Governo Meloni, Renzi: "Nessun inciucio ma non saremo in piazza con Pd e M5S"

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In un’intervista al quotidiano Libero il leader di Italia Viva spiega di non credere nella protesta ma nella proposta: "Noi siamo all’opposizione del governo e non del Paese. Proviamo a dare una mano, mi sembra che la presidente ne abbia bisogno”

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Nessuna discesa in piazza ma una “contromanovra che difende il lavoro e i conti pubblici". A parlare è Matteo Renzi che, in un’intervista al quotidiano Libero, spiega di non credere nella protesta ma nella proposta. “Pd e i Cinque Stelle andranno in piazza a difendere il reddito di cittadinanza” sottolinea il leader di Italia Viva “mentre noi del terzo polo abbiamo presentato una contromanovra che difende il lavoro e i conti pubblici. Carlo Calenda, con una delegazione di Azione e Italia Viva, la illustrerà a Giorgia Meloni: nessun inciucio, ma noi siamo all’opposizione del governo e non del Paese. Proviamo a dare una mano, mi sembra che la presidente ne abbia bisogno”.

"Manca una visione di Paese"

Renzi osserva che “la nostra non è un’opposizione ideologica: se il governo decidesse davvero di mettere in campo un intervento serio sul reddito di cittadinanza, lo valuteremmo. Fin troppi soldi dei contribuenti sono finiti nelle tasche di truffatori e furbetti, per costruire il consenso di Giuseppe Conte. Spero però che si passi presto ai fatti, perché noto come la Meloni di lotta sia ben diversa dalla Meloni di governo”. E aggiunge: “Al governo manca una visione di Paese: si pensa a reintegrare i medici no vax e, dopo aver appena superato una pandemia, non si stanzia abbastanza per la sanità. Noi, al contrario, chiediamo di prendere subito i 37 miliardi del Mes, immediatamente disponibili. E poi c’è il tema del costo della vita e del lavoro: vanno messi subito soldi nelle tasche degli italiani. Gli 80 euro del mio Governo andavano in questa direzione: i 10 euro in più previsti da Giorgia Meloni in busta paga sono davvero poca roba”.

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Il referendum costituzionale

“Da presidente del consiglio persi la poltrona sulla scommessa del referendum costituzionale" dice ancora il leader di Italia Viva. "Oggi, come nel 2016, ritengo che una riforma del genere serva al Paese, non a Matteo Renzi, per cui sono pronto a discuterne, anche se non credo che la soluzione sia il presidenzialismo: penso più all’elezione diretta del premier. All’Italia serve stabilità: il giorno dopo le elezioni bisogna avere la certezza di sapere chi ha vinto, e poi occorre garantire governabilità”. “Allo stesso tempo, – conclude l'ex premier – la disastrosa gestione della pandemia ci ha dimostrato quanto quello che dicevamo sul Titolo V della Costituzione fosse vero: va riscritto, mettendo ordine alle competenze Stato-Regioni”.

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