L'Aula di palazzo Madama ha approvato la relazione della Giunta delle immunità secondo la quale i messaggi acquisiti nell'inchiesta vanno considerati come fossero corrispondenza e per questo i magistrati avrebbero dovuto chiedere un'autorizzazione al Senato prima di utilizzarli. Ora la Corte costituzionale dovrà valutare se la Procura di Firenze ha violato i diritti di parlamentare del leader di Italia Viva
Andrà davanti alla Corte Costituzionale il caso della fondazione Open che vede Matteo Renzi indagato per finanziamento illecito. La Consulta dovrà valutare se la Procura di Firenze ha violato i diritti di parlamentare del leader di Italia Viva dopo che l'Aula di palazzo Madama , con il benestare di 176 senatori, ha dato l'ok conflitto di attribuzione che il leader di Iv ha chiesto di sollevare davanti alla Corte sul caso Open. L'Aula ha infatti approvato la relazione della Giunta delle immunità secondo la quale i messaggi acquisiti nell'inchiesta vanno considerati come fossero corrispondenza e per questo i magistrati avrebbero dovuto chiedere un'autorizzazione al Senato prima di utilizzarli.
Maggioranza divisa sul voto
Un voto che ha spaccato la maggioranza: i Pd si sono schierati dalla parte di Renzi con il centrodestra e Italia viva, mentre i Cinque Stelle contro, insieme a LeU, sinistra italiana arrivando a 76 contrari. Da tabulati risultano assenti 18 M5s. Renzi ha espresso la sua gratitudine per il voto a suo favore da parte del Pd e sul voto espresso dall’Aula ha commentato: "Il Senato oggi si è espresso con una maggioranza schiacciante perché anche i pm fiorentini rispettino la legge e la Costituzione. Una bella giornata".
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Renzi: "Rispetto la magistratura, la mia battaglia di civiltà"
Prima del voto nell’Aula si era tenuto il suo intervento, durato 25 minuti, nel quale ha attaccando soprattutto magistratura e stampa. "Che i pm non abbiano seguito le regole lo ha stabilito la Cassazione, con cinque decisioni. Si vergogni chi pensa che qua stiamo attaccando la magistratura, noi la rispettiamo. Chiediamo che la politica faccia i conti con la realtà, senza alcun attacco alla magistratura". "Su questo tema - sottolinea - si combatte una battaglia di civiltà giuridica e di dignità della politica. Qua parliamo di Costituzione”, Renzi si è rivolto con forza anche alla stampa: "Difendiamo la libertà di informazione, ma non restiamo in silenzio davanti a una velina del procura che vale di più di una sentenza della Cassazione". Infine una nota personale "Non è consentito a nessuno violentare la vita delle persone pensando che questo sia giusto", dice riferendosi alla lettera "intima" di suo padre Tiziano "data in pasto" ai media. "Vi auguro non accada a voi quello che e' accaduto a me", conclude.
Il 4 aprile udienza preliminare a Firenze
Il 4 aprile intanto si aprirà a Firenze l'udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio di undici imputati, tra cui, oltre allo stesso Carrai, l'ex premier Matteo Renzi e i parlamentari Maria Elena Boschi e Luca Lotti.