e pace”. Il primo incontro a San Pietro Messaggio profondo pur nelle brevi parole scritte e indirizzate al Santo Padre, con lo sguardo inevitabilmente rivolto al drammatico contesto internazionale fatto di conflitti e tensioni, cui seguirà il primo incontro tra i due, in occasione della Messa di inizio pontificato a San Pietro tenutasi il 18 maggio, sul sagrato della Basilica. In quella stessa circostanza, al termine della celebrazione, Papa Leone XIV aveva ricevuto, per un saluto, le delegazioni ufficiali presenti alla cerimonia. E la prima era stata proprio quella italiana, guidata dal Presidente della Repubblica. Aveva colpito quella mano di Mattarella portata al cuore, la gestualità amichevole, quasi confidenziale, segno di una piena sintonia. L’udienza in Vaticano lo scorso 6 giugno Dicevamo del primo incontro nella Basilica in occasione della celebrazione eucaristica di insediamento, seguita, di pochi giorni, dalla visita ufficiale nella Santa Sede. Un colloquio di un’ora con il Presidente nel Palazzo Apostolico, sviluppatosi sui temi dell’agenda internazionale con particolare attenzione dedicata “ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente”. Con Mattarella, in udienza, c’erano i tre figli, Laura, Bernardo e Francesco, i rispettivi consorti e i cinque nipoti. Nella delegazione anche il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani e il Segretario generale della presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti. Nel faccia a faccia tra i due, un momento era stato dedicato al ricordo di Papa Francesco, con Prevost che aveva regalato al Capo dello Stato l’ultimo messaggio per la pace scritto da Bergoglio, e Mattarella, cha aveva avuto modo di ricordare come avesse reso omaggio alla tomba di Francesco a Santa Maria Maggiore poco prima del Conclave. Il Presidente, da parte sua, aveva regalato al Pontefice due volumi sulla vita di Sant’Agostino. Udienza che era poi terminata con l’incontro con il Segretario di Stato Parolin. Gli auguri di Prevost al Capo dello Stato Altro momento di scambio epistolare tra i due Capi di Stato, seguito all’udienza del 6 giugno, era stato il telegramma di Prevost, inviato lo scorso 23 luglio in occasione del compleanno di Mattarella: “Affetto e gratitudine per il servizio esemplare ed instancabile” svolto alla causa “della pace e della concordia tra i popoli”, le parole di Leone XIV. Il Presidente e i 70 anni di Leone Auguri ricambiati poi dal Capo dello Stato il 14 settembre per i 70 anni del Papa. "Desidero assicurarle che potrà sempre contare sulla collaborazione della Repubblica Italiana, che ritrova – scriveva il Presidente – nel suo messaggio di rispetto per la centralità dell'essere umano, di servizio e di unità il riflesso dei valori della propria Costituzione”. Quindi il richiamo, comune, ai giovani: “È importante ricordare i tanti giovani che hanno risposto al Suo invito e si sono radunati attorno a Lei sulla spianata di Tor Vergata, lo scorso agosto, in occasione del Giubileo loro dedicato. Sono giovani che credono nel valore della partecipazione e delle relazioni tra le persone, nell'impegno civile e nella responsabilità. Ci interpellano a un'azione decisa e tempestiva". Il pensiero, quindi, che spesso Mattarella ricorda nei suoi interventi, rivolto a quei giovani che rappresentano il futuro delle nostre società. Il rapporto tra il Papa e il cattolico Mattarella A colpire, nell’annuncio di questa visita ufficiale al Quirinale, è soprattutto la rapidità di risposta di Prevost nel ricambiare la visita ricevuta lo scorso 6 giugno, segno di grande attenzione che non è semplice rispetto dei tempi e dei riti del cerimoniale, ma la volontà di rimarcare fin da subito rapporti privilegiati. Segno, anche, di grande affinità, come del resto dimostrano le consolidate relazioni diplomatiche tra le nostre istituzioni e la segreteria di Stato Vaticana guidata dal cardinale Parolin o, ancora, la presenza dell’ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Di Nitto, già consigliere diplomatico aggiunto di Mattarella. Valori cristiani e cattolici quelli di Mattarella, uomo e politico, il cui percorso non a caso ha origine all'interno del filone di impegno cattolico-sociale e riformatore, confluito nella Democrazia Cristiana già nell’ormai lontano 1983. Cattolico e praticante discreto, riservato, come vuole la laicità delle istituzioni.

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Pierfrancesco Ferrara