Il ministro in un dibattito sull'occupazione femminile: "Stop a domande sulla vita personale al momento dell'assunzione". Colao: "Le aziende indichino sui siti internet la percentuale di dipendenti donne". Bonetti: "Parità di genere elemento di sviluppo sostenibile"
Bisogna "costruire meccanismi di piattaforme anonime che denuncino chi viola l'articolo 27" del codice delle Pari opportunità che prevede il divieto di fare "domande sulla vita personale alle donne al momento dell'assunzione", perché "questo è il momento in cui impresa decide se assumere un uomo o una donna. È mia intenzione promuovere una azione che incida su questo passaggio". Lo ha annunciato il ministro del Lavoro Andrea Orlando durante il dibattito online "Obiettivo 62% - l'occupazione femminile come rilancio nazionale" al quale hanno partecipato anche altri ministri: Vittorio Colao, Elena Bonetti, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Enrico Giovannini.
Orlando: "Stop a due Italie per il lavoro delle donne"
Secondo Orlando però lo Stato deve fare la sua parte dove ora è carente: "Abbiamo due Italie e in una le infrastrutture sociali non ci sono e lavorare per una donna è praticamente impossibile. Avere standard unici è una risposta potente per evitare l'impraticabilità del lavoro per milioni di donne o la scelta" di lasciare "con la nascita del primo figlio". Al Nord e nelle grandi aree urbane dove ci sono i servizi, ha osservato "l'occupazione femminile è più alta".
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Colao: "Aziende indichino in siti percentuali di dipendenti donne"
Nella discussione sulla parità di genere, diverse anche le proposte di Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale: "A me piacerebbe che ogni sito di ogni azienda di ogni ente, in alto a destra abbia una piramidina" "non usando il rosa" che indichi le percentuali dei ruoli ricoperti dalle donne "a tutti i livelli”. Il ministro chiede anche che dopo l'uscita dalla pandemia si ponga mano dal punto di vista organizzativo all'esperienza dello smart working che sta "'un po' sfuggendo di mano" dopo gli entusiasmi iniziali, in modo da evitare che finiscano per "pagare le donne".
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Bonetti: "Parità di genere come elemento di sviluppo sostenibile"
La ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti parla invece di una strategia che "promuova l'empowerment femminile, la parità di genere come elemento non solo di giustizia ma di sviluppo sostenibile": Sto "chiedendo - spiega Bonetti - a tutti i miei colleghi ministri di andare a individuare delle azioni positive che riguardano le donne. Nel senso che, se c'è un'azione di aumento della forza lavoro, all'interno di questo ambito dobbiamo garantire che ci sia un numero di donne che vada a sanare il gap nel mercato del lavoro".
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Giovannini: "Importante il ruolo del Recovery per parità"
Un ruolo importante lo avrà anche il Recovery: come spiega il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini "stiamo lavorando con Istat e altri soggetti per sviluppare una metodologia per una valutazione di impatto dei quasi 48 miliardi di investimenti che riguardano il nostro ministero rispetto alle tre priorità trasversali del Recovery: Sud, giovani e donne. Una metodologia che poi si possa applicare anche agli investimenti fuori dal Next Generation Eu".