Medici aggrediti, "filtro" al pronto soccorso e telecamere: il piano del governo

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Introduzione

L’esecutivo lavora alle misure per contrastare gli episodi di violenza contro il personale sanitario: un’emergenza che, ha annunciato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, potrebbe essere affrontata con un emendamento del governo al decreto Omnibus. Sul tavolo anche la possibilità di arresti in flagranza in differita e l’aumento del numero dei poliziotti nei presidi sanitari e delle telecamere di videosorveglianza. Secondo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il fenomeno si lega anche a un "problema culturale, perché nel tempo si è degradato il rapporto medico-paziente. E ancora più grave è che nel 70% dei casi gli operatori vittime di aggressione sono donne".

Quello che devi sapere

Le misure contro le aggressioni negli ospedali

  • Governo al lavoro per capire come arginare gli episodi di violenza ai danni di medici e infermieri. Fra le ipotesi discusse nel corso di un vertice con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e i ministri Luca Ciriani, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci, si è parlato dell’ipotesi di filtrare l'accesso dei visitatori ai Pronto soccorso. Ma anche di aumentare il numero dei poliziotti nei presìdi sanitari e delle telecamere di videosorveglianza e della possibilità di arresti in flagranza in differita

Per approfondire:

Essere medici oggi: storie di quotidiana violenza nei pronto soccorso

Un emendamento del governo al decreto Omnibus

  • Un’emergenza che, ha annunciato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, potrebbe essere affrontata con un emendamento del governo al decreto Omnibus all'esame del Senato. Ciriani ha spiegato che il governo "sta studiando" delle norme sulle pene in caso di aggressione. "Vediamo se è possibile inserirle in questo decreto. Ci confronteremmo volentieri con la maggioranza e con le opposizioni; crediamo che sia una materia urgente e trasversale"

I dati sui presìdi di polizia

  • "Attualmente - è stato fatto notare alla fine del vertice - sono 198 i presìdi di polizia attivi nelle strutture ospedaliere del territorio nazionale, a fronte dei 126 preesistenti. Dall'inizio del 2023 si è registrato un incremento di 72 presìdi, pari al +57,1%. È stato anche aumentato anche il numero degli operatori della Polizia impiegati: da 299 a 432, pari al +69,2%. È stato assicurato, inoltre, l'ampliamento delle fasce orarie giornaliere di apertura dei presìdi"

Schillaci: "Problema culturale"

  • Il fenomeno della violenza contro i sanitari - ha detto il ministro della Salute Schillaci, si lega anche a un "problema culturale, perché nel tempo si è degradato il rapporto medico-paziente. E ancora più grave è che nel 70% dei casi gli operatori vittime di aggressione sono donne"

Intervenire sulle cause

  • Aggredire chi tenta di salvare vite "è un reato che va punito penalmente e con severità - dichiara in una nota il Presidente della Società Italiana di Chirurgia, Massimo Carlini - Ma contestualmente bisogna intervenire sulle cause: quindi sanare la grave carenza di personale, arginare le fughe all'estero, combattere le querele temerarie per presunta colpa medica, valorizzare i professionisti economicamente e contrattualmente". "Bene la proposta del ministro Schillaci dell'arresto in flagranza di reato per coloro che aggrediscono un professionista sanitario nell'esercizio delle proprie funzioni. La sensazione, però, - precisa Carlini - è che il provvedimento non possa bastare ad arginare il fenomeno; così come non sono sufficienti i presìdi fissi delle forze dell'ordine e la presenza dell'Esercito nelle strutture sanitarie"

Sui medici le responsabilità del Sistema Sanitario Nazionale

  • "Ormai da troppi anni - prosegue Carlini - denunciamo inascoltati un'escalation di violenze", ora è però "necessario rimuovere le cause che determinano questa situazione intollerabile". Innanzitutto, la carenza di personale, "che in Italia avrebbe portato a un incremento degli episodi violenti pari al 38% negli ultimi 5 anni. E poi i tempi di attesa nei pronto soccorso e nell'erogazione delle prestazioni specialistiche, che hanno alimentato i pregiudizi nei confronti dei professionisti della sanità, esasperando il rapporto con i pazienti". Per il presidente dei chirurghi va inoltre cambiata la cultura di fondo: "Una crisi di valori ha determinato la rottura del 'patto' tra i pazienti e i medici, sui quali ricadono le responsabilità di tutti problemi che attanagliano il Sistema Sanitario Nazionale"

Il nodo della copertura notturna

  • Il problema delle aggressioni negli ospedali non sono più solo calci, pugni o spintoni ma "cominciano a fare la loro comparsa le armi". La situazione "ha raggiunto un livello di gravità mai visto nell'ultimo decennio" ma, a fronte di questo, "il 98% dei grandi ospedali ci risulta scoperto di agenti negli orari notturni", dice Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, che chiede al Viminale "un dossier dettagliato per conoscere i dati sulla presenza delle forze dell'ordine, ospedale per ospedale, con numero di agenti e orari di presenza". "Tranne in casi rarissimi - aggiunge - non esiste alcuna copertura di forze dell'ordine da mezzanotte alle 7 del mattino e i fine settimana tantissimi grandi ospedali risultano scoperti anche i turni diurni"

La situazione nelle regioni

  • Secondo De Palma, davanti a questa emergenza "è necessaria una riorganizzazione del Piano sicurezza ospedali del Viminale, come quella avvenuta nel 2023, che tuttavia è insufficiente". Gli arresti in flagranza di reato e quelli entro le 48 ore "sono un passo in avanti, ma non arginano sul nascere le violenze. Serve un ulteriore dispiegamento di forze". "Fino a quando non sarà garantito almeno un agente h24 nei grandi ospedali - afferma De Palma - servirà l'esercito ma con presenze fisse". In particolare, in Campania non esiste alcuna copertura notturna, ma solo volanti che fanno la ronda, "spesso, i poliziotti mancano anche di giorno" e in nessuna struttura ci sono coperture notturne". In Calabria, nei pronto soccorso più in difficoltà come Cosenza, Catanzaro, Crotone, Locri e Vibo, "gli agenti garantiscono al massimo copertura fino alle 8 di sera". In Liguria, nei tre pronto soccorso di Genova, "non c'è nessuna copertura notturna" ma solo presìdi diurni dal lunedì al venerdì

Per approfondire:

Aggressioni negli ospedali, dal Daspo all’esercito: le proposte per fermare le violenze