Maternità surrogata, via libera della Camera alla proposta di legge su reato universale

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L'Aula di Montecitorio ha dato il suo ok alla pdl del centrodestra, che mira a introdurre il reato universale per la maternità surrogata. I voti a favore sono stati 166, 109 i contrari, quattro gli astenuti. Il testo ora passa a Palazzo Madama. Bocciato l'emendamento di Riccardo Magi (+Eu) che di fatto regolamentava la GPA in modo dettagliato ed istituendo un Registro nazionale delle gestanti

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Via libera nell'Aula della Camera alla proposta di legge del centrodestra che mira a introdurre il reato universale per la maternità surrogata. I voti a favore sono stati 166, 109 i contrari, quattro gli astenuti. Il testo ora passa al Senato. L'esame della proposta di legge era iniziato questa mattina. No del relatore e del governo a tutti gli emendamenti tranne ad una richiesta di modifica del testo avanzata da Augusta Montaruli di FdI. Montecitorio ha quindi bocciato l'emendamento di Riccardo Magi (+Eu) che di fatto regolamentava la GPA in modo dettagliato ed istituendo un Registro nazionale delle gestanti. Per il voto sull'emendamento il Pd non ha partecipato, il M5S si è astenuto. Avs ha votato a favore, con l'eccezione della capogruppo Luana Zanella, che ha spiegato le sue ragioni in un intervento partecipato contro la maternità "ridotta a mezzo di produzione a vantaggio di altre e altri", applaudito dalla maggioranza di centrodestra. Per questo emendamento i voti a favore sono stati nove, i contrari 191, 44 gli astenuti. 

Cosa succede

La porposta del centrodestra introduce un nuovo reato universale, vale a dire l'obbligo per i magistrati di perseguire un cittadino anche laddove abbia commesso l'illecito all'estero. A sollevare le critiche delle opposizioni è il fatto che tale pratica, vietata in Italia dal 2004, è invece consentita in alcuni Stati esteri, dove vanno le coppie italiane per avere un figlio con questa tecnica. Le opposizioni unite sul no a questa legge si sono invece divise, anche all'interno dei diversi partiti, sulla maternità surrogata in quanto tale, cioè su una serie di emendamenti riguardanti l'attuale legge e in particolare sull'emendamento di Magi. La parola passa al Senato che esaminerà la legge a settembre. Le riserve sul piano giuridico delle opposizioni erano state sollevate anche da diversi giuristi nelle audizioni, ma la relatrice Carolina Varchi (Fdi), ha spiegato che l'introduzione del reato universale serve a disincentivare proprio il ricorso alla maternità surrogata all'estero. Teoricamente, dunque, quando le coppie tornano in Italia (sono soprattutto quelle eterosessuali a ricorrervi) potrebbero essere incriminate e finire in carcere con una pena da tre mesi a due anni.

Le reazioni

Il più critico verso la legge è stato il segretario di +Europa Riccardo Magi che dopo aver portato in piazza martedì le famiglie arcobaleno, ha presentato un emendamento che legalizza la maternità surrogata solidale (la madre riceve denaro solo in forma di rimborso spese). Un emendamento respinto dal centrodestra ma che ha spaccato le opposizioni. La Verde Luana Zanella, in un intervento appassionato, ha negato che possa esistere una maternità surrogata solidale, e che questa pratica sfrutta il corpo delle donne ed è una violenza anche al bambino poi strappato alla madre. Il gruppo di Avs si è diviso, con Sinistra italiana a favore dell'emendamento Magi e i Verdi contrari. Il Pd, diviso al suo interno tra la maggioranza contraria (i cattolici e le femministe) e qualche favorevole (come la segretaria Schlein, Alessandro Zan e Rachele Scarpa) se la sono cavata non partecipando al voto (ma Paola De Micheli vota contro e Bruno Tabacci si astiene), mentre M5s, nelle stesse condizioni, ha optato per l'astensione. Il Terzo Polo ha lasciato libertà di voto, anche nel voto finale su cui Ettore Rosato e Mara Carfagna hanno sostenuto la legge. Zanella ha presentato poi un ordine del giorno che impegna il governo a intraprendere azioni diplomatiche perché l'Onu imponga "il divieto globale" per la maternità surrogata, come è avvenuto nel 2022 per le mutilazioni genitali femminili. L'ordine del giorno è stato accolto dal governo il che ha evitato un voto che avrebbe certificato una nuova spaccatura in casa Dem e M5s.

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