"L'intero complesso dei reati contro la pubblica amministrazione dovrebbe essere rivisitato. Attualmente è così evanescente da essere inapplicabile", ha detto il ministro della Giustizia in un'intervista al Corriere della Sera
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, pensa e spera che non si sia aperta una nuova stagione di conflitto con i suoi colleghi d'un tempo. Intervistato dal Corriere della Sera, dice di non cercare lo scontro: "C'è modo e modo di dissentire dai disegni di legge e dal tenore delle sentenze. Nel caso di questa riforma sono stati usati termini molto forti ancor prima che il testo fosse noto - spiega -. Vorrei che si abbassassero i toni da parte di tutti". Quanto alle sue dichiarazioni sul fisco, sottolinea di non aver mai legittimato gli evasori: "Il nostro sistema tributario è così impazzito che anche l'imprenditore più onesto che paghi tutte le tasse è sempre esposto ad indagini - osserva -. È questo sistema che favorisce gli evasori, non chi come me lo denuncia. L'evasione si combatte con una semplificazione normativa e un rapporto più certo e leale tra Stato e contribuente. Ed è questo il senso della riforma illustrata dal viceministro Leo".
"Serve una rivisione"
Nordio spiega che si interverrà più avanti, "con una riforma del codice di procedura penale, anche sull'informazione di garanzia". Per il ministro, inoltre, l'intero complesso dei reati contro la pubblica amministrazione dovrebbe "essere rivisitato. Lo abbiamo già fatto con il traffico di influenze, adeguando meglio la fattispecie ai principi di tassatività, specificità e chiarezza. Attualmente è così evanescente da essere inapplicabile. Il nostro Ufficio legislativo ha fatto un lavoro certosino, valutando i pro e i contro di ogni innovazione, secondo un determinato indirizzo politico che, come sempre, è il frutto di valutazioni tra le varie componenti". Alla fine "il testo ha ottenuto l'assoluta unanimità - sottolinea - e al Consiglio dei ministri c'è stato persino un piccolo applauso".