Europee, Meloni: "Un referendum tra due visioni di Europa. Da sinistra alibi a estremisti"

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La presidente del Consiglio ha tenuto un discorso in occasione della chiusura della campagna elettorale di Fratelli d'Italia in vista delle Europee. “Dicono che le campagne elettorali e la politica si facciano in rete e sui social. Per noi si fanno guardando le persone negli occhi. Noi non rinunceremo mai alla piazza, è da lì che noi veniamo”, ha detto Meloni

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta in Piazza del Popolo a Roma in occasione della chiusura della campagna elettorale di Fratelli d'Italia in vista delle Europee dell'8 e 9 giugno. “Dicono che le campagne elettorali e la politica si facciano in rete e sui social. Per noi si fanno guardando le persone negli occhi. Noi non rinunceremo mai alla piazza, è da lì che noi veniamo”, ha dichiarato la leader di FdI aggiungendo che "il 25 settembre del 2022 abbiamo scritto la storia insieme a milioni di italiani". Poi rivolgendosi al pubblico: "Grazie per darmi la carica e per esserci con il vostro entusiasmo perché questa piazza racconta la differenza tra noi e la rabbia e la cattiveria dei nostri avversari più livorosi. Promettetemi che non diventeremo mai come loro. Il nostro motore è costruire e non distruggere", ha detto.

Meloni: "Vogliamo dare una democrazia finalmente capace di decidere"

Nel corso del suo comizio, Meloni ha sottolineato che "noi (FdI) abbiamo chiuso la stagione dei governi tecnici e abbiamo dato all'Italia un governo sostenuto dalla maggioranza popolare coesa, un governo con un programma ambizioso. Noi non stiamo al governo pensando a come rimanerci, ma siamo qui per lasciare questa nazione in condizioni migliori di come l'abbiamo trovata, costi quel che costi”. La presidente del Consiglio ha poi affrontato la questione della riforma del premierato. “Noi siamo dalla parte giusta della storia e chi è dalla parte giusta non deve mai avere paura. A questa patria vogliamo dare una democrazia finalmente capace di decidere. Per questo abbiamo deciso di dare agli italiani una riforma che consenta ai cittadini di eleggere il presidente del Consiglio: la riforma del premierato”, ha detto. 

Sull'immigrazione, Meloni ha poi precisato: "Hanno tentato di dipingerci come un governo disumano. L'Italia ha segnato un cambio di passo sull'immigrazione, in Europa lo sanno”.

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Meloni: "A giorni il provvedimento per le visite di sabato e di domenica"

Durante il comizio in Piazza del Popolo, Meloni ha annunciato che "nei prossimi giorni faremo un altro provvedimento per costruire un meccanismo nazionale di monitoraggio delle liste d'attesa, che non esiste". Poi ha aggiunto: "Vuol dire avere possibilità di intervenire in maniera puntuale. E ci saranno soluzioni per effettuare visite e prestazioni sanitarie, che si faranno anche sabato e domenica, abolire il tetto di spesa per l'assunzione dei medici, coinvolgere più gli specializzandi, sanzionare i dirigenti sanitari che non dovessero rispettare gli obiettivi di riduzione delle liste d'attesa, premiandoli se invece lo fanno".  

Meloni: "Per il Pd è democrazia solo se governano loro"

La presidente del Consiglio si è poi rivolta al leader del M5S, Giuseppe Conte, e alla segretaria del Pd, Elly Schlein. "Non voglio dire niente del M5s che prendeva ogni decisione sulle piattaforme online e ora ci dice che è autoritario che i cittadini scelgano direttamente da chi essere rappresentanti. Da trasformare il parlamento in palazzo di vetro a partito consociativo della prima repubblica il passo è breve: c'è una coerenza nella capacità di tradire tutte le promesse che avevano fatto", ha detto Meloni. Poi, riferendosi al Partito democratico: "E' surreale che un partito che si definisce democratico poi ci dice che dovremo passare sui loro corpi per fare una riforma che rafforza la democrazia: abbiamo capito che per il Pd è democrazia solo se c'è quel partito che comanda ma è un'altra cosa". E ancora: "La sinistra cerca continuamento di usare l'Europa per impedire a un governo scelto democraticamente dagli italiani di realizzare il programma votato. Sono abituati a cercare il soccorso esterno contro chi non condividono in patria. E poco importa se ci rimette l'Italia. Per la sinistra il suo personale destino vale sempre di più di quello di tutti gli italiani messi insieme: ormai si appellano apertamente senza pudore ai condizionamenti esterni, lo fanno ogni giorno per cercare di fermarci ma non funziona più".

Meloni: "Sono una leader democratica? Schlein non scappi e risponda"

Nel corso del comizio a Roma, Meloni si è rivolta ancora alla leader del Partito democratico, Elly Schlein, e al candidato del socialista alla Commissione europea Nicolas Schmidt. "Qualche giorno fa il candidato alla presidenza della commissione dei socialisti, tale signor Schmit, ha detto che i conservatori sono una forza non democratica, secondo il candidato di Elly Schlein e del Pd io che sono presidente dei conservatori e presiedo il governo italiano, dopo essere stata eletta, non sarei democratica". Meloni ha poi rivolto un appello diretto a Elly Schlein. "Chiedo pubblicamente alla segretaria del Pd di dire se condivide o no queste parole ma non scappi anche stavolta. Elly, è una domanda semplice: condividi sì o no che io sia una leader democratica? E se non sono un leader democratico, cosa sono? Sono un dittatore? E se sono un dittatore, si fa la lotta armata per depormi? Sono dichiarazioni deliranti, irresponsabili, di gente che per raggranellare mezzo voto scherza con il fuoco. Signor Schmit, spero si renda conto di quello che dice: cosa accadrebbe se qualcuno dovesse prenderla sul serio, se qualche fenomeno imbevuto di idee estremiste dovesse passare alle vie di fatto?".

