La parlamentare siciliana e testimone di giustizia denuncia: degli ideali di Casaleggio "non ho visto attuare nemmeno l'ombra". Sul ministro della Giustizia: decide tutto lui e non in autonomia
Ennesima defezione tra le file del Movimento 5 stelle. A lasciare questa volta è la deputata Piera Aiello che, in un lungo post su Facebook ha spiegato le ragioni del suo addio. "Mi dimetto dal Movimento 5 Stelle, che non mi rappresenta più, continuando la mia attività di parlamentare". La politica siciliana, che è anche testimone di giustizia, ha aggiunto: "Non nascondo l'amarezza per tutto il lavoro che ho fatto, non solo in questi due anni da deputato ma anche negli anni quale semplice testimone di giustizia, lavoro vanificato da persone che non solo non si sono mai occupate di antimafia con la formazione adeguata".
L’affondo della parlamentare: decide tutto il ministro e non in autonomia
Secondo Aiello "dopo mesi di sedicenti confronti, di tutto il lavoro parlamentare non rimane nulla. È sempre il ministro a decidere tutto e sicuramente non in autonomia". A livello locale, ha scritto, “si sono commessi errori, avendo selezionato candidati sindaco privi delle competenze necessarie in una realtà così complessa qual è la Sicilia. Non voglio essere considerata complice di quanto è accaduto nonché chiudere gli occhi su quanto sta accadendo". La parlamentare siciliana ha proseguito nel suo post. "Negli anni mi ero appassionata a Gianroberto Casaleggio, uno dei padri del Movimento 5 Stelle”, ha proseguito, “per le sue idee innovative, in cui era palese la voglia di un cambiamento concreto nell'ambito politico”.
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Aiello: gli ideali del M5s sono stati traditi
Proprio le idee del fondatore del M5s, ha spiegato, “hanno contribuito alla mia decisione di entrare in questa grande famiglia. Ho ritenuto opportuno fare questa premessa perché chiunque avesse deciso di candidarsi in nome di questi ideali avrebbe dovuto essere un cittadino modello, giusto e osservante delle regole e delle leggi e con una fedina penale limpida”. Per Aiello “solo in questo caso il Movimento mi avrebbe rappresentata, anche perché negli anni si era battuto in nome della verità, della giustizia e della legalità, affiancando i testimoni di giustizia e addirittura accompagnandoli e ascoltandoli in commissione parlamentare antimafia. Se ad oggi mi trovo a scrivere tutto ciò perché, in due anni, di questi ideali non ho visto attuare neanche l'ombra", ha sottolineato Aiello su Fb.
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“Testimoni e collaboratori di giustizia non sono protetti”
Per l’ormai ex M5s alcune cose buone il Movimento le ha fatte, “leggi importanti come lo Spazza corrotti, il 416-ter, la riforma della prescrizione, l'inserimento del Troyan come strumento per le intercettazioni”. Ma queste leggi, secondo Aiello, sono “di fatto rese vane nel momento in cui vengono mandati agli arresti domiciliari ergastolani del 41bis tramite una semplice circolare concordata con gli organi del Dap e il ministro Bonafede". La parlamentare poi ha continuato: "Sono anch'io un membro della commissione antimafia dove coordino il comitato sui testimoni e collaboratori di giustizia e imprenditori vittime di racket e usura. Ho coordinato diverse audizioni, circa 45, dalle quali è emerso tutto il loro disagio. Per quanto riguarda testimoni e collaboratori, anche se sono due figure ben distinte, ascoltandoli è apparso evidente che queste persone vivono da anni in un sistema di protezione che tutto fa fuorché proteggerli".
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Aiello: "Sono in regola con restituzioni e rendicontazione"
Aiello, al termine del post, puntualizza: "faccio presente di essere in regola con le restituzioni e con la rendicontazione che il Movimento ha richiesto ai portavoce, soprattutto non sento in alcun modo di tradire i miei elettori i quali mi hanno conferito l'onore e l'onere di essere eletta alla Camera dei deputati sotto il simbolo del Movimento.