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Dl Superbonus, via libera a emendamento governo: Iv vota si, Forza Italia si astiene

Politica
©Ansa

Prosegue l'esame del decreto in Commissione Finanze al Senato, non senza tensioni. Passa l'emendamento del governo che introduce (con effetto retroattivo) l'obbligo da quest'anno di ripartire in 10 anni le detrazioni dell’agevolazione edilizia. Polemiche delle opposizioni anche per l'aumento da 19 a 20 del numero dei componenti della Commissione: arriverà un membro in più da Fratelli d'Italia

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Ancora una giornata di tensione sul Dl Superbonus: in Commissione Finanze del Senato si continua a esaminare il decreto e in serata è arrivato il via libera al tanto discusso emendamento del governo che introduce l'obbligo da quest'anno di ripartire le detrazioni dell’agevolazione edilizia in 10 anni (e non 4), con effetto retroattivo. L'emendamento è stato approvato con il voto favorevole di Iv e l'astensione di Forza Italia. Non ha partecipato al voto nemmeno il senatore Patton delle Autonomie. Al voto ha partecipato anche il presidente della commissione Massimo Garavaglia (Lega), che ha lasciato la commissione sbottando, alla presenza dell'azzurro Maurizio Gasparri: "È passato nonostante Forza Italia, grazie al voto del presidente e di Italia Viva", ha detto. Sul punto erano arrivati alla Commissione gli attesi pareri del Mef ai subemendamenti che modificano l'emendamento del governo: erano contrari i pareri sulle modifiche proposte da Forza Italia per togliere la retroattività dell'allungamento a 10 anni delle detrazioni. Prima che arrivasse la notizia, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva già precisato che senza le modifiche richieste gli azzurri avrebbero votato contro il testo di legge (poi invece si sono astenuti).

Questione sugar tax

Al di là del nodo Superbonus, è sempre nello stesso decreto che è stato inserito lo stop per le banche alla compensazione dei crediti con i debiti previdenziali, oltre all'introduzione della sugar tax che però slitterà: in serata è stato raggiunto l'accordo a posticipare l'avvio della tassa al primo luglio 2025. Su questo si attendeva una riformulazione del Mef che individui la copertura per il rinvio. Lo slittamento della sugar tax a luglio 2025 è contenuto nell'emendamento riformulato del governo al decreto superbonus approvato dalla commissione Finanze del Senato. Nell'emendamento presentato originariamente dal governo venerdì notte la sugar tax sarebbe dovuta scattare, in misura ridotta, da luglio di quest'anno. Viene invece rinviata di due anni, al luglio 2026, la plastic tax.

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Cresce maggioranza in Commissione, insorgono le opposizioni

Non senza polemiche è poi aumentato da 19 a 20 il numero dei componenti della commissione che sta esaminando il decreto. Lo hanno riferito le opposizioni, spiegando di aver ricevuto una comunicazione dal presidente del Senato Ignazio La Russa. "La maggioranza aumenterà di un componente – ha detto Stefano Patuanelli del M5s - è una facoltà che si ha" e si fa quando cambiano gli equilibri, ma "va prima comunicata all'aula. Quindi è una forzatura politica ma è anche regolamentare”. Il tema verrà “sollevato”, ha fatto sapere la senatrice Pd Beatrice Lorenzin. Il parlamentare aggiunto, riferiscono le opposizioni, dovrebbe essere Salvatore Salemi di Fdi. In ogni caso, la nuova composizione della Commissione entrerà in vigore da domani, ha precisato in Aula La Russa.

Cosa potrebbe succedere

Aggiungere un senatore di FdI potrebbe aiutare la maggioranza a blindare il proprio testo. A patto però che Forza Italia non si allei con le opposizioni e scelga al più di astenersi o non partecipare al voto. Anche perché - si evidenzia in ambienti parlamentari - votare contro un emendamento del governo aprirebbe una questione politica. Con il nuovo componente voluto da FdI, la maggioranza arriva a quota 11 con Forza Italia e a quota 10 senza. Quindi: se gli azzurri votassero con le opposizioni si arriverebbe a un pareggio (10 a 10) e le proposte emendative non sarebbero approvate. Per incassare l'ok della Commissione gli emendamenti dovrebbero contare su Forza Italia: anche qualora non votasse con la maggioranza dovrebbe almeno non partecipare al voto o astenersi. A quel punto il risultato sarebbe 10 a 9 a favore della maggioranza.

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