Poi ha aggiunto: "Possiamo capire perché la sinistra è tanto nervosa, perché perde lucidità e mostri questo rancore francamente fuori misura, quando le nebbie della propaganda si diradano e rimane la verità gli argomenti finiscono e solita usurata disperata carta del racconto del mostro".  

La segretaria del Pd, Elly Schlein, all'evento in vista delle europee, a Milano, 01 giugno 2024.   ANSA / Rossella Papetti

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Meloni: "Le Europee saranno un referendum tra due visioni opposte"

"Mentre noi difendiamo l'Europa come civiltà da sempre, loro l'hanno adottata dopo il crollo dell'Unione sovietica e siccome sono nostalgici vorrebbero trasformarla in un surrogato del dirigismo sovietico", ha dichiarato la premier Meloni durante il suo discorso a Roma, spiegando che le Europee saranno "un referendum fra due visioni opposte". "Da una parte un'Europa ideologica, centralista, nichilista, sempre più tecnocratica. Dall'altra la nostra Europa, coraggiosa, fiera, che non dimentica le sue radici perché definiscono chi siamo, ci aiutano a orientarci nel buio della paura". 

Meloni: "Vogliamo applicare la 194 nella sua interezza"

"Abbiamo aiutato con più soldi e più strumenti le mamme lavoratrici, perché libertà non è farsi chiamare prefetta ma poter fare il prefetto senza per questo dover rinunciare a mettere al mondo un bambino", ha dichiarato Meloni sul palco in Piazza del Popolo. Poi sull'interruzione volontaria di gravidanza ha precisato: "Non abbiamo mai toccato la 194, la vogliamo applicare nella sua interezza: è vera libertà se puoi anche scegliere di non abortire, se abortisci perché non hai scelta quella non è libertà, noi aggiungiamo libertà".

Meloni: "La sinistra parla di patriarcato ma muta sull'imam a Torino"

"Mentre spiegano a noi cosa occorra fare per la libertà delle donne, si finge di non vedere quello che è accaduto qualche giorno fa all'università di Torino, dove un signore ha tenuto un bel sermone agli studenti, inneggiando alla jihad, alla guerra santa contro gli infedeli". Lo ha detto Meloni dal palco della chiusura della campagna elettorale di FdI per le Europee. "Tra chi ascoltava c'erano anche delle studentesse, rinchiuse in un recinto di metallo, che applaudivano entusiaste chi predicava la loro sottomissione - ha aggiunto Meloni - Una scena raccapricciante, che però evidentemente non interessa a chi milita nella lotta contro il patriarcato un tanto al chilo, o a chi per decenni ha predicato la laicità dello Stato dimenticandosi di dire che quella laicità valeva solo per i simboli cristiani". Poi riferendosi al "caso De Luca" ha aggiunto: "Del resto che ti aspetti da tutti quelli che rimangono in silenzio se una donna viene insultata da un uomo e poi si scandalizzano se quella donna si difende?".  

Frame del video virale sui social in cui la presidente del Consiglio si rivolge salutando il presidente della Campania Vincenzo De Luca con queste parole: "Presidente De Luca, quella stronza della Meloni. Come sta?" e poi gli stringe la mano a margine dell'inaugurazione del centro sportivo a Caivano, Napoli, 28 maggio 2024. "Benvenuta", le ha detto De Luca, rispondendo: "Bene di salute". Il governatore lo scorso 16 febbraio usò il termine "stronza" riferendosi alla presidente del Consiglio, mentre parlava con i giornalisti in Transatlantico alla Camera.

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Meloni: "Vogliamo fare a Bruxelles quello che abbiamo fatto a Roma"

Sulle prossime elezioni Europee Meloni ha dichiarato che "vogliamo fare a Bruxelles quello che abbiamo fatto a Roma un anno e mezzo fa, costruire un centrodestra" unito "per mandare all'opposizione rossi verdi gialli, che tanti danni hanno fatto al nostro continente in questi anni". La presidente del Consiglio ha poi sottolineato che "noi con la sinistra non abbiamo mai governato e non governeremo mai", aggiungendo che "a giudicare dalle reazioni sembra che l'obiettivo sia meno lontano, non fanno che ripetere che bisogna mettere un argine alla destra, che siamo lupi travestiti da agnelli, fanno una specie di terapia di gruppo, fa anche un po' sorridere".  

Meloni: "Viva l'Europa delle Nazioni"

"Viva l'Italia, viva Fratelli d'Italia, viva l'Europa delle Nazioni". Così Giorgia Meloni ha chiuso il suo discorso di un'ora dal palco di Roma. Dopo aver intonato l'inno nazionale sul palco assieme agli esponenti di FdI, la presidente del Consiglio ha lasciato Piazza del Popolo, dove si è svolto il comizio. Nel tardo pomeriggio Meloni è attesa al Quirinale per il Concerto in onore del Corpo Diplomatico accreditato presso lo Stato italiano, in occasione della Festa della Repubblica.  

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