Giustizia, M5s: “Riforma deve essere modificata”. Cartabia: “Status quo non è un’opzione"

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Il Movimento sostiene la riforma del processo penale messa a punto dalla Guardasigilli vada cambiata. I 5Stelle in commissione fanno riferimento all'allarme lanciato dal procuratore di Catanzaro Gratteri su possibili conseguenze concrete della nuova prescrizione. Posizione analoga viene dal procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho. Anche il Pd apre ad aggiustamenti su questo tema. La ministra difende la sua posizione

La riforma della Giustizia ideata dalla ministra Marta Cartabia continua a dividere il mondo politico. In giornata sono arrivati gli allarmi su alcuni aspetti specifici da parte di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, e del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho. Parole che hanno provocato reazioni tra le forze di maggioranza. Le deputate e i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Giustizia hanno detto che “la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità. Ne va del futuro del Paese”. Anche il Pd ha aperto a modifiche nella parte della prescrizione. La capogruppo alla Camera Debora Serracchiani ha detto che "il testo uscito dal Cdm ha necessità di aggiustamenti. Uno di questi riguarda la prescrizione come è stata immaginata”. La Guardasigilli però replica: “Questa riforma deve essere fatta perché lo status quo non può rimanere tale”.

Cartabia difende la riforma

Parlando da Napoli, la ministra della Giustizia Cartabia spiega: "So molto bene che i termini che sono stati indicati sono esigenti per queste realtà, perché partiamo da un ritardo enorme, ma non sono termini inventati, sono quelli che il nostro ordinamento e l'Europa definisce come termini della ragionevole durata del processo, che è un principio costituzionale". Cartabia è netta: “Lo status quo non è un'opzione sul tavolo”. La Giustizia deve funzionare non solo per dare "una risposta all'Europa, che pure è necessaria perché altrimenti perderemo i miliardi che l'Europa sta dando al Paese per la rinascita", ma deve funzionare "perché solo così c'è un presidio contro la legge del più forte, contro le infiltrazioni della criminalità organizzata che depauperano il tessuto sociale. Non possiamo stare fermi, facciamo qualcosa tutti insieme per affrontare il problema". La ministra ha anche illustrato un progetto al quale il Ministero sta lavorando che riguarda i magistrati in pensione o che si stanno approssimando alla quiescenza. "Non so se sarà possibile, se il Csm sarà d'accordo, ma è un'altra idea: una task force di solidarietà nazionale che potrebbe essere d'aiuto, sempre se ci sarà disponibilità". 

20030708 - CRO - PALERMO - GIUSTIZIA: RANDAZZO, PREMIER CI HA PROMESSO CARRIERE SEPARATE -  Una foto di archivio del 20 giugno dello scorso anno mostra due magistrati lungo il corridoio del Tribunale di Palermo. Oggi, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi  ha assicurato al presidente dell'Ucp Ettore Randazzo, che la maggioranza intende procedere sulla separazione delle carriere in magistratura .    ANSA - MICHELE NACCARI -KLD

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Le parole di Gratteri e Cafiero De Raho

In mattinata il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, davanti alla Commissione Giustizia della Camera, aveva lanciato il suo allarme: "Il 50 % dei processi" finiranno sotto la scure della improcedibilità con la riforma della prescrizione. "E temo che i 7 maxi processi" contro la 'ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro "saranno dichiarati tutti improcedibili in appello”. È "un grande allarme sociale che riguarda la sicurezza". Il problema non riguarda solo i processi di mafia, spiega il procuratore, ma anche i reati contro la pubblica amministrazione. "In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere”. Anche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, in audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera ha usato toni simili: “Mina la sicurezza del Paese la riforma della prescrizione con la norma sulla improcedibilità che scatta se il processo in appello non si conclude in 2 anni e in Cassazione in uno, indipendentemente dalla gravità dei reati per i quali si procede. E senza risorse aggiuntive per gli uffici giudiziari, con "tempi così brevi per l'appello", si prospettano "conseguenze molto gravi nel contrasto alle mafie ,al terrorismo e alle altre illegalità".

Giuseppe Santalucia, rappresentante del ministro della Giustizia, durante la cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario a Torino presso il Palazzo di Giustizia Bruno Caccia, 28 gennaio 2017. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

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Intanto domani il plenum del Csm darà il suo parere sulla riforma del processo civile, mentre la prossima settimana sul penale e sulla prescrizione e in particolare sulla norma sulla improcedibilità, Della riforma del penale e della prescrizione comincerà a discutere oggi pomeriggio la Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli, che conta di chiudere i suoi lavori in tempi stretti. Nel mentre sono 916 gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari in Commissione Giustizia della Camera ai 24 emendamenti del governo sul processo penale. Questi subemendamenti non includono quelli sulla prescrizione (articolo 14 del ddl Bonafede) in quanto il termine per i sub emendamenti scade alle 18. 

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