Il leader del M5S ha smentito le ricostruzioni secondo cui il garante avrebbe minacciato di lasciare il Movimento se nelle candidature per le elezioni fossero concesse delle deroghe al limite dei due mandati. Nel centrosinistra, Letta apre a Renzi: "Non mettiamo veti verso nessuno". Il centrodestra trova l'intesa su collegi e premier: chi prenderà più volti indicherà il presidente del Consiglio. Draghi ai sindacati: non abbandoniamo lavoratori, pensionati e imprese
Elezioni, Letta: 'Renzi? No veti nei confronti di nessuno'
Matteo Renzi può far parte dell'alleanza guidata dal Pd? "L'ho già detto, noi non mettiamo veti nei confronti di nessuno". Cosi' Enrico Letta a margine della festa dell'Unità a San Miniato (Pisa). La discussione è basata su "tre criteri fondamentali": "Costruiremo alleanze elettorali con chi porta valore aggiunto, chi arriva con spirito costruttivo e chi si approccia senza porre venti", spiega il segretario del Pd.
Elezioni, Di Maio: veti? Non alimentiamo dibattito dei palazzi
"Sicuramente non metto veti in televisione, il valore per me è l'unità, poi si portano avanti delle interlocuzioni che servono, ma non si fanno a mezzo stampa". Cosi' Luigi Di Maio, ospite di Controcorrente su Rete 4, replica alla domanda sui veti incrociati nel campo del centrosinistra. Calenda ha posto dei veti su di lei? "Stiamo costruendo un progetto e bisogna essere concentrati sui programmi e sugli italiani, non alimentiamo il dibattito romano nei palazzi", conclude il ministro degli Esteri.
Orlando: a Calenda lancio un appello, 'datti una calmata'
"Ieri Calenda si è candidato a fare il Presidente del Consiglio. Oggi ha censurato gli interventi che non gli piacevano dentro alla direzione del Pd. Domani ci chiederà una foto con la maglietta di azione come condizione per fare un'alleanza? Lancio un appello a Calenda, datti una calmata, perché se vogliamo farla questa cosa dobbiamo fare in modo che cose diverse stiano insieme". Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando alla Festa dell'Unità.
I partiti politici italiani: simboli, progetti e chi sono i leader
I partiti iniziano a preparare il terreno per la campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre, fissate dopo la fine dell'esecutivo Draghi. Dal Partito democratico di Enrico Letta a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, ecco le principali formazioni politiche che guardano al ritorno alle urne. L'APPROFONDIMENTO
Letta: programma il 10/8, ambiente e diritti tra capisaldi
"Useremo questi giorni per parlare del programma, che presenteremo il 10 di agosto, e in discussione con i possibili partiti e movimenti con cui faremo un'alleanza elettorale. Il nostro progetto politico si baserà sui grandi temi del paese, dall'ambiente ai diritti e soprattutto un'agenda sociale che permetta salari più corposi, poi la lotta alla precarietà e il salario minimo Questo sono i capisaldi". Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a margine della festa dell'Unità di San Miniato
Berlusconi ad alleati: ora FI al 10% ma prenderemo 20%
Durante il corso del vertice di centrodestra Silvio Berlusconi ha contestato la proposta, sostenuta da FdI, di dividere i collegi uninominali tra i partiti di centrodestra in maniera proporzionale ai principali sondaggi degli ultimi giorni. "Ora i sondaggi mi danno al 10% ma con la campagna elettorale posso arrivare al 20%", avrebbe osservato il Cavaliere, spiegando il motivo per il quale a suo giudizio dividere i collegi sui sondaggi "non è corretto".
Letta: Berlusconi e Salvini consegnati in mani Meloni
"Oggi Berlusconi e Salvini hanno deciso di consegnarsi definitivamente nelle mani della Meloni. Credo che sia una scelta che conferma quello che abbiamo detto fin dall'inizio di questa campagna elettorale, ovvero che sarà un confronto, e una scelta degli italiani, tra noi e Meloni". Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a margine della festa dell'Unità di San Miniato (Pisa).
Elezioni politiche 2022, come funziona la legge elettorale Rosatellum
Il 25 settembre si tornerà a votare (in anticipo sulla scadenza naturale della legislatura) sotto la nuova legge elettorale che implica un sistema misto proporzionale e maggioritario. Ecco cosa succede alla Camera e al Senato. LE COSE DA SAPERE
Elezioni, Ronzulli (Fi): 'C'è sempre un accordo'
"C'è sempre un accordo, si troverà un accordo". Lo ha detto la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli, lasciando Montecitorio dove ha partecipato al vertice del centrodestra.
Quanto alla domanda, se Giorgia Meloni potrebbe spaventare l'elettorato moderato, Ronzulli ha risposto: "no, assolutamente, non abbiamo mai detto una cosa simile"
Quanto alla domanda, se Giorgia Meloni potrebbe spaventare l'elettorato moderato, Ronzulli ha risposto: "no, assolutamente, non abbiamo mai detto una cosa simile"
Orlando: 'Fiamma nel simbolo Fdi ricorda ancora il fascismo'
Nel simbolo di Fdi c'è la fiamma tricolore del Msi. Ora non dobbiamo dire che sono fascisti, ma ricordare almeno che presidente del Msi è stato il generale Rodolfo Graziani, il capo delle Forze armate della Repubblica di Salò, basta andare su Wikipedia per vederlo". Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando, intervistato alla Festa dell'Unità a Roma.
