I giudici hanno deciso: dichiarata inammissibile la proposta presentata da 8 Consigli regionali. Salvini: "Bocciatura vergognosa". COSA ACCADE ADESSO
La Corte Costituzionale ha definito non ammissibile il quesito referendario, sostenuto dalla Lega, per rendere maggioritario il sistema di voto elettorale (GUIDA GRAFICA AI CONCETTI CHIAVE DELLA LEGGE ELETTORALE), definendolo "eccessivamente manipolativo".
- Le motivazioni della sentenza, presa a larga maggioranza, saranno depositate entro il 10 febbraio
- Per Salvini la decisione "è una vergogna, un furto di democrazia";
- Luigi Di Maio ha commentato: "Seguiamo la strada del proporzionale";
- per tutta la settimana su Sky Tg24 è in onda l'approfondimento "La regola del gioco": il direttore Giuseppe De Bellis, in un editoriale pubblicato sul sito di Sky Tg24, ha spiegato i motivi di questa scelta
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Il comunicato stampa della Corte Costituzionale
Dopo la decisione della Consulta, è stato emanato un comunicato in attesa del deposito della sentenza previsto entro il 0 febbraio. Qui si possono leggere le motivazioni della Corte.
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La regola del gioco, Cacciari: "Marcia indietro sul maggioritario è una questione tattica"
Massimo Cacciari: “Tutte le forze politiche negli ultimi 