Dpcm dicembre, Zaia: “Penso agli anziani soli nei piccoli centri"

Politica

Il governatore del Veneto denuncia la totale assenza di una vera e propria lotta agli assembramenti di ogni genere e accusa: "La musica è stata la stessa di sempre: il governo ci convoca, arriva un testo preconfezionato, lo approvano. La nostra voce, non c’è"

"Questo è un decreto topico, entra nel periodo delle festività, del picco influenzale in arrivo a gennaio, della campagna vaccinale più grande di sempre. Per nessun governo sarebbe facile da scrivere. Senza le Regioni, è ancora più difficile". In un'intervista al Corriere della Sera il governatore del Veneto Luca Zaia lamenta che anche in occasione di quest'ultimo Dpcm "la musica è stata la stessa di sempre: il governo ci convoca, arriva un testo preconfezionato, lo approvano. La nostra voce, non c’è" (COVID: AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - SPECIALE).

"La nostra voce non c'è"

"Non è vero che sapevano le modalità con cui sarebbero stati chiusi i comuni” sottolinea il governatore. “Se tutti i presidenti di Regione, con firma di Bonaccini, hanno avuto da ridire, una ragione ci sarà. Per me, il sistema migliore è il lavorare sulle bozze. Io la bozza l'ho ricevuta ieri alle 2.30 del mattino con la richiesta di un parere entro ieri a mezzogiorno".

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Tutelare gli anziani

Quel che non va, dice Zaia in merito all’ultimo Dpcm, è "il divieto di uscita dai comuni il 25, il 26 e il primo gennaio senza deroghe. Penso agli anziani: sono da tutelare al massimo, ma nei comuni piccoli saranno in casa da soli a vedere in televisione gli assembramenti nelle città. Se il presupposto è la sanità pubblica, il confronto tra un comune di poche centinaia di abitanti e uno da tre milioni come Roma, non regge: chiudi tutto, ma ci sono recinti da tre milioni di persone". In sostanza, per Zaia, quel che manca nel decreto è "una dichiarazione di guerra agli assembramenti di ogni genere e specie. In maniera sistematica, cosa che di certo non facciamo chiudendo i confini comunali tre giorni". “Se la vicenda Covid arriverà fino ad aprile e pensiamo di gestirla con Dpcm e ordinanze, temo che l'insofferenza dei cittadini diventi grande", continua il presidente del Veneto. Per lui "va riscritto un grande patto sociale. E occorre una campagna di informazione importante".

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