Vertice Draghi-Conte, leader M5s: "Serve segno discontinuità". Ci sarà un altro incontro
PoliticaIl faccia a faccia è durato circa un'ora. Palazzo Chigi: "Molti dei temi sollevati sono in continuità con l'azione governativa". L'ex premier: "Restiamo al governo ma serve discontinuità, subito intervento per lavoratori, imprese e cuneo". Prima del vertice il Consiglio nazionale dei pentastellati, in serata la riunione congiunta dei parlamentari del Movimento. Intanto tensioni sul dl Aiuti: i 5s insistono sul Superbonus al 110% e diventa difficile non porre la fiducia al decreto come il governo intendeva fare
"Restiamo al governo ma serve un forte segno di discontinuità. Subito intervento per lavoratori e imprese, intervenire su cuneo". Così il leader del M5s Giuseppe Conte all'uscita da Palazzo Chigi, dove si è svolto l'atteso incontro chiarificatore con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il faccia a faccia è durato circa un'ora e Conte ha detto che "Draghi si prenderà un po' di tempo per valutare le nostre richieste, non mi aspettavo una risposta immediata, non sarebbe neanche stato serio". "Non ho dato rassicurazioni" a Draghi sulla permanenza nel governo, "nessuna cambiale in bianco. La comunità a gran voce mi chiede di portare il M5s fuori. Il futuro della nostra collaborazione è nelle risposte che avremo", ha detto poi Conte in un punto stampa nella sede del Movimento. Prossimamente, ha fatto sapere Palazzo Chigi, ci sarà un altro incontro. I due, che avrebbero dovuto vedersi lunedì, avevano deciso, di comune accordo, di rimandare l'appuntamento per permettere al presidente del Consiglio di seguire da vicino gli sviluppi della tragedia sulla Marmolada. Le tensioni erano nate dopo la scissione nel M5s e la diffusione della notizia di una presunta telefonata tra Draghi e Grillo, in cui il premier avrebbe chiesto la rimozione di Conte (versione sempre negata seccamente da Palazzo Chigi). Prima del vertice l'ex premier ha riunito il Consiglio Nazionale del Movimento. Qui era passata la linea per rimanere al governo, con alcune richieste che sono state presentate da Conte a Draghi. È anche emerso il disagio politico dell'intera comunità del MoVimento.
Cosa ha chiesto Conte
"Abbiamo parlato con Draghi, gli abbiamo consegnato un documento a nome del M5s, abbiamo accumulato un forte disagio politico", ha detto Conte a fine incontro. "Noi siamo disponibili a condividere una responsabilità di governo come abbiamo fatto fino a qui in modo leale e costruttivo ma occorre un forte segno di discontinuità. Non permettiamo più che il reddito di cittadinanza sia messo quotidianamente in discussione. Dobbiamo intervenire a favore di famiglie e imprese con un intervento straordinario. 200 euro di bonus non servono. Va tagliato il cuneo fiscale. Dobbiamo intervenire per i lavoratori e sul salario minimo". Negli scorsi giorni si è assistito a un malessere crescente tra gli eletti del M5s che ha alimentato le voci su una possibile uscita dall'esecutivo del Movimento per un appoggio esterno.
Palazzo Chigi: "Incontro positivo"
L'incontro viene definito "positivo e collaborativo" da fonti di Palazzo Chigi. "In primo luogo - spiegano le fonti - Conte ha confermato il sostegno del M5S al Governo; ha presentato poi una lettera, discussa dal Consiglio nazionale del M5S. Molti dei temi sollevati si identificano in una linea di continuità con l'azione governativa. Tra i punti affrontati da Conte, in particolare, il reddito di cittadinanza, il salario minimo, il cuneo fiscale, il superbonus, il caro bollette". Draghi "ha ascoltato con attenzione quanto rappresentato dal Presidente del M5S".
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Le tensioni sul Dl Aiuti
La giornata di ieri in Aula ha visto tensioni e accuse reciproche, con la maggioranza che si è divisa ancora una volta sul superbonus. La Camera è impegnata a discutere il decreto aiuti: oggi l'esame del testo riprende alle 14 a Montecitorio. È una corsa contro il tempo visto che il testo deve essere convertito in legge entro il 16 luglio e manca ancora il via libera di palazzo Madama. I partiti che sostengono il governo sono in fibrillazione e nonostante Palazzo Chigi abbia mostrato la massima disponibilità al dialogo con i partiti, concedendo loro tutto il tempo possibile per evitare la fiducia (a patto che trovassero un accordo in tempi congrui) l'intesa non si è raggiunta. La situazione di stallo sta spalancando, nei fatti, la strada della fiducia. E ciò nonostante la massima disponibilità dell'esecutivo ad evitarla. A mettere in discussione il via libera al provvedimento è la parte che riguarda il superbonus, uno dei provvedimenti bandiera dei pentastellati. Anche la Lega ha alzato di nuovo il tiro contro i provvedimenti sulla cannabis e lo ius scholae. E ha ostacolato la riforma dei taxi contenuta nel disegno di legge sulla concorrenza.