Covid, Draghi: "L’Italia torna a crescere, ma fine ancora lontana: rischi da varianti"
PoliticaIl premier italiano ospite a Barcellona al Cercle d'Economia. Italia e Spagna, dice, sono “tra i Paesi più colpiti dalla pandemia”. Ma aggiunge: “Gli sforzi vaccinali ci hanno permesso di riaprire le nostre economie. C'è un ritorno alla crescita”. E avverte: “Le prospettive complessivamente favorevoli nascondono alcuni rischi significativi, siamo ancora lontani dalla fine”
Il premier italiano Mario Draghi, da Barcellona, fa il punto sulla situazione coronavirus (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE). Sottolinea come l’Italia e la Spagna siano stati “tra i Paesi più colpiti dalla pandemia”, ma anche come “gli sforzi vaccinali ci hanno permesso di riaprire le nostre economie”. “C'è un ritorno alla crescita”, dice. Ma avverte: “Benché la situazione pandemica sembri sempre più sotto controllo, siamo ancora lontani dalla fine”.
Draghi: “Pandemia ha colpito nostre vite, c’è un ritorno alla crescita”
Draghi è intervenuto a Barcellona al Cercle d'Economia. "La pandemia da Covid-19 ha colpito le nostre vite e le nostre società in maniera devastante. Hanno perso la vita almeno 3,8 milioni di persone, un quinto delle quali in Europa. L'Italia e la Spagna sono tra i Paesi più colpiti dalla pandemia con un totale complessivo di oltre 200mila decessi. L'incertezza creata dalla pandemia, assieme alle misure adottate per il suo contenimento, hanno inciso pesantemente sull'economia", ha detto. E ancora: “Il prodotto interno lordo dell'Unione Europea è calato di 6,1%, la maggiore contrazione mai registrata. La riduzione più forte è stata registrata in Italia e in Spagna, dove il Pil è calato rispettivamente dell'8,9% e del 10,8%". Ma sul futuro il premier è ottimista: “Gli sforzi vaccinali ci hanno permesso di riaprire le nostre economie. C'è un ritorno alla crescita. Secondo le previsioni della Commissione europea, quest'anno il prodotto interno lordo dell'Ue crescerà del 4,2%. In Italia e in Spagna si prevede un aumento rispettivamente del 4,2% e del 5,9%. Queste previsioni potrebbero essere riviste al rialzo, con il ritorno della fiducia fra le imprese e le famiglie”.
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"Agire rapidamente ed efficacemente"
Secondo Draghi, “il protrarsi della situazione di incertezza significa che le ragioni per mantenere una politica monetaria e fiscale espansiva restano convincenti”. “Il nostro obiettivo minimo – ha detto – deve essere quello di riportare l'attività economica almeno in linea con la traiettoria precedente alla pandemia. Solo allora potremo dire di aver superato gli effetti" del Covid "sulle nostre società e sull'occupazione". "Tuttavia – ha aggiunto Draghi – secondo le previsioni attuali non sarà possibile raggiungere tale obiettivo senza ulteriori sforzi. Dobbiamo quindi agire rapidamente ed efficacemente".
“Necessario che l'occupazione aumenti"
Il premier ha spiegato come sia “necessario che l'occupazione aumenti in maniera più celere, per creare i posti di lavoro di cui abbiamo bisogno”. “L'economia globale sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, tra cui la transizione ecologica e digitale, che richiederanno una riallocazione della forza lavoro. È fondamentale mantenere favorevoli le condizioni della domanda per poter garantire un sostegno ai lavoratori, che stanno affrontando un rischio crescente di dislocazione", ha detto.
"L'inflazione mondiale è iniziata ad aumentare"
Riguardo all’inflazione, poi, Draghi ha aggiunto: "Dopo un lungo periodo in cui l'inflazione mondiale è rimasta troppo bassa, di recente è iniziata ad aumentare. Il tasso di inflazione nell'area Ocse ha raggiunto il 3,3% in aprile, in aumento rispetto al 2,4% di marzo, il più alto dal 2008. La maggior parte degli economisti ritiene che tale effetto sia temporaneo". E ha avvertito: "Dobbiamo restare vigili di fronte alla possibilità che nel futuro le aspettative di inflazione possano variare. Dobbiamo inoltre monitorare il rischio di divergenza tra l'economia dell'area euro e quella Usa, e le conseguenze per la posizione delle rispettive banche centrali".
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“La ripresa sia equa e sostenibile”
Durante il suo intervento, Draghi ha inoltre sottolineato: "Dobbiamo fare in modo che la ripresa sia equa e sostenibile. Nel recente passato ci siamo dimenticati dell'importanza della coesione sociale. Abbiamo dato la democrazia per scontata e abbiamo ignorato il rischio del populismo”. E ha aggiunto: “Allo stesso tempo, durante questa ripresa, dobbiamo garantire una maggiore attenzione al cambiamento climatico. Non possiamo uscire dalla crisi sanitaria per poi entrare, da sonnambuli, in una crisi ambientale".
I rischi per le varianti
Tornando all’emergenza sanitaria, Draghi ha sottolineato: "Le prospettive complessivamente favorevoli nascondono alcuni rischi significativi. Benché la situazione pandemica sembri sempre più sotto controllo, siamo ancora lontani dalla fine". "Gli sforzi vaccinali – ha aggiunto – finora si sono concentrati nel mondo ricco. Solo lo 0,3% di dosi nei Paesi a basso reddito, mentre i più ricchi hanno distribuito l'85%, una differenza non solo è eticamente ingiusta, è anche molto pericolosa. Finché il virus continuerà a circolare liberamente, ci sarà sempre il rischio di nuove varianti. Una o più potrebbero essere resistenti ai nostri vaccini, compromettendo le campagne". Riguardo ai vaccini, poi, ha commentato: "Lo sviluppo di alcuni vaccini efficaci ha tracciato un percorso ben definito per uscire da questa crisi. Sono state avviate ambiziose campagne vaccinali in tutta l'Ue, le quali stanno riuscendo a salvare vite e a ridurre la pressione sugli ospedali". Infine, qualche dato: "Quasi un europeo su due ha ricevuto almeno una dose di vaccino e uno su quattro è completamente vaccinato. Nell'ultima settimana nell'Ue sono stati registrati 140mila nuovi casi rispetto a più di 1 milione solo due mesi fa".