Ex Ilva, Consiglio dei ministri approva decreto con interventi per creditori

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Il dl si compone di cinque articoli: si va dalle misure per agevolare l'accesso al Fondo di garanzia Pmi, alle disposizioni per contenere i tassi di interesse sui finanziamenti

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Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con interventi a favore delle aziende creditrici dell'indotto ex Ilva. Il dl si compone di cinque articoli: si va dalle misure per agevolare l'accesso al Fondo di garanzia Pmi, alle disposizioni per contenere i tassi di interesse sui finanziamenti.

L'articolo 3 stabilisce la pre-deducibilità assoluta dei crediti delle imprese dell'indotto o degli istituti finanziari che li hanno acquistati, riferiti a prestazioni rese senza soluzione di continuità fino alla data in cui è disposta l'amministrazione straordinaria. Previste anche altre misure per la cassa integrazione.

Mimit: "Garanzia Sace da 150 milioni"

"A seguito dell'approvazione del decreto legge, e in forza della disposizione che prevede la prededuzione dei crediti verso Acciaierie d'Italia - si legge in una nota -, il Consiglio di Amministrazione di Sace ha deliberato oggi la concessione di una garanzia finanziaria a condizioni di mercato, fino al 70% di un importo massimo di crediti pari a 150 milioni di euro, a favore di istituti finanziari cessionari di tali crediti. Questo creerà le condizioni di mercato per sostenere la filiera di Adi (Acciaierie d'Italia)". 

Il decreto contiene misure per "tutelare le imprese dell'indotto per l'ipotesi di commissariamento straordinario di Adi, nonché i cessionari dei crediti vantati dalle predette imprese, in modo che gli stessi continuino a tenere 'aperta' la disponibilità all'acquisto pro soluto dei crediti, assicurando la fornitura di beni e servizi e, quindi, la continuità produttiva degli impianti", prosegue la nota, in cui si spiega che "è previsto un accesso agevolato delle imprese dell'indotto di Adi" in caso di commissariamento successivo all'entrata in vigore del decreto "al Fondo di garanzia Pmi. La disposizione prevede l'esonero dal pagamento delle commissioni 'una tantum' per l'accesso al Fondo e per il mancato perfezionamento delle operazioni garantite. Per la misura della garanzia diretta sarà previsto l'innalzamento all'80% per tutte le operazioni. Per quanto riguarda le operazioni di riassicurazione, la copertura del Fondo di garanzia Pmi è incrementata fino al 90%. Per l'accesso alla garanzia del Fondo, le imprese devono aver impegnato, negli ultimi due esercizi precedenti la data di presentazione della richiesta di garanzia, almeno il 70% del fatturato nei confronti del committente".

Un'immagine dello stabilimento Ilva a Taranto, 25 settembre 2013.
ANSA / CIRO FUSCO

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"Istituito un Fondo per sostegno ad aziende"

"Viene istituito un Fondo presso il Mimit al fine di erogare contributi in favore delle imprese, nell'ambito del de minimis, per abbattere gli interessi che le stesse dovranno corrispondere sui mutui per nuova liquidità", si legge ancora nella nota del Mimit. Previste anche "misure che confermano la prededucibilità dei crediti delle imprese dell'indotto, eliminando quelle differenziazioni che in passato hanno generato difficoltà interpretative e applicative e provocato discriminazioni all'interno della platea. Viene estesa la prededucibilità anche ai crediti vantati dai cessionari delle imprese". Le disposizioni "prevedono che non siano soggetti a revocatoria i pagamenti dei crediti se effettuati dalla data di entrata in vigore del decreto fino alla data di apertura della procedura", prosegue la nota. Il decreto legge contiene anche una specifica disposizione, predisposta dal ministero del Lavoro, per quanto riguarda l'estensione della Cigs a tutti i lavoratori dell'indotto. 

Un momento del primo presidio e corteo durante l'emergenza Coronavirus degli operai della ArcelorMittal, dopo l'arrivo delle lettere di cassa integrazione da parte dell'azienda, Genova, 18 maggio 2020. ANSA/LUCA ZENNARO

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Le dichiarazioni

Sull'ex Ilva "il governo sta lavorando - ha affermato oggi la ministra del Lavoro, Marina Calderone, Radio1 Rai -. Abbiamo un continuo e costante contatto con le organizzazioni sindacali, con l'indotto. L'obiettivo è preservare la forza lavoro e garantire la prosecuzione dell'attività: vogliamo continuare a fare l'acciaio in Italia e lo vogliamo fare in sicurezza, con un'attenzione specifica a preservare la salute e sicurezza. Non vogliamo chiudere".

Un'immagine dello stabilimento Ilva a Taranto, 25 settembre 2013.
ANSA / CIRO FUSCO

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