Zaia risponde alle polemiche sulle intercettazioni: "Nessuna denuncia a Crisanti"

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Il presidente del Veneto ha approfittato della presentazione del suo libro a Cortina D'Ampezzo per intervenire sull'ultima polemica sollevata dal senatore e microbiologo, Andrea Crisanti, e sugli stralci di intercettazioni rivelati da Report nell'indagine padovana sui tamponi rapidi. Dopo aver sottolineato che "non potevano essere pubblicate, ha spiegato che coi suoi collaboratori parla in dialetto e che quindi "toni e modalità sono diverse" da quelle riportate sui giornali

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Il presidente del Veneto, Luca Zaia, presenziando a un incontro a Cortina D'Ampezzo dove ha presentato un suo libro, è intervenuto a proposito delle sue intercettazioni diffuse da Report nell'ambito di un'inchiesta sui tamponi rapidi in Veneto, in cui il governatore avrebbe parlato di portare il microbiologo Andrea Crisanti "allo schianto". La polemica verte intorno alle frasi rivolte da Zaia al dg di Azienda Zero, Roberto Toniolo. "Ho scoperto - ha spiegato - che ci sono quattro telefonate mie, io non ero intercettato, mi hanno detto che non potevano essere pubblicate, ma non importa, sono responsabile di quello che dico, e lo confermo. Ma la roba straordinaria è che io parlo in veneto e sono tutte in italiano".  Sulle sue frasi in dialetto, ha poi chiarito: "Non è una battuta perché toni e modalità sono diverse. Al di là delle battute dico al mio dirigente che è un po' che va avanti questa solfa che abbiamo denunciato Crisanti. Non è vero".

Zaia sulla pandemia: "Ho chiesto ai tecnici di notificare quello che stavamo facendo"

Il presidente del Veneto ha quindi ricostruito tutta la vicenda legata alla pandemia, e di aver chiesto ai tecnici di "notificare alle Procure con cadenza regolare la storia di quello che stavamo facendo, perché è tutta una prova sul campo, e noi avevamo le mani nude. Io penso che abbiamo mandato bancali di carte in Procura". E ha rivendicato per l'ennesima volta di aver deciso "da solo" il tamponamento di massa a Vo' Euganeo, chiusa in un cordone sanitario. Crisanti, ha specificato, è intervenuto in seguito proponendo uno studio sull'"enclave" così creata, con tamponi 'in uscita'. Zaia ricorda poi le accuse di "censura" alla libertà di ricerca, che aveva sollevato la protesta del Senato accademico di Padova (COVID, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).

"Mi son preso settimane di polemiche e insulti"

"Scopro che i miei - ha riassunto - senza confrontarsi, fanno due righe e dicono 'non è vero niente', e la polemica sparisce. Mi son preso settimane di polemiche, insulti. Stavo parlando non con un sicario ma col direttore generale di Azienda Zero, il quale dipende da me, e gli chiedo perché mandare una lettera nel momento in cui andiamo al 'vedo', perché - ha notato in conclusione - resto lì a far la figura del bugiardo per settimane". Quanto al rapporto incrinato con Crisanti, Zaia ha detto che "non sono mai state negate le risposte, gli investimenti, e ad oggi, anche se non so che fine abbia fatto il comitato scientifico per il Covid, nessuno lo ha mai sostituito. Resta un valido professionista. Ma, mettevi nei miei panni: mi chiamavano i giornalisti dicendomi che il professore aveva reso pubblici i mie messaggi su Whatsapp".

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