Legge bavaglio, cos'è e perché si parla dell'emendamento Costa

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La Camera ha dato il via libera all'emendamento di Enrico Costa di Azione alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicazione "integrale o per estratto" del testo dell'ordinanza di custodia cautelare. Una misura che le opposizioni, a esclusione di Azione e di Iv che hanno espresso voto favorevole, hanno definito come una norma "bavaglio". Contraria anche la Fnsi, che ha già chiesto al presidente Sergio Mattarella di non firmare la legge

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Ieri, martedì 19 dicembre, l’Aula della Camera ha dato il via libera all'emendamento di Enrico Costa di Azione alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicazione "integrale o per estratto" del testo dell'ordinanza di custodia cautelare. Una misura che le opposizioni, a esclusione di Azione e di Iv che hanno espresso voto favorevole, hanno definito come una norma "bavaglio". Contraria anche la Fnsi, che ha già chiesto al presidente Sergio Mattarella di non firmare la legge.

Il via libera della Camera

Il testo è stato approvato con voto palese, dopo che Costa ha recepito la riformulazione proposta dal governo. I voti a favore sono stati 160, quelli contrari 70. Iv e Azione hanno votato a favore insieme alla maggioranza; M5S, Avs e Pd contro. Il via libera all'emendamento è arrivato dopo un lungo lavoro che ha portato all'intesa sul testo presentato dal deputato di Azione Costa. La proposta di modifica, per la quale il governo aveva annunciato il parere contrario, è stata riformulata e l'ok di Montecitorio c'è stato senza chiedere il voto segreto e senza creare imbarazzi nella maggioranza, visto che Fi aveva preannunciato il suo sì anche al testo precedente contro il parere di esecutivo e alleati.

Cosa prevede il testo

Il testo originario prevedeva il "divieto di pubblicazione dell'ordinanza di custodia cautelare" fino alla conclusione delle indagini o dell'udienza preliminare, mentre nella riformulazione proposta dal governo si parla di divieto di pubblicazione "integrale o per estratto" del testo dell'ordinanza. In altre parole, l’ordinanza di custodia cautelare - che è il provvedimento con il quale i giudici formalizzano, su richiesta dei pm, una misura cautelare e che contiene diverse informazioni sulla vicenda giudiziaria - sarà pubblicabile solo dopo l’inizio del processo.

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Soddisfatti Fi e Azione

La riformulazione del testo è stata accolta positivamente da Forza Italia, con Matilde Siracusano che ha commentato: "Un risultato positivo che ci soddisfa, un buon traguardo per ribadire ancora una volta l'importanza - per Fi e per il governo - del garantismo e della presunzione di innocenza, cardini chiave sui quali si fonda la nostra Costituzione". Soddisfatto anche il segretario di Azione Carlo Calenda: "Ancora una volta grazie a Enrico Costa per il suo puntuale e straordinario lavoro sulla giustizia. Approvato alla Camera il nostro emendamento che vieta di riportare l'integrale o gli stralci delle ordinanze di custodia fino al termine dell'udienza preliminare. Un grande servizio di Enrico Costa, che si è battuto duramente per questa battaglia di civiltà e che risponde ai principi di garantismo e giusto processo previsti in Costituzione. Oggi più che mai la tutela dei diritti dell'imputato e la presunzione d'innocenza sono assicurati".

Le critiche

Non sono mancate, invece, le critiche. "L'emendamento a firma Costa riformulato sulla legge delegazione europea – hanno attaccato Angelo Bonelli e Devis Dori di Verdi e Sinistra – in mano a questo governo può diventare un nuovo bavaglio alla libertà di stampa. Non possiamo certo ritenere che questo ministero della Giustizia che alterna annunci garantisti e panpenalismo di fatto possa avere il giusto equilibrio per trattare un tema così delicato. Nessuna delega in bianco al ministro della Giustizia Nordio, che passa lunghi periodi fuori dai monitor della politica, come sta avvenendo con la riforma della prescrizione". Contrario anche il Movimento 5 Stelle. "L'emendamento di Azione che intende impedire la pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare fino alla conclusione delle indagini preliminari è un altro vergognoso bavaglio che colpisce e umilia il diritto dei cittadini a essere informati. L'informazione è un dovere di chi lavora in quel campo ma anche un diritto di tutti. Così il governo Meloni e la sua maggioranza allargata ad Azione e IV ancora una volta dimostrano qual è la loro unica agenda in materia di Giustizia: nascondere o lasciare impunite le malefatte della borghesia mafiosa, dei corrotti, dei comitati d'affari. Si affaticano tanto per nascondere i possibili reati dei potenti, perché sono quelli che interessano all'opinione pubblica. La giustizia classista del governo Meloni procede a passo spedito, portando l'Italia in un medioevo dei diritti", hanno dichiarato i rappresentanti del M5S in commissione Giustizia alla Camera Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso e Carla Giuliano.

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Fnsi annuncia mobilitazione

Contro l’emendamento si è espressa anche la Federazione nazionale della stampa italiana. "Domani la Fnsi non sarà alla conferenza stampa di fine anno della premier Meloni e convocherà invece una giunta straordinaria per organizzare la mobilitazione della categoria, assieme alla società civile, contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca rappresentato dal divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare", ha detto la segretaria generale Alessandra Costante. "Chiediamo fin d'ora al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsioni dei diritti", ha aggiunto. "Si tratta – ha sottolineato Costante – di un provvedimento liberticida non solo nei confronti dell'articolo 21 della Costituzione, ma anche nei confronti delle libertà individuali. È pericolosissimo che non si sappia se una persona viene arrestata o meno. E non è pericoloso solo per la libertà di stampa, è pericoloso anche per lo stesso destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere". Per la segretaria generale del sindacato dei giornalisti, "il ricordo delle dittature, dei desaparecidos, delle persone che alle porte dell'Europa vengono fatte sparire senza che nessuno ne sappia nulla, penso ad esempio ad Alexei Navalny, deve far crescere la nostra attenzione, ma anche quella dei direttori dei giornali, che devono essere al fianco dei colleghi in questa lotta, e delle istituzioni".

Roma, 25 Gennaio 2019

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ph. © Luigi Mistrulli (Roma - 2019-01-25, Luigi Mistrulli) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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