Crisi di Governo, la moral suasion di Mattarella: "Rinvio a Camere dovere democratico"

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Pierfrancesco Ferrara

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E' stata la giornata più difficile per il governo Draghi. Dalla fiducia non votata al Senato dai Cinque Stelle alle dimissioni del premier poi respinte dal Capo dello Stato. E ora, l'attesa di capire cosa accadrà mentre, in una nota dell'ufficio stampa del Quirinale, si sottolinea che nel colloquio tra il Presidente Mattarella e il Presidente Draghi si è registrata una totale identità di vedute

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La giornata si annunciava intensa e forse convulsa quanto o più delle 24-48 ore precedenti. I fatti, gli accadimenti lo hanno confermato tra notizie e indiscrezioni spesso altalenanti. Tra chi immaginava l’epilogo dell’esperienza dell’attuale Esecutivo e chi - vedi Lega di Governo - parlava di tempi supplementari. I tempi supplementari si sa seguono un pareggio, un confronto, una sintesi. E il punto di mediazione è stato forse trovato fin dal primo tempo di una partita che si è giocata tra Palazzo Chigi e il Quirinale.

Una giornata convulsa

Nel pomeriggio un colloquio di quasi un’ora, definito informale e senza decisioni che arrivava - ed era un segnale allarmante per chi nella maggioranza tifava per il prosieguo del Governo Draghi - subito dopo, praticamente contestuale al voto di fiducia in Senato. Quello atteso da tutti e dal premier in primis. Poi la riflessione, l’attesa, la pausa, il Consiglio dei ministri slittato. Le voci e le fughe di notizie. Dimissioni. Subito dopo rassegnate nelle mani del Capo dello Stato in un nuovo colloquio più ufficiale, il secondo tempo appunto, di 40 minuti al Colle. Dimissioni respinte. E invito - si legge nel comunicato della presidenza della Repubblica - a presentarsi davanti al Parlamento per valutare la situazione nella sede propria e comunicare quanto accaduto nella seduta del Senato sul Dl Aiuti che ha fatto venir meno le condizioni e il rapporto politico tra capo dell’esecutivo e maggioranza ma non la fiducia numerica che, invece - si fa notare - c’era e c’è. Di qui la necessità di una verifica politica e parlamentare. Ma anche il tentativo di evitare un salto nel buio in una fase che il Presidente Mattarella ha sempre lasciato intendere come delicata, tra autunno difficile alle porte, recrudescenza della pandemia, guerra in Ucraina, crisi energetica e soprattutto, quanto più a cuore del Presidente, le difficoltà delle famiglie tra inflazione e caro bollette. 

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