Elezioni Sardegna, l'emergenza sanità è la priorità per chi governerà

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Stefania Pinna

Stefania Pinna

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Tra mancanza di medici e liste d'attesa, molti rinunciano a curarsi. La sanità è la priorità per l'isola che va al voto il prossimo 25 febbraio. La situazione più complessa è in Provincia di Nuoro, dove manca il 50% dei medici di medicina generale

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E’ senza dubbio l’emergenza sanità il capitolo più spinoso che dovrà gestire chi governerà la Sardegna per i prossimi cinque anni. Nell’isola mancano medici di famiglia, pediatri, medici specialisti, infermieri, operatori sanitari e posti letto. In tutta la regione non c’è neanche un posto di rianimazione pediatrica: se un bimbo ne ha bisogno, deve essere trasferito nella penisola con un volo militare.

L'emergenza sanità in Sardegna

Indicativa la storia di Roberta Ucheddu e della sua famiglia. Roberta vive a Guspini, in provincia del Sud Sardegna, con il marito e il figlio, Samuele, che oggi ha 22 anni e che alla nascita ha avuto una paralisi cerebrale infantile con una conseguente forma di grave di epilessia. Samuele è in cura da sempre, deve assumere dei farmaci specifici e ha continuo bisogno di assistenza. “Da un anno non abbiamo il medico di famiglia – racconta Roberta – quello di prima è andato in pensione e ora siamo completamente abbandonati a noi stessi”.

Unica soluzione provvisoria nell’isola sono gli Ascot, degli ambulatori in cui c’è un medico per qualche ora a settimana, a cui si rivolge un bacino di utenza molto ampio. Racconta Maria Carmela Marras, del Comitato di salute pubblica di Oristano (che, come altri nell’isola, è nato spontaneamente per spronare la Regione a fare di più ed evidenziare le tante lacune della sanità sarda) che nella loro provincia c’è un Ascot in cui pazienti anziani fanno la fila al freddo dalle 4 del mattino nella speranza di essere ricevuti nel lasso di tempo disponibile.

La situazione a Nuoro

A soffrire di più è però la Provincia di Nuoro, dove manca il 50% dei medici di medicina generale (fonte: Azienda Regionale per la Salute)

“E’ vero – ammette Paolo Cannas – Direttore generale dell’Asl di Nuoro. Ci sono pochi medici e quelli che ci sono scelgono di stare nei Comuni più grandi, mentre nessuno vuole andare nei piccoli paesini dell’entroterra (peraltro mal collegati, ndr). Nel breve periodo non possiamo far altro che utilizzare gli Ascot, ma siamo convinti che l’unica soluzione a medio e lungo termine sia la telemedicina, almeno per i cronici. Al momento assistiamo con monitoraggio e teleassistenza i pazienti over 65 con scompensi cardiaci e in futuro miriamo ad allargare il progetto ad altre cronicità”.

Quello che sorprende è che la Sardegna è una regione che dedica ampie risorse alla sanità, eppure i livelli essenziali di assistenza risultano carenti in due delle tre aree monitorate: la medicina del territorio e l’assistenza ospedaliera (fonte: Ministero della Salute). Non solo: la Sardegna è la Regione in cui più cittadini rinunciano alle cure, o per problemi economici o per carenza dei servizi. A rinunciare alle cure è il 16% della popolazione adulta, contro il 10% della media nazionale (fonte: Ministero della Salute). Amaro il commento dei Comitati di salute pubblica anche a proposito delle liste d’attesa “infinite”: “Chi può – ci dicono – si rivolge al privato e in molti casi va anche fuori Regione. Gli altri si arrangiano”. 

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