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TikTok, ipotesi stop per dipendenti P.A. Zangrillo: “Vertice in settimana per decidere”

Politica
©IPA/Fotogramma

Il governo Meloni valuterà nei prossimi giorni se chiedere ai dipendenti pubblici di disinstallare l’app cinese, accusata di essere uno strumento nelle mani del governo di Pechino. Una scelta già presa di recente dalla Commissione europea. “Dobbiamo comprendere quali sono i rischi legati alla sicurezza nazionale”, ha dichiarato il ministro della pubblica amministrazione. Il vicepremier Salvini è contrario: "Controllare sì, ma mai censurare"

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Il governo Meloni sta prendendo in considerazione l’ipotesi di bloccare l’applicazione cinese TikTok sui dispositivi di tutti i dipendenti statali. “Il tema è all'attenzione da qualche giorno. Su questo argomento si sta già impegnando il Copasir, ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto” ha spiegato Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, a Repubblica

Le ipotesi al vaglio del governo

Presto l’esecutivo di Giorgia Meloni potrebbe muoversi, magari imitando quanto fatto dalla Commissione europea, che ha obbligato tutti i dipendenti a disinstallare l’app. “Le opzioni possono essere di muoversi come ha fatto Bruxelles oppure prendere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea”, ha dichiarato Zangrillo. I tempi potrebbero essere molto veloci in tal senso. “L'argomento è arrivato all'ordine del giorno da poco. Già la prossima settimana dovremo confrontarci e cercare di arrivare ad una sintesi. Prenderemo una decisione in fretta. Ora dobbiamo comprendere bene qual è effettivamente la profondità dei rischi legati alla sicurezza nazionale”, ha dichiarato il ministro. Sul tema si è espresso anche il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, che ha scritto su Twitter: "In merito al blocco di TikTok io sono perplesso e contrario ad ogni tipo di censura, in una società liberale prima di arrivare a 'blocchi' radicali bisogna riflettere bene". Il vicepremier ha poi proseguito nel video postato insieme al tweet: "A Bruxelles stanno già pensando a mettere il bavaglio a TikTok. Io sono sempre e comunque a favore della libertà di pensiero, di parola e di espressione e contro ogni censura. Controllare sì, vigilare sì, ma la censura non mi piace mai".

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Azienda: piena disponibilità a chiarire dubbi governo

"I dati degli utenti italiani, così come quelli europei, non sono conservati in Cina ma negli Stati Uniti e Singapore e presto all'interno dell'Unione Europea nel data center irlandese. Così come dichiarato pubblicamente più volte, il governo cinese non ha mai chiesto l'accesso ai dati dei nostri utenti e laddove dovesse non li condivideremmo". Così Giacomo Lev Mannheimer, responsabile relazioni istituzionali Sud Europa di TikTok, ha replicato al ministro Zangrillo. "La nostra strategia di data governance - in conformità al Gdpr - si basa su un approccio volto a limitare il più possibile l'accesso ai dati, riducendone al minimo il flusso al di fuori dell'Europa, nel rispetto di rigidi protocolli di sicurezza", aggiunge Mannheimer per il quale, "così come per la decisione della Commissione Europea, vorremmo rimarcare la nostra piena disponibilità a chiarire i dubbi del governo italiano, auspicando in un confronto dettato da regole e processi certi e trasparenti".

Le indagini su TikTok negli ultimi mesi

Già da tempo, però, l’app cinese sviluppata da ByteDance è nel mirino delle istituzioni italiane: lo scorso dicembre il Comitato per la Sicurezza della Repubblica aveva avviato un'indagine conoscitiva su TikTok, dopo che a novembre il direttore dell'Fbi Chris Wray, in audizione al Congresso americano, aveva sottolineato come l’app fosse uno strumento nelle mani del governo di Pechino, in grado di indirizzare i contenuti social e influenzare gli utenti. Poco più di un mese fa il sottosegretario all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti di Fratelli d’Italia, ha incontrato i rappresentanti della sezione italiana di ByteDance, insieme al Garante per la protezione dei dati personali, per avere maggiori informazioni sul trasferimento dei dati degli utenti verso Paesi terzi,soprattutto verso la Cina, e la capacità dell'app di verificare l'età degli iscritti, spesso giovanissimi.

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I politici su TikTok

Un divieto per i dipendenti della PA avrebbe probabilmente come effetto anche quello di obbligare tutti i politici presenti sulla piattaforma ad uscirne, almeno per dare il buon esempio. Grazie alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, quasi tutti i politici hanno cercato di stimolare la partecipazione del pubblico più giovane: lo dimostrano gli ingressi di Silvio Berlusconi (766mila follower), Matteo Renzi (58mila) e Carlo Calenda (26mila). In testa alla classifica c’è il premier Giorgia Meloni, con un milione secco di follower e 6,7 milioni di like, seguita dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che totalizza sul suo profilo 848mila seguaci e 11,5 milioni di "mi piace". Presente anche il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha superato la soglia del mezzo milione di seguaci. In controtendenza il Pd: in occasione delle elezioni è stato aperto un profilo del partito, mentre Enrico Letta ha preferito non entrare.

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