Elezioni, Michele Santoro: "Disponibile a dare un contributo"

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"Un partito non nasce per decisione di una o poche persone ma per rappresentare le esigenze di un pezzo di società -ha detto il giornalista - Di sicuro non mi interessa fare il candidato indipendente senza un progetto che guardi al futuro"

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Una disponibilità condizionata quella espressa da Michele Santoro in una lunga intervista a La Repubblica. “Io sono sinceramente disponibile con tutte le mie conoscenze e capacità di comunicazione a dare un contributo" dice il giornalista rispondendo sulla possibilità di un suo coinvolgimento nelle prossime elezioni. E alla domanda sull’eventuale intenzione di fondare un partito: "In una settimana? Un partito non nasce per decisione di una o poche persone ma per rappresentare le esigenze di un pezzo di società. Di sicuro non mi interessa fare il candidato indipendente senza un progetto che guardi al futuro". 

La serata Pace proibita al Teatro Ghione

"Serve il partito che non c'è e che non c'è mai stato", dichiara e aggiunge: "Il Pd non ha più nulla a che vedere con la sinistra. È scoperto a sinistra. Di Calenda ne ha già tanti al suo interno. Se Letta insiste nell'ammucchiata di centrodestra dentro la sinistra, resta lo spazio per un campo alternativo. Se in questo campo ci fosse spazio per una lista per la pace, perché no?". Secondo il giornalista il campo alternativo si creerebbe partendo da "chi ha partecipato alla serata Pace proibita al Teatro Ghione". "Spero che Sinistra italiana voglia sedersi al tavolo, ma come non ho visto Letta telefonare a Conte nemmeno ho visto Conte telefonare a Fratoianni e neanche Fratoianni aprire un confronto. Se non ci saremo al voto - sottolinea - non sarà per colpa nostra". 

Enrico Costa (s), Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova, Carlo Calenda, Emma Bonino e Matteo Richetti alla Stampa Estera durante la conferenza stampa organizzata da Azione-Pi Europa, Roma, 25 Luglio 2022. ANSA/GIUSEPPE LAMI

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Le dimissioni di Draghi

Santoro punta poi il dito contro il Presidente della Repubblica che ha permesso a Draghi di dimettersi, dicendo che avrebbe dovuto fare "qualunque cosa pur di non creare un'impossibile campagna elettorale in agosto". E prosegue: "Questa situazione mette il 50% degli elettori nella condizione di non poter scegliere e impedisce a quelli come me, che avrebbero voluto fare qualcosa di nuovo, di raccogliere le firme". Parlando del M5S, il giornalista sottolinea: "Ci sono delle contraddizioni nella storia del M5S, ma gli riconosco la qualità di aver saputo interpretare un pezzo di società che non aveva voce, pur con tutte le contraddizioni".

LaPresse/Ansa

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