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Cingolani a Sky TG24: "Non tutte le produzioni hanno gli stessi tempi di transizione"

Politica
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Il ministro per la Transizione energetica ha parlato a Sky TG24 Economia degli effetti sulla Motor Valley italiana e della produzione di anidride carbonica. Poi ha toccato anche il tema dell'ex Ilva e ha smentito di aver minacciato le dimissioni

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"Certe provocazioni servono a far riflettere: il Green Deal è una cosa eccellente come idea, è il momento giusto e dobbiamo seguirne le direttive. Però ricordiamo che queste grandi trasformazioni sono dipendenti dal tempo, sono processi che durano anni. Un conto sono certe produzioni, un conto altre. In alcuni settori di nicchia nove anni possono non essere sufficienti a fare una trasformazione. È solo una questione di avere la consapevolezza tecnica che certe trasformazioni possono richiedere tempi diversi. Nella transizione dobbiamo fare le azioni più ragionevoli, per garantire una transizione verde ma anche equa. Nessuno deve essere lasciato indietro". Lo ha detto a Sky TG24 Economia il ministro per la Transizione energetica Roberto Cingolani, parlando degli effetti sulla Motor Valley italiana.

"Chi produce più C02 deve pagare"

"Credo che l'Europa abbia fatto un ottimo lavoro: la direttiva Fit for 55 è un pacchetto di idee che ci deve far riflettere. Adesso passerà al vaglio degli Stati membri e delle istituzioni centrali europee. Non è una cosa che dall'oggi al domani si applica. Però sono argomenti fondamentali: chi produce più CO2 deve pagare, non è un problema solo europeo, ma globale. Dobbiamo normalizzare dei mercati, per cui facciamo grande fatica in Europa a fare prodotti verdi e poi ci fanno concorrenza in altre parti del mondo producendo prodotti non verdi e vendendoli a prezzi più vantaggiosi. Ci sono delle regole di normalizzazione che dobbiamo sviluppare".

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"Mitigare su bollette aumento del costo della C02"

"La C02, come costo per tonnellata, è aumentata da qualche dollaro a oltre 50 e continua a crescere, e questo si ripercuote sulla bolletta. In qualche maniera la bolletta di noi tutti è soggetta a queste fluttuazioni. Noi sogniamo il momento in cui non produrremo più anidride carbonica e avremo il bilancio netto zero: in quel caso il costo dell'anidride carbonica non dovrebbe esserci più e avremo un forte abbassamento prezzi. Ma - aggiunge - non è una questione di 24 mesi: secondo il  cronoprogramma è 2030 e poi 2050. Nel frattempo dobbiamo avere delle misure che in qualche modo mitighino questi effetti di innalzamento dei costi. Queste sono misure che ogni Stato prende secondo le sue possibilità: ci sono alcuni Paesi in Europa che hanno ridotto l'Iva sulla bolletta, altri che fanno altri interventi. Come tutti, ci ragiona anche l’Italia, però mettiamoci in testa che dobbiamo scoraggiare l'uso di carburanti fossili e quindi in qualche maniera c’è un costo addizionale".

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"Per ex Ilva pensare a acciaio verde"

Restando in tema sostenibilità, il ministro ha chiarito che "la mia equazione è sempre 'prima di tutto la salute e poi lavoro e ambiente assieme'", e riguardo all'ex Ilva "quello che possiamo pensare è di seguire le migliori pratiche mondiali che hanno trasformato i grandi comparti dell'acciaio in comparti verdi in cui, attraverso  tecnologie nuove, si riescono a fare acciai con bassissimo impatto ambientale. Come sempre queste cose hanno dei costi: un acciaio di questo genere costa di più di quello prodotto dal competitor nel Far East che brucia metano sul  posto. Allora dovremo trovare una geopolitica che ci consenta di  normalizzare i commerci internazionali: è un aspetto umano, non tecnico e ambientale, e credo sia più facile da affrontare".

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"Non ho minacciato le dimissioni"

Passando alla situazione nell'esecutivo, Cingolano ha detto di venire "da un mondo dove le dimissioni si danno, non si minacciano". "Non ho mai minacciato niente, non  sono il tipo. Se vedrò che non sono utile me ne andrò come è ovvio. Certamente non ho minacciato alcun tipo di dimissioni, non era assolutamente il caso. Quello che è successo fa parte, mi ha spiegato chi fa questo di mestiere, della dinamica politica: l'unica piccola critica che io faccio è che, siccome abbiamo speso serate e giornate intere a discutere 380 emendamenti al pacchetto delle nostre misure, scoprire che ce n'era un 381esimo non discusso prima e tirato fuori ad hoc è stato un po' sorprendente. È più una questione di comportamento che di merito. Detto questo, io sono un tecnico e devo avere doppio rispetto per il Parlamento rispetto a chi è politico. Al di là di una piccola lamentela, non ho assolutamente nulla da dire su questa storia e non ho minacciato le dimissioni".

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