Ignazio La Russa: "Corteo 25 Aprile? In Italia serve pacificazione nazionale"

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La seconda carica dello Stato non andrà alle manifestazioni per la festa della liberazione dal fascismo: "Meglio un mazzo di fiori", dichiara il presidente del Senato che sottolinea: "Siamo ancora in qualche modo in un interminabile dopoguerra"

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"Se per festeggiare il 25 Aprile bisogna andare a un corteo in cui si può essere dileggiati e spintonati come è successo, immaginate se ci andassi io in una manifestazione in cui perfino le Brigate ebraiche sono state mal tollerate". L'ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa in occasione degli auguri di Natale con la stampa parlamentare. E ha aggiunto: "Il 25 Aprile quando ero al vertice della Difesa sono andato al cimitero di Milano dove c'è la statua dedicata ai partigiani e ho portato un'enorme mazzo di fuori che credo fosse il segno del mio riconoscimento per chi ha dato la vita per riconquistare la libertà".   

 

La Russa: da ministro portai fiori a statua partigiani al cimitero

Il presidente del Senato ha aggiunto: "Da politico, questa cosa l'avevo già affermata ai tempi di Fiuggi: in maniera molto chiara facemmo i conti con il fascismo e - ora sto parlando non con il mio incarico ma da Ignazio La Russa - riconoscemmo il valore della riconquista della libertà e della democrazia come essenziali. Poi facemmo dei distinguo tra partigiani cosiddetti bianchi e chi lecitamente, ma con un riconoscimento diverso, aveva votato contro il fascismo per creare una situazione istituzionale forse non migliore, anzi, che era quella dell'allora Unione sovietica ma io i fiori (ai partigiani) li ho portati".    

 

Il neo eletto presidente del Senato Ignazio La Russa, durante il discorso di insediamento in occasione della seduta del Senato, Roma, 13 ottobre 2022.
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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La Russa: " In Italia serve ancora pacificazione nazionale"

"Vorrei che, al termine del mio mandato, avessimo fatto un piccolo passo in avanti  sulla pacificazione e nessuno mi venga a dire che non ce n'è bisogno" afferma il presidente del Senato. "A quasi 77 anni dalla fine della guerra siamo ancora in qualche modo in un interminabile dopoguerra, in alcuni momenti di vita pubblica c'è ancora un'Italia non sempre pacificata, pur nelle inevitabili e doverose differenze di pensiero". Poi continua: "Se riuscissimo a fare un passo in avanti sul grado di accettazione del pensiero altrui, sempre nel rispetto delle leggi, daremmo un contributo importante", conclude La Russa. 

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