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Lega e Fdi astenute al Pe sul sì a Convenzione di Istanbul. D.i.Re a Meloni: "Preoccupati"

Politica
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"Lei è la prima presidente del Consiglio in Italia, un Paese che conta una donna uccisa ogni tre giorni, e che si colloca nella classifica sul Gender Gap del World Economic Forum al 63° posto. Cosa ha intenzione di fare?" La lettera di Donne in Rete alla premier contro la violenza. Schlein: "Una vergogna"

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Le delegazioni di Fdi e Lega si sono astenute in maniera compatta in entrambe le votazioni sulla richiesta dell'Eurocamera di aderire alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Le due votazioni riguardavano una prima risoluzione che si occupava dell'adesione alla Convenzione nel settore pubblico e una seconda che invece si incentrava sulla cooperazione giudiziarie e sull'asilo. Entrambe le risoluzioni sono state votate da un'ampia maggioranza. S&d, Renew, Verdi, Sinistra, M5S e la grandissima parte del Ppe hanno votato a favore, mentre Lega e Fdi hanno optato invece per l'astensione. Un segnale pericoloso per D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza, che in una lettera aperta inviata alla premier Giorgia Meloni ha espresso oggi tutta la sua preoccupazione. Nella lettera viene sottolineato come la Convenzione di Instabul sia "uno strumento internazionale per la tutela dei diritti delle vittime di maltrattamento e violenza", e ricordata non solo l'astensione Fratelli d'Italia e Lega, ma anche "i due voti contrari da parte dei due partiti italiani che fanno parte della coalizione del Governo da Lei presieduto".

"Premier Meloni, cosa ha intenzione di fare?"

"Ancora di più ci preoccupano - si legge - le dichiarazioni di Carlo Fidanza,capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Europeo, e dell'eurodeputato Vincenzo Sofo, secondo i quali la Convenzione di Istanbul diventa il cavallo di Troia per imporre l'agenda gender: si tratta di argomentazioni prive di fondamento e che mettono in discussione tutto l'impianto antiviolenza che da anni si sta cercando di costruire e che tentano di allineare l'Italia ai Paesi europei che si stanno distinguendo per il contrasto ai diritti delle donne". "Non può esserci nessuna evoluzione positiva nella condizione delle donne - scrivono - se quelle che arrivano a ruoli di potere e responsabilità non lavorano per abbattere le discriminazioni sessiste e non si impegnano per garantire la libertà dalla violenza di tutte. Lei è la prima presidente del Consiglio in Italia, un Paese che conta una donna uccisa ogni tre giorni, che conta milioni di donne vittime di violenza maschile e che si colloca nella classifica sul Gender Gap del World Economic Forum al 63° posto. Che cosa ha intenzione di fare?". 

Schlein: "Non votare la Convenzione, una vergogna"

Sono state molte le reazioni politiche indignate dall'astensione di Fdi e Lega, da Schlein a Zan. In Ue "FdI e Lega hanno deciso di astenersi dal voto per ratificare la convenzione di Istanbul sulla violenza di genere, io dico vergogna. Come si può non votare il più importante trattato internazionale che si prefigge di contrastare la violenza sulle donne? Alcuni Paesi europei non lo hanno ratificato, come l'Ungheria di Orban", ha detto la leader del Pd. "Meloni e Salvini non sostengono il più importante atto internazionale contro la violenza sulle donne. Il motivo? La fantomatica ideologia gender. Siamo al delirio", ha scritto su Twitter il deputato del Pd Alessandro Zan. Anche per Mara Carfagna, presidente di Azione, "l'astensione di Lega e Fdi sulla ratifica della Convenzione di Istanbul al Parlamento Europeo è uno schiaffo ai diritti delle donne e alla reputazione dell'Italia, che è sempre stata in prima linea nella lotta alla violenza contro le donne".

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