Mennuni (FdI): “Maternità torni cool, donne facciano figli”. È polemica

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Le parole della senatrice hanno scatenato una nuova bufera social. "Dobbiamo far sì che le ragazze di 18-20 anni, vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia", ha detto ai microfoni di La7. Dure le opposizioni. Appendino: "Perché Fratelli d'Italia ha nostalgia del Medioevo?". Paita (Iv): "Donne ridotte a pura funzione biologica"

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Una nuova polemica si affaccia sul mondo della politica – e dei social - a pochi giorni dalla fine dell’anno. Questa volta riguarda Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d’Italia. "Non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, la missione (la vogliamo chiamare così perché io penso sia una cosa bella?), di mettere al mondo dei bambini, che saranno i futuri cittadini e italiani", ha detto la parlamentare intervistata su La7 parlando delle donne nella società. Poi si è spinta più in là: “C'è l'approccio culturale, ora userò un termine terribile, diventerà trash: dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni" a far sì "che la maternità torni a diventare di nuovo cool". Per questo, ha detto, "dobbiamo far sì che le ragazze di 18-20 anni, vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia". Immediate le reazioni sui social media.

"La mia mamma mi diceva: devi aspirare a essere madre"

Mennuni è partita dalla sua esperienza personale. "La mia mamma mi diceva sempre: ricordati che qualsiasi aspirazione tu abbia - e io volevo fare politica a 12 anni -, tu devi ricordare che hai l'opportunità di fare quel che vuoi ma non devi mai dimenticare che la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta".  La senatrice ha poi precisato che "questa è una cosa che anche le donne della mia generazione di 46-47 anni dobbiamo ricordare alle nostre figlie".

Le critiche delle opposizioni: "Nostalgia del Medioevo"

In un momento in cui il dibattito sul ruolo della donna e sulla cultura del patriarcato in Italia si fa più acceso, le parole di Mennuni non sono passate inosservate all’opposizione. "Perché Fratelli d'Italia ha questa nostalgia del Medioevo? Che ne dice la senatrice Mennuni - secondo cui la massima aspirazione e missione di una donna è quella di diventare mamme - di dare alle nostre figlie aspirazioni che vanno oltre il manuale degli stereotipi? Tramandiamo loro la libertà di sognare e i mezzi per realizzarsi come preferiscono, non il buio della ragione", ha scritto ad esempio sui social la vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino. Dello stesso tono Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva, secondo cui le dichiarazioni della collega "mettono a nudo quale sia la vera concezione che Fdi ha delle donne nella società: non protagoniste del loro destino ma ridotte a una pura funzione biologica". Così anche Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera: "È un modo per banalizzare e svilire l'esperienza fondativa dell'umanità. Il doppio sì, alla scelta di maternità e a quella lavorativa, caratterizza la vita di molte di noi. Va detto che il lungo cammino verso la libertà, autonomia e autodeterminazione non sarebbe stato possibile se non in virtù delle molte donne che nel corso della storia hanno scelto di non diventare madri, mettendo a disposizione di noi tutte e tutti il loro genio creativo". Perle esponenti del MoVimento 5 Stelle in commissione Femminicidi (Ascari, Bilotti, Morfino, Maiorino) le parole di Mennuni sono "il manifesto ideologico del partito di Giorgia Meloni", e cioè di "un progetto di società che rinnega i passi avanti, che con enorme difficoltà le donne hanno fatto in famiglia, sui posti di lavoro e nella affermazione del proprio ruolo nella società di oggi".

Calenda: "Ogni giorno una baggianata"

"Ogni giorno, più o meno alla stessa ora, c'è una baggianata che finisce per diventare il refrain delle successive 24h. Quindi oggi facciamo diventare "cool" la maternità (e il Vaticano..perché così ha detto). Qualsiasi cosa voglia dire. Ma entro il pomeriggio, perché domani c'è già un'altra sparata che ci aspetta", è il commento sulla vicenda del leader di Azione, Carlo Calenda.

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