Politica
Riforma della Giustizia, cosa prevede il ddl Nordio
Lo scorso 15 giugno il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma presentata dal guardasigilli. Nel testo, ora al vaglio del Quirinale, anche lo stop all’impugnazione delle sentenze di assoluzione e nuove regole in materia di custodia cautelare. Il ministro: “È il frutto di sei mesi di lavoro di uno staff estremamente preparato. Dispiace che Berlusconi non abbia potuto assistere al primo dei tanti passaggi che avremo per realizzare quella che chiamiamo una giustizia giusta”
Dopo il via libera del 15 giugno del Consiglio dei ministri al ddl Nordio, la riforma della giustizia è ora al vaglio del Quirinale. Fra le varie misure, cancella il reato di abuso d'ufficio, pone alcuni limiti al potere di appello del pm e amplia i divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni. “Riforme come quelle oggi approvate dal Cdm non si improvvisano in due giorni, ma sono il frutto di sei mesi di lavoro di uno staff estremamente preparato del nostro ministero", ha detto il guardasigilli. Ecco cosa prevede il testo
ABUSO D'UFFICIO - Il reato viene cancellato sulla base del fatto che le modifiche introdotte in questi anni non hanno eliminato lo “squilibrio” tra le iscrizioni nel registro degli indagati e le condanne: l'anno scorso sono stati archiviati 3.536 dei 3.938 fascicoli aperti. “Ho sentito inesattezze sul vuoto di tutela che si realizzerebbe con l'abolizione dell'abuso d'ufficio che non c'è affatto - ha detto Nordio, ricordando la "delegittimazione di molti personaggi politici che hanno visto compromessa anche la carriera per indagini che si sono concluse nel nulla"
APPELLO DEL PM - La possibilità di appello dei pm sparirà per le sentenze di assoluzione che riguardano reati di “contenuta gravità”. Una strada già tentata in passato con la riforma Pecorella bocciata dalla Corte costituzionale. Potranno essere impugnate invece le assoluzioni per i reati più gravi, compresi quelli del Codice Rosso