Il presidente del Veneto non ha gradito l'ipotesi delle barriere anti-contagio sui lidi italiani. In merito alla riapertura ha spiegato che sarà “graduale” e in base ai territori, ma che “chi è pronto è giusto che riapra”. Restano chiuse le scuole
“È inquietante l’idea del plexiglass in spiaggia. Chi si mette dentro un box da cui uscirebbe cotto dopo un’ora lì dentro?”. Al presidente del Veneto, Luca Zaia, non è piaciuta la proposta avanzata da alcune aziende di garantire il distanziamento sociale anti-contagio da coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - “IO RESTO A CASA”) anche al mare, attraverso il posizionamento di barriere di plexiglass tra ombrelloni e lettini. Il governatore leghista si è tuttavia detto fiducioso sulla possibilità di salvare la stagione balneare nonostante la pandemia in corso. “Non faccio parte di quelli che pensano che nel turismo ci sarà un disastro. Il turismo è in ginocchio, sta soffrendo, ma vedo tanti operatori che non hanno ancora gettato la spugna. Qualche speranza è giusto mantenerla”, ha detto parlando con i giornalisti, spiegando di aver saputo dagli addetti ai lavori che “a Jesolo i turisti tedeschi che hanno già prenotato nei campeggi e negli alberghi hanno disdetto solo per il 7%” (LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO - LE GRAFICHE CON I DATI).
“Chi è pronto per riaprire è giusto che riapra”
In merito alla “fase 2” dell’emergenza, quella della ripartenza, Zaia ha detto che “come si è chiuso gradualmente, penso che si debba anche aprire gradualmente”, bilanciando le richieste degli imprenditori che “chiedono di far riaccendere i motori pian piano” e le diverse esigenze dei territori. “Il Veneto è stato la prima Regione, insieme alla Lombardia, ad attuare la quarantena, poi si è chiusa pian piano tutta l’Italia. Ora se qualcuno è pronto per riaprire è giusto che riapra. Se aspettiamo che l’ultimo contagiato diventi negativo passano anni, perché nel nostro modello si indica che anche a luglio ci sarà qualche paziente, residuale, però ci sarà”. Se i dati sulla diffusione dei contagi saranno buoni, ha aggiunto il presidente della Regione, “a maggio si potrà avviare qualcosa in più di una semplice sperimentazione”.
“Resto contrario alla ripartenza delle scuole”
Ciò su cui il governatore rimane contrario è la riapertura delle scuole. “Resto convinto che le scuole non debbano riaprire, è troppo rischioso. I nostri clinici dicono questo - ha ribadito Zaia - Il virus a giugno, quando le scuole dovrebbero chiudere, circolerà ancora. Se si volessero riaprire gli istituti a maggio vorrebbe dire portare i ragazzi in un ambiente dove può circolare il contagio, e loro lo porterebbero nelle famiglie”.