In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

D'Alema: "Pd deve allearsi col M5S, Conte punto di riferimento per progressisti"

Politica
©Getty

In un’intervista a Repubblica, l’ex premier tesse le lodi del leader pentastellato e consiglia al Partito Democratico di ricucire con lui per battere il centrodestra: “È votato dagli operai e dalle persone in difficoltà economica molto più dei dem”. Su Meloni: “Difficile che mantenga le promesse elettorali, temo prevalga il suo lato repressivo e reazionario”

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Un partito dall’identità fragile che per battere la destra ha una sola possibilità: allearsi con il Movimento Cinque Stelle. È questa la fotografia scattata al Pd da Massimo D’Alema, che in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica, invita il Nazareno a riaprire il dialogo con i pentastellati e definisce Giuseppe Conte “punto di riferimento per i progressisti”. 

La critica ai dem

"Il Pd non riesce a comunicare un progetto per il futuro, un modello di società. D’altro canto, la scelta di un partito soltanto programmatico è stato uno dei suoi elementi costitutivi”. Così Massimo D’Alema interpreta l’attuale stato di difficoltà in cui versano Enrico Letta e colleghi. Da qui la necessità, secondo lui, “di creare un rapporto unitario tra le forze politiche, a maggior ragione considerando che proprio il Pd aveva investito molte risorse per fare entrare l'M5s nell'alveo del centrosinistra". C’è poi anche un tema elettorale. Secondo il suo ragionamento, il centrosinistra avrebbe preso più voti se si sommassero anche quelli dei pentastellati mentre Giorgia Meloni e gli alleati hanno raccolto gli stessi consensi del 2018. Questo significa che Fratelli d’Italia ha vinto semplicemente perché “ha saputo interpretare la legge elettorale voluta dei dem e fondata sulle coalizioni elettorali”. 

approfondimento

Calenda: “Nessuna sponda, Pd si svegli o scomparirà”

Le lodi a Conte

D’Alema dice che non è il consigliere di nessuno e che sente attualmente esponenti di Articolo 1, del Pd e anche del M5s. Mentre sul leader pentastellato fa sapere: “Che fosse il punto di riferimento dei progressisti l’ha detto l’ex segretario del Pd (Nicola Zingaretti, ndr), non certo io”. Poi aggiunge: “Il M5s è votato dagli operai e dalle persone in difficoltà economica molto più del Pd. Una parte dei progressisti ha scelto Conte”. Una certa comprensione viene dimostrata anche rispetto alle mosse dell’ex avvocato che hanno innescato la fine del governo Draghi e la successiva vittoria elettorale di Giorgia Meloni: “Conte non aveva tutti i torti a sollevare i problemi che sollevò ma, anche considerando quel passo un errore, non credo che ciò dovrebbe precludere di allearsi”.

approfondimento

Sondaggi: il Pd crolla e viene superato dal M5s, FdI cresce al 28,4%

"Meloni reazionaria"

Sul governo guidato da Giorgia Meloni, D'Alema osserva che "gran parte delle promesse avanzate in campagna elettorale appaiono oggi di difficile realizzazione”. “Temo dunque che prevarrà il programma repressivo e reazionario contro gli immigrati e i ragazzi che fanno casino nei rave", conclude.