Elezioni comunali a Genova, come è andata l’ultima volta (e come andrà questa)?

Dove andrà Genova? Se lo chiedono i genovesi ma anche gli osservatori della politica italiana in generale. Perché se il risultato delle elezioni Comunali nel capoluogo ligure che si terranno il 25 e il 26 maggio prossimi non avrà una valenza nazionale, offrirà certo qualche spunto di riflessione anche a Roma e dintorni. La ragione è presto detta. Genova, storicamente “rossa”, è governata dal 2017 dal centrodestra. Negli otto anni sotto la guida del sindaco Marco Bucci, la città è stata spesso presentata come un “modello” di azione amministrativa pragmatica, capace di affrontare emergenze come il crollo del Ponte Morandi e di rilanciare l’immagine della Superba in rottura rispetto alle amministrazioni di sinistra del passato. Dunque, una vittoria del centrodestra il prossimo weekend verrebbe considerata anche al di fuori dei confini cittadini come la conferma di questa esperienza politica. Se invece alle urne prevalesse il centrosinistra, questo successo potrebbe essere interpretato e presentato, a Genova e fuori, come il rigetto di un’intera stagione politica da parte degli elettori e l’inizio di una nuova. Ma vediamo un po’ più nel dettaglio la sfida: dai candidati, ai sondaggi ai risultati delle più recenti elezioni. Perché si vota Le elezioni comunali di Genova si svolgono prima della fine naturale del mandato. Marco Bucci, sindaco eletto per la seconda volta nel 2022, avrebbe potuto governare la città per 5 anni, cioè fino al 2027. Tuttavia, nell’autunno del 2024 l’ex manager accettò di candidarsi alle elezioni Regionali indette a seguito dell'inchiesta giudiziaria che portò all'arresto e poi alle dimissioni del Presidente della Regione Giovanni Toti. In quell’occasione Bucci sconfisse il candidato del centrosinistra, l’ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando, diventando così “Governatore” e lasciando la carica di sindaco. i candidati Sono in tutto sette i pretendenti alla poltrona di sindaco di Genova, ma solo due hanno, realisticamente, possibilità di vittoria. Da una parte c’è l’avvocato Pietro Piciocchi, 48 anni, assessore al Bilancio e vicesindaco nei due mandati di Bucci e candidato della coalizione che oggi guida il Comune. Cattolico praticante, sei figli più due in affido, da quando l’ex primo cittadino è Presidente di Regione ha ricoperto il ruolo di "facente funzioni", amministrando di fatto la città. Rappresenta la continuità, personale e politica, con l’amministrazione in carica e garantirebbe il proseguimento dell’azione di Bucci, di cui è stato in questi anni un fidato numero due. Dall’altra parte, sostenuta da una coalizione molto larga che comprende Pd, Avs, Azione, Italia Viva e Movimento 5 Stelle, c’è Silvia Salis, quarantenne, ex atleta campionessa del lancio del martello e già vicepresidente vicaria del Coni. Salis è stata indicata a febbraio, un po’ a sorpresa dopo che le trattative per proporre un nome interno al Partito democratico, o comunque un esponente della società civile più contiguo, erano andate avanti a lungo senza esito. Salis, che è genovese ma negli ultimi anni ha vissuto a Roma, rappresenta dunque una novità per la politica locale tanto che forse neanche i partiti che l’hanno candidata sanno fino in fondo cosa aspettarsi da lei. I sondaggi Come detto, dei sette candidati alla poltrona di primo cittadino di Genova, Piciocchi e Salis sono gli unici ad avere una concreta possibilità di vittoria. Nessuno degli altri pretendenti, secondo le rilevazioni dell’opinione pubblica in vista del voto, raggiungerebbe il 3% dei consensi. Per provare a capire da che parte andrà la città bisogna dunque osservare il distacco tra i due avversari principali e scoprire che c’è un chiaro favorito, anzi una favorita. Tutti i sondaggi pubblicati negli ultimi mesi vedono infatti in testa Salis con un margine tra tra i 3 e i 7 punti percentuali. Il vantaggio sul rivale varia a seconda dell’istituto che ha condotto le interviste e del periodo in cui sono state realizzate ma resta sempre superiore al margine di errore di questo tipo di indagini: più o meno 2 punti percentuali. Salis risulta in posizione migliore anche nell'eventualità di un ballottaggio. In questo caso, i punti percentuali di vantaggio che i sondaggi le attribuiscono sono circa sette. E’ un dato importante perché il secondo turno non si può escludere, anzi. Le indagini demoscopiche stimano la candidata del centrosinistra intorno al 50% dei voti, dunque a ridosso della soglia grazie alla quale si viene eletti direttamente. Secondo la legge elettorale in vigore, infatti, se nessuno dei contendenti raggiunge la metà più uno dei voti al primo turno, i due che hanno ottenuto più consensi si affrontano in una seconda tornata. Le elezioni più recenti Ma come è andata l’ultima volta? Tre anni fa l’esito della contesa fu assai diverso rispetto a quello che i sondaggi sembrano indicare per il 2025. Marco Bucci, allora sindaco uscente, venne rieletto con il 55% dei voti, contro il 38% del suo rivale del centrosinistra, l’avvocato Ariel Dello Strologo. Tutti i quartieri della città, a parte l’estremo Ponente e il centro storico, confermarono la fiducia al primo cittadino in carica che si proponeva, nel suo secondo mandato, di completare quanto iniziato nel primo, portando a termine altre grandi opere dopo la ricostruzione del Ponte Morandi: dalla nuova diga foranea che consentirà al porto di accogliere navi ancora più grandi, al tunnel subportuale che dovrebbe migliorare la viabilità cittadina fino ad un nuovo waterfront in corrispondenza dell’area della Fiera. Oggi, come detto, i sondaggi dipingono un quadro mutato. E non solo i sondaggi. Nella stessa direzione vanno anche i risultati elettorali più recenti. Alle elezioni regionali dell’ottobre scorso, in cui proprio Bucci fu eletto Presidente, i genovesi voltarono infatti le spalle a colui che al tempo era ancora il loro sindaco. Entro i confini del capoluogo, in controtendenza rispetto al resto della regione, Andrea Orlando, candidato del centrosinistra, ottenne quasi 8 punti percentuali più del rivale e la geografia politica della città risultò opposta a confronto con le Comunali di due anni prima. Nella maggior parte dei quartieri cittadini Bucci raccolse meno voti del suo contendente, a parte poche aree del centro e del Levante, tra le più benestanti della città. L'esito Insomma, sia i sondaggi che i risultati elettorali più vicini nel tempo sembrano spingere verso un cambio della guardia a Palazzo Tursi, sede del Municipio di Genova, e verso un ritorno alla Genova “rossa” di un tempo. Sembrano, perché in questo campo certezze non ce ne sono, solo tendenze. Un po’ perché le ultime rilevazioni dell’orientamento degli elettori fotografano la situazione a oltre due settimane di distanza dal voto . Un po’ per l’impatto dell’astensionismo che non può essere stimato con esattezza. Alle ultime elezioni regionali votò appena più del 50% degli aventi diritto ed è probabile - i sondaggi confermano - che si resti su quella percentuale anche alle Comunali. Una fetta così ampia di indecisi e di persone poco disposte a recarsi alle urne lascia aperto un più ampio spazio per eventuali sorprese.

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