L'ex presidente del Consiglio, ospite a "Start", ha parlato dell'attuale situazione politica in Italia, in particolare del Pd, e del tema immigrazione. Sul tema del lavoro e dell'immigrazione è intervenuta anche l'ex ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova: "Arrivano persone con dei diritti che possono servire al nostro sistema"
"La crisi della Tunisia è un problema grave anche per noi". Così l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, parlando a Start su Sky TG24, è intervenuto sul tema dell'immigrazione. Nel corso dell'intervista anche uno sguardo sulla situazione politica. Tornando alla Tunisia, per "Il Professore" è necessario che il nostro Paese intervenga sia per i rapporti di amicizia e di collaborazione esistenti che per evitare un esodo dalla nazione africana più vicina allo Stivale.
Prodi: “Aiutare Tunisia è strada obbligata”
Per Prodi aiutare Tunisi “è una strada obbligata perché se la Tunisia collassa non c’è più controllo e allora il problema dell’immigrazione si fa più grave”. L’ex presidente del Consiglio invita poi a ricordare che la Tunisia “era l’unico Paese che dopo la primavera araba sembrava poter stare insieme e il fatto che ora possa andare in crisi per noi è un problema gravissimo”. “Siamo vicini alla stagione turistica - aggiunge il fondatore dell’Ulivo - se, come ho paura, per la Tunisia l’economia peggiora, sarà necessario un aiuto”.
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Le divisioni all’interno del Pd
“Le correnti sono la vita di un partito - dice Prodi - come si fa se non ci sono le diverse opinioni che si scontrino e si incontrino? Il problema è che non diventino dei poteri chiusi. Ma quelle non sono correnti, sono mafie. Ma che in un partito ci sia chi vuole più attività solciale, chi vuole un provvedimento sulla casa e chi ne vuole un altro, è la vita di un partito”. Per il Professore negli ultimi anni non c’è più stata questa vitalità “sui contenuti dei partiti. Il problema è quando si trasformano le correnti per giochi di potere per le cariche, allora è finito il partito”.
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Prodi: "Schlein mi auguro riesca a costruire un’unità istituzionale del partito"
Riguardo al Pd, l'ex fondatore dell'Ulivo ha affermato che “Schlein è appena arrivata, mi sarei stupito se la neoarrivata si fosse messa subito a predicare. Vediamo se inizierà questo dibattito sui contenuti”. Per Prodi “è necessario far rinascere il dibattito in Italia” che ora si è spostato più sui personaggi. Parlando della neosegretaria del Pd, il Professore ritiene che “negli ultimi due tre anni” abbia assunto un atteggiamento un po’ più radicale, ma ha il profilo giusto per riaprire il dibattito sui contenuti, non “ha un profilo da estremista come è stato descritto negli ultimi tempi e io mi auguro che riesca a costruire un’unità istituzionale del partito lasciando nel partiito stesso le diverse correnti e punti di vista”.
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Prodi su Pnrr e guerra sull'Ucraina
"Ho sempre pensato che il Pnrr fosse pensato per trasformare le regole del Paese. Se noi non trasformiamo le regole - è il pensiero di Prodi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza - è chiaro che i soldi non si spendono perché è il problema che da trenta quarant'anni ci portiamo avanti. Cambiamo subito queste regole, data l'insicurezza delle decisioni, i pubblici funzionari si sono sempre rifugiati sulla collegialità, sulla complessità, sulla necessità di ripetere il procedimento più volte. Se non togliamo questo problema d'incertezza non li spenderemo mai i soldi". Per l'ex presidente del Consiglio, la cosa principale da fare sarebbe stata rispondere alla domanda "come li spendiamo questi soldi?". Dal Pnrr il tema si sposta alla situazione del conflitto Ucraina e, in particolare alla visita di Xi Jinping a Mosca. "La visita ha definito un rapporto di forza tra i due - sono le parole del Professore - comanda la Cina", e per l'ex presidente del Consiglio, per risolvere il conflitto, è necessario che si aprano le trattative tra Usa e Pechino, ovvero tra Joe Biden e Xi Jinping. "I due players sono solo gli Stati Uniti e la Cina - dice - qualche speranza in più c'è perché sono cominciati un po' questi discorsi ma ancora non sappiamo se ci sia finalmente l'ancoraggio tra i due veri protagonisti".
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Bellanova: "Arrivano persone che hanno dei diritti"
Nella seconda parte di Start è intervenuta l'ex ministra Teresa Bellanova che ha parlato del tema dei migranti e del lavoro. "C'è un tema nel nostro Paese che è quello delle politiche attive - spiega Bellanova - e l'incrocio di domanda e offerta di lavoro. Si è verificato che nel territorio non c'è manodopera che voglia svolgere determinate funzioni, per esempio in Veneto, nelle concerie dove "ci sono solo "lavoratori stranieri, ai quali vanno garantiti tutti i diritti esattamente come per i lavoratori italiani. Ma non si può costringere quel sistema produttivo a far ricorso al lavoro nero perché non si vuole prendere atto che c'è bisogno nel Paese" di manodopera. "Un problema del quale dobbiamo farci carico - per l'ex ministra - è quello di prendere atto che molte delle persone che arrivano nel nostro Paese vedono l'Italia come un territorio di transito e spesso sono persone che hanno anche alte formazioni professionali". Secondo Bellanova "noi dobbiamo farci carico di dare una risposta al nostro sistema produttivo e uscire dall'approccio ideologico per fare i conti con la realtà". Un altro esempio portato avanti dall'esponente di Italia Viva è anche quello di molti stranieri che "sono già nelle nostre famiglie, che si occupano dei nostri cari e che devono essere regolarizzate. Altrimenti costringiamo anche le nostre famiglie a far lavorare queste persone in nero".