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Draghi dopo il Consiglio Ue: "La pandemia non è finita, non ne siamo fuori"

Politica

Il premier italiano, in conferenza stampa, chiede di affrontare le esigenze legate al coronavirus "con determinazione, attenzione e vigilanza". "Occorre un rinforzo e forse una riforma dell'Ema”, ha aggiunto. Il vaccino cinese? "Non adeguato". Contro variante Delta "vaccini, tamponi e più sequenziamento"

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"La pandemia non è finita, non se siamo ancora fuori, va ancora affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza". Queste le parole del premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue. "Occorre un rinforzo e forse una riforma dell'Ema”, ha aggiunto. Mentre sui vaccini ha spiegato: “La contestazione è stata che lo Sputnik non è riuscito ad ottenere l'approvazione dell'Ema e forse non lo sarà mai". Il vaccino cinese? "Non è adeguato ad affrontare la pandemia" (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA CON MAPPE E INFOGRAFICHE - DATI E GRAFICI SUI VACCINI).

Draghi: "Difformità e confusione, l'Ema va riformata"

 "È presto per dire" come riformare l'Ema, "però ho sollevato io stesso il tema e c'è stata una certa convergenza", ha anticipato Draghi. "Certamente nell'ultimo anno abbiamo visto una certa difformità di pronunciamenti tra Ema e le autorità nazionali, esitazioni - certamente anche dovute al fatto che tutti apprendevamo in corso d'opera - però si è vista una notevole confusione. Credo che Ema abbia bisogno di essere rinforzata per avere i poteri che le spettano e che altre agenzie esercitano in altri Paesi, pensiamo agli Usa", ha aggiunto.

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Contro variante Delta "sequenziare di più"

Analizzando la situazione italiana, Draghi ha spiegato che occorre "sequenziare di più" per tenere sotto controllo la circolazione del virus. "In Italia" di fronte alla variante Delta "serve continuare con determinazione la campagna vaccinale, continuare e aumentare i tamponi, aumentare il sequenziamento". La variante "sta creando incertezza anche sulla ripresa economica", ha riconosciuto Draghi che ha messo anche in guardia su possibili nuove ondate: "A settembre - ha detto - non vogliamo trovarci nella stessa situazione dello scorso anno. In un anno avremo pure imparato qualcosa". 

"Occorre politica fiscale espansiva"

Mentre sul futuro, il premier ha spiegato: "Il Pnrr, più le politiche fiscali nazionali faranno aumentare la crescita e la porterà a un tasso più alto di prima della pandemia". "L'argomento per mantenere una politica fiscale espansiva focalizzata sempre più sugli investimenti - in particolare quelli che faranno la nostra società diversa - è che bisogna mirare alla crescita, a tassi più alti di quelli pre-pandemia", ha aggiunto. Se gli investimenti del Recovery "sono ben fatti produrranno un aumento della produttività, quindi un tasso di crescita più alto che diminuirà la pressione del debito italiano".

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"Con Russia servono cooperazione e franchezza"

Poi il tema della Russia: "È un attore importante sul fronte economico e politico, non può non essere coinvolta, bisogna tenere un dialogo attivo. Nello stesso tempo bisogna esser franchi su ciò che non va, gli attacchi cyber, lo spionaggio, la disinformazione, il rispetto dei diritti umani. Ci vogliono cooperazione e franchezza", ha detto Draghi. "Il tentativo di un incontro in formato Ue-Russia andava fatto. Io ho sostenuto la necessità di farlo, perché piuttosto di essere dubbiosi sulla propria potenza, i paesi Ue devono essere orgogliosi della manifestazione di forza che danno quando parlano insieme", ha aggiunto. Ma "i Paesi nordici, perché più vicini alla Russia, hanno sostanzialmente accantonato l'idea al momento", ha sottolineato il premier.

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Su migranti "obiettivo non era intesa ricollocamenti"

Mentre sulla questione migranti, Draghi ha chiarito: "Il mio obiettivo non era ottenere un accordo sui ricollocamenti, era prematuro avere un accordo per noi conveniente". Nell'intesa sulla dimensione esterna "il testo delle conclusioni è molto impegnativo", ha poi osservato il premier. E ha aggiunto: "Il problema dell'immigrazione l'Europa ha bisogno di affrontarlo possibilmente in armonia, ma senza escludere accordi tra Paesi".