Pnrr, l'Italia ha speso 45,6 miliardi dei 101 ricevuti: raggiunti 178 obiettivi

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I dati sono stati riportati nel corso della Cabina di Regia per l'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano. Dal report, il nostro risulta il Paese che ha realizzato più obiettivi: 178 su 527. Per il 2024, si punta a raggiungere 39 obiettivi con la sesta rata e 74 con la settima

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L’Italia ha incassato quasi 102 miliardi di euro grazie al PNRR, spendendone – finora – 45,6. Lo comunica il Ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione, il Sud e il PNRR Raffaele Fitto, nel corso della Cabina di Regia per l’esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano. Per Fitto si tratta di un ottimo risultato, che vede l’Italia come il Paese che ha raggiunto il numero più alto di obiettivi: 178 su 527. “PNRR: ai catastrofismi di certa sinistra, abbiamo risposto con fatti e risultati”, ha commentato Giorgia Meloni, provocando gli oppositori politici che avevano criticato la gestione del denaro. 

“Una presa di coscienza e uno stimolo”

“È intervenuto un elemento molto importante, che da una parte è una presa d’atto positiva del lavoro fatto, dall’altra, però, è anche uno stimolo a proseguire che è il Rapporto di medio termine della Commissione Europea”, ha dichiarato il ministro durante la Cabina di Regia.

Il dato riportato da Fitto si riferiscono al PNRR ante revisione. La spesa del 2023 è pari a circa 21 miliardi di euro, poco meno rispetto al biennio 2021-2022. I lavori non si fermeranno nel 2024, anno nel quale si conta di raggiungere 39 obiettivi con la sesta rata e 74 con la settima.

“Con il ministro Giorgetti lavoriamo da sempre in modo molto positivo”, ha aggiunto Fitto. A volte si lanciano allarmi anche quando non c'è una scadenza, come nel caso del decreto PNRR sul finanziamento delle opere espunte dal piano. Il testo che verrà fuori terrà conto di tutta una serie di interlocuzioni. I tempi non penso saranno lunghi. Noi abbiamo tolto quei progetti dal PNRR perché abbiamo condiviso con la Ue la non rendicontabilità, la non ammissibilità e il fatto che non avrebbero raggiunto le scadenze richieste".

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