Orlando: 'M5s incomprensibile, difficile tornare indietro'
La scelta del M5s che ha di fatto fornito un assist alla destra è "totalmente irragionevole" e l'aver preso quella strada prima che si concludesse il negoziato con le parti sociali sul lavoro "francamente è un danno per i lavoratori e un riconoscimento immeritato alla destra". Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando intervistato alla Festa dell'Unità. "Sono convinto che Conte non fosse neanche pienamente consapevole di quello che stava facendo" e "lo avevamo avvisato che la destra non aspetta altro che qualcuno che si prendesse la responsabilità di far cadere il Governo". "Oggettivamente - ha detto Orlando - mette in moto meccanismi difficilmente recuperabili si, crea un effetto domino che è difficile mettere in discussione e invertire".
Al tavolo del vertice resta Giorgia Meloni
Tranne una breve pausa di cinque minuti, il vertice di centrodestra a Montecitorio su premiership e collegi elettorali è in corso da oltre tre ore. Prima Matteo Salvini e poi Silvio Berlusconi hanno lasciato il summit senza dichiarazioni, mentre al tavolo è rimasta Giorgia Meloni.
Ricci (Pd), no veti su Calenda-Renzi e lista con Di Maio
"Se la destra starà insieme, noi dovremmo avere una coalizione elettorale ed è per questo che
non si possono mettere veti". Così il sindaco di Pesaro Matteo Ricci (Pd), coordinatore dei sindaci del partito a Riformista.Tv. "Nessun veto su Calenda. Va bene anche Renzi. In
generale, parliamo di una legge elettorale pessima, che purtroppo abbiamo fatto noi quando eravamo ancora maggioranza nel 2018 e che prevede 1/3 dei parlamentari eletti nei collegi maggioritari. Nei collegi maggioritari serve un'alleanza. A meno che i partiti più grandi decidano di polarizzare a tal punto lo scontro da andare da soli. Questa non può essere una scelta del Pd". Conclude Ricci a Riformista.Tv: "Adesso dobbiamo anche provare a costruire una lista con Di Maio che possa in qualche modo dare rappresentanza a un pezzo del movimento Cinque Stelle".
non si possono mettere veti". Così il sindaco di Pesaro Matteo Ricci (Pd), coordinatore dei sindaci del partito a Riformista.Tv. "Nessun veto su Calenda. Va bene anche Renzi. In
generale, parliamo di una legge elettorale pessima, che purtroppo abbiamo fatto noi quando eravamo ancora maggioranza nel 2018 e che prevede 1/3 dei parlamentari eletti nei collegi maggioritari. Nei collegi maggioritari serve un'alleanza. A meno che i partiti più grandi decidano di polarizzare a tal punto lo scontro da andare da soli. Questa non può essere una scelta del Pd". Conclude Ricci a Riformista.Tv: "Adesso dobbiamo anche provare a costruire una lista con Di Maio che possa in qualche modo dare rappresentanza a un pezzo del movimento Cinque Stelle".
Berlusconi lascia Camera, vertice centrodestra avanti con Tajani
Silvio Berlusconi, poco dopo le 21, lascia il vertice di centrodestra in corso a Montecitorio. Al suo posto, resta al tavolo Antonio Tajani. Accompagnato per mano da Marta Fascina, il Cav dribbla con un "buonasera", le domande dei cronisti. In precedenza, anche Matteo Salvini aveva abbandonato il vertice, lasciando a trattare Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti
Salvini lascia vertice, ottimismo dalla Lega
Matteo Salvini ha lasciato la Camera per impegni personali. Il vertice del centrodestra è ancora in corso: per la Lega (che esprime soddisfazione e ottimismo per come sta andando la riunione) ci sono Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti. Lo riferisce la Lega.
Vertice di centrodestra, alleati verso l'accordo: chi prende più voti indica il premier
Secondo quanto emerge a summit in corso, ogni partito correrà con il proprio capo politico e chi prenderà piu' voti indicherà il candidato presidente del consiglio da sottoporre al Capo dello Stato in caso di vittoria delle elezioni. Ogni forza politica della coalizione andrà alle elezioni con il proprio simbolo
Camera, Carfagna lascia il gruppo di Forza Italia
Mara Carfagna lascia il gruppo di Forza Italia alla Camera e passa al Misto: lo ha comunicato all'Assemblea di Montecitorio il presidente Roberto Fico.
Di Maio: chi ha fatto cadere il governo non ha credibilità
"Chi ha fatto cadere il governo in questo momento continua a litigare, Conte che litiga con Grillo, Berlusconi, Salvini che litiga con Giorgia Meloni. Queste persone non possono avere la credibilità per tornare al governo del Paese perché continuerebbero a litigare e a provocare instabilità" Così il ministro degli esteri Luigi Di Maio al Tg1".
Elezioni, Salvini: coalizione di c.sinistra? Tutti contro tutti
"Più che una coalizione è un tutti contro tutti. Noi guardiamo ai temi concreti, ci aspettano mesi difficili non dobbiamo fare promesse irrealistiche". Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini al Tg5. Quanto al programma del centrodestra, Salvini aggiunge: "Noi puntiamo al lavoro, abbassare le tasse e azzerare la legge Fornero".
Centrodestra verso accordo: chi prende più voti indica premier
Il centrodestra va verso un'intesa sulla regola per la premiership. A quanto si apprende da alcuni presenti, l'accordo prevede che a indicare il premier sia il partito che prenderà più voti nella coalizione. Il vertice è ancora in corso e in un clima che i presenti definiscono "ottimo".