Un anno di governo di Giorgia Meloni, tra innovazioni e continuità

Politica
Andrea Bonini

Andrea Bonini

Un anno complesso, segnato dalla guerra in Ucraina, l’inflazione galoppante, la morte di Silvio Berlusconi ed ora le tensioni in Medio Oriente

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Compie un anno il governo della prima donna presidente del Consiglio, l’underdog – per sua stessa definizione – della politica italiana. Un anno complesso, segnato dalla guerra in Ucraina, l’inflazione galoppante, la morte di Silvio Berlusconi ed ora le tensioni in Medio Oriente.

Per Giorgia Meloni un vero e proprio “battesimo di fuoco” che fa da cappello a luci ed ombre di questi 12 mesi: al tempo stesso alibi per le cose non fatte ma anche difficoltà oggettiva per uscire da un’agenda che potesse guardare al di là della contingenza. 

Il capitolo internazionale

Di sicuro Giorgia Meloni ha dimostrato di non essere un marziano, come disse durante il suo primo viaggio a Bruxelles, di fronte alle perplessità e alle paure di una virata sovranista ed autoritaria dell’Italia. Il capitolo internazionale è quello a cui si è dedicata maggiormente e che ne ha anche sancito una sua piena istituzionalizzazione.

Emblematica la foto con Von Der Leyen e Rutte a Tunisi, sigillo di un inedito mainstream sul delicato tema dell’immigrazione. Non più blocchi navali, respingimenti, ricollocamenti. Bensì piano Mattei, cooperazione strategica, accordi tra Unione Europea e Paesi Africani. È la svolta più evidente che la porta in rotta di collisione con Ungheria e Polonia, rimasti alleati solo sulla carta, ma che le garantisce un posto al tavolo dell’establishment. Esattamente come il sostegno senza ambiguità all’Ucraina, chiave di volta per un appoggio pieno dell’America democratica di Biden. 

Il fronte interno

Più complesso il fronte nazionale dove le difficoltà sono maggiori. A non aiutarla un quadro economico sofferente a livello globale e un bilancio italiano dipendente in gran parte da regole, aiuti e impegni europei.  Ecco allora che non c’è il promesso taglio delle accise sui carburanti, la flat tax diventa un obiettivo di legislatura, la manovra per il 2024 congela l’esistente senza potersi spingere molto oltre.

Tra gli errori va segnalata la tassa sugli extraprofitti bancari e relativo passo indietro ma che non ha evitato la polverizzazione in borsa di 9 miliardi di euro. Così come il tentativo, anche questo in parte rientrato, di scaricare su Draghi le responsabilità sul Pnrr. 

E il futuro?

Politicamente la morte di Berlusconi ha acuito la competizione nella maggioranza con Forza Italia che prova a resistere senza il Cavaliere, e Matteo Salvini che tenta di recuperare spazi e consensi.

Incognite, che alla pari delle turbolenze internazionali, rischiano di incidere sul futuro.

Di sicuro il primo anno del governo di Giorgia Meloni sarà ricordato più che per la discontinuità con il passato, per il bagno di realtà del passaggio da una storia di opposizione ad una di governo. Come e quanto peserà lo vedremo da qui in avanti.

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