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Elezioni, c'è accordo Renzi-Calenda per terzo polo: "Abbiamo deciso di provarci"

Politica
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A guidare la campagna elettorale sarà il leader di Azione, che parla della coalizione come di "un'alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi". Il fondatore di Iv: "Potremmo prendere voti sia a Forza Italia che al Pd"

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Il 25 settembre sulla scheda elettorale ci sarà anche la possibilità di votare il “Terzo polo”. Così Matteo Renzi ufficializza l’accordo di coalizione chiuso insieme a Carlo Calenda. “Abbiamo deciso di provarci”, ha scritto sul suo profilo Facebook. Renzi sarà candidato al Senato, mentre sarà Calenda a guidare la campagna elettorale. Il leader di Azione ha detto che con il Terzo Polo nasce “per la prima volta un'alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi”. Prima dell’annuncio, Renzi – intervistato da La Stampa – si era detto convinto che la partita per le elezioni “sia ancora aperta”, con il Terzo Polo che potrebbe “prendere voti sia a Forza Italia che al Pd”. L’obiettivo di breve periodo, aggiunge, “è riavere Draghi”. Quello di medio periodo “è mettere in sicurezza il Paese a livello economico" (VERSO IL VOTO, GLI AGGIORNAMENTI LIVELO SPECIALE DI SKY TG24).

"Questo accordo durerà"

Nei minuti in cui ha cominciato a circolare la notizia dell'ufficialità dell'accordo, Renzi ha pubblicato su Instagram un breve video: lui che, durante una partita di calcio, passa la palla a un compagno mandandolo in gol. "Anche in politica servono gli assist", il testo che accompagna la storia postata sul social. L'accordo tra i due leader, ha commentato in giornata Calenda, durerà. Parlando di Renzi, ha detto: "Non credo si metta a fare accordi con Fratoianni e Di Maio". Il riferimento è all'alleanza stretta dal Pd per il campo largo di centrosinistra da cui Calenda - dopo l'annuncio ufficiale - ha deciso di ritirarsi.

Renzi: "Doveroso costruire Terzo Polo, gli altri giocano a chi la spara più grande"

Renzi ha definito “doveroso” costruire un Terzo Polo “in un momento nel quale sovranisti e populisti giocano a chi la spara più grande” e in cui “tutte le altre forze politiche - tutte, di destra e di sinistra - imbarcano in coalizioni contraddittorie chi ha fatto cadere Draghi. Facendo male all'Italia". Dietro la sigla “Terzo Polo”, spiega su Facebook Renzi, c’è “una proposta concreta, competente, seria sul lavoro, sull'ambiente, sulle tasse, sulla cultura, sul sociale. E sulla posizione internazionale dell'Italia, tema fondamentale in questo tempo di crisi”.

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"Possiamo spostare equilibri in Parlamento"

Per Renzi un terzo polo, nei fatti, già esisteva prima di ufficializzare la coalizione. Sempre a La Stampa aveva detto che il punto adesso è “costruirlo in modo serio e con la compagine più ampia possibile”. Il leader di Iv trova possibile "spostare gli equilibri e ritrovarci a essere decisivi in Parlamento, anche se magari non subito numericamente. E noi in Parlamento ci sappiamo stare".

Calenda: "Candidatura Cottarelli mossa contro di me? Credo di sì"

Calenda in mattinata era stato chiaro: "È l’ora di muoversi e parlarsi sulle cose da fare. Io veramente non ce la faccio più di parlare di alleanze, mi sono rotto. Voglio iniziare a parlare agli italiani". Calenda ha poi commentato l’annuncio di Pd e +Europa della candidatura di Carlo Cottarelli, che dice non essere stata discussa prima dello strappo di Azione. "Cottarelli non c'era quando c'eravamo dentro noi, credo che lì sia stato fatto per poter dire agli elettori non c'è Calenda ma c'è Cottarelli. Una mossa contro di me? Credo di sì". La scelta di candidarsi con la coalizione di centrosinistra, secondo Calenda, è "un grave errore", perché Cottarelli "va in una coalizione in cui metà del Pd e tutto quello che sta a sinistra del Pd e il M5S che tornerà con il Pd due minuti dopo le elezioni non condividono nulla di quello che lui ha raccontato agli italiani negli ultimi cinque anni". Il leader di Azione si dice comunque "contento" della prospettiva di trovare Cottarelli in Parlamento.

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Renzi: “Se prossimo governo avrà problemi pronti dare mano”

In serata poi Matteo Renzi è tornato a parlare, spiegando che l’obiettivo è  "impedire agli altri di fare un governo di destra destra, e dover così chiedere a Draghi di tornare. Se ci sarà problema nel prossimo governo cercheremo di dare una mano come abbiamo fatto con il governo Draghi". Sulla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, l’ex premier ha aggiunto: “Il problema non è il fascismo ma il sovranismo. Serve un paese che sta nel mondo. La Meloni quando dice si essere sovranista fa del male alle prossime generazioni".

Renzi: “C’è corsa a flat tax che non esiste, serve serietà”

"C'è una corsa alla flat tax sapendo che non esiste”, ha poi aggiunto Renzi. Bisogna fare i conti quando si fanno le proposte. Serve serietà. Smettete di dare le deleghe in bianco. Avete dato questo paese in mano a gente che non si meritava niente. Se volete continuate a farlo fatelo ma sapendo che c'è un'alternativa credibile". E poi sul suo ex partito: "Io voglio bene al Pd ma il mio Pd prendeva il 40% ora prende Di Maio e Fratoianni". E sul presidente del M5s: "Voglio dire a Giuseppe Conte che in qualsiasi circostanza vuol fare un dibattito sulla politica estera lo possiamo fare in italiano, in inglese o a gesti, gli do due congiuntivi di vantaggio. Però lo organizzi, perché sul tema del rinascimento dei paesi arabi non vedo l'ora di confrontarmi con lui".

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Calenda: “Renzi mi ha proposto leadership, sono onorato”

In serata è poi tornato a parlare dell’accordo Carlo Calenda: “Ci voleva un leader riconoscibile della campagna elettorale, è stato Renzi a propormi di farlo e io sono contento e onorato, cercherò di ripetere quello che ho fatto a Roma". Sui progetti Calenda è chiaro: "La prima cosa che c’è da fare è chiudere a chiave dentro Palazzo Chigi Mario Draghi". Che poi spiega: in passato dissi 'mai alleato con Renzi’? "Molto banalmente, all'epoca Renzi ha fatto il governo con il M5S, io ho un'avversione molto forte per i 5 Stelle, non li ho mai voluti vicino. Tra di noi c'è stata una divisione molto netta su questo”, ha spiegato. "La caduta del governo Draghi è stata uno spartiacque, un momento incomprensibile. Mandare a casa l'uomo più illustre che c'è in Italia è stato un errore clamoroso", rimarca il leader di Azione.

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