Il premier durante l’audizione davanti alla Commissione d’inchiesta: “I nostri rapporti bilaterali non potranno svilupparsi a pieno se non si farà luce sul suo barbaro omicidio e non si assicureranno alla giustizia i suoi assassini”
"Ogni mia interlocuzione con Al Sisi è partita da un semplice quanto inevitabile assunto: i nostri rapporti bilaterali non potranno svilupparsi a pieno" se non si farà luce sul "barbaro assassinio di Giulio Regeni e non si assicureranno alla giustizia i suoi assassini". Sono le parole del premier Giuseppe Conte davanti alla Commissione d'inchiesta sul caso di Giulio Regeni (CHI ERA), il ricercatore friuliano 28enne ucciso in Egitto nel 2016 (LE TAPPE DEL CASO).
Saremo inflessibili sulla ricerca della verità
La vicenda Regeni "è rimasta e rimarrà sempre al centro dell'attenzione del governo italiano. Tutte le componenti e le diramazioni del governo sono tutte votate a questo obiettivo. Questa postura che il governo sta portando avanti sono convinto ci dia la speranza di poter giungere a verità: è un obiettivo verso il quale rimarremo inflessibili fino a quando non l'otterremo".
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Il lavoro della Commisione d'inchiesta
Tante le questioni sul tavolo della Commissione Parlamentare d’inchiesta: i dettagli dell'accordo per la cessione di due navi militari all'Egitto, i rapporti commerciali tra i due paesi e i contenuti della telefonata con Al Sisi. Ma soprattutto, le modalità con cui il governo italiano intende tornare a fare pressioni affinché, a quattro anni e mezzo dall’omicidio di Giulio Regeni, il Cairo consenta alla procura di Roma di processare i presunti responsabili delle torture e dell'omicidio del ricercatore friulano, i 5 membri dei servizi segreti individuati dagli investigatori italiani del Ros e dello Sco.