Il decreto intercettazioni è legge, ok della Camera con 246 sì e 169 voti contrari

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L'Aula dà il via libera per la conversione in legge dopo la fiducia incassata dal governo. Tra le principali novità la selezione da parte del pm delle registrazioni, il trojan, e l'utilizzo in altri procedimenti solo se gli audio sono "indispensabili" e "rilevanti"

Con 246 sì e 169 voti contrari la Camera dà il va libera al decreto sulle intercettazioni, che così diventa legge a 48 ore dalla scadenza dei termini per la conversione. Su questo provvedimento martedì scorso, 25 febbraio, il governo aveva chiesto e incassato la fiducia (304 voti a favore, 226 contrari e un astenuto). Tra le modifiche introdotte al testo varato dal Consiglio dei ministri a dicembre, c'è il rinvio di altri due mesi dell'entrata in vigore della riforma. Sarà operativa quindi dal primo maggio. L'obiettivo è dare tempo alle procure per attrezzarsi con i nuovi strumenti previsti, come l'archivio digitale delle intercettazioni. Il decreto ha modificato la riforma Orlando del 2017, anche escludendo che il giornalista che pubblica le intercettazioni, possa essere incriminato.

Le critiche

In occasione del voto di fiducia l’opposizione era stata molto critica l'opposizione sul provvedimento e si era detta pronta all'ostruzionismo. Poi, la “tregua” raggiunta in cambio dell'approvazione rapida del decreto sul coronavirus, grazie al compromesso sui tempi suggerito dal presidente della Camera Roberto Fico. La più ostile Forza Italia che parla di un provvedimento liberticida. Nel mirino, soprattutto le norme sull'uso del trojan, il captatore informatico che viene inserito nei cellulari e negli altri dispositivi mobili.

Il pm selezionerà le intercettazioni

Tra le principali novità della legge c’è il fatto che sarà il magistrato, e non più la polizia giudiziaria, a valutare quali colloqui sono rilevanti per le indagini o meno. Toccherà sempre al pm anche vigilare che nei verbali non siano riportate espressioni che ledono la reputazione di singole persone o dati personali ("salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini"). Com'era prima della riforma del 2017, verbali e registrazioni saranno trasmessi immediatamente al pm, che li depositerà entro 5 giorni. I difensori potranno esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni.

L’uso del trojan

Secondo quanto prevede il testo approvato sarà possibile usare il trojan, il "virus spia", non solo per i reati contro la pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali, ma anche dagli incaricati di pubblico servizio e puniti con la reclusione oltre 5 anni. E le intercettazioni potranno avvenire anche nei luoghi di dimora privata (come previsto già dalla legge Spazzacorrotti per i pubblici ufficiali), "previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l'utilizzo".

Uso in altri procedimenti

Le norme approvate prevedono che i risultati delle intercettazioni possono essere usati in procedimenti diversi da quelli in cui sono stati disposti, solo se sono "indispensabili" e "rilevanti" per l'accertamento dei reati per i quali è previsto l'arresto in flagranza e di quelli di particolare gravità indicati tassativamente dall'articolo 266 del codice di procedura penale. Il requisito dell'indispensabilità è necessario anche per le intercettazioni fatte con il trojan. Si tratta comunque di una previsione più ampia della sentenza delle sezioni unite della Cassazione che ha ammesso l'uso degli esiti dei colloqui intercettati con il captatore informatico, solo se si tratta di un reato connesso a quello per cui si sta procedendo.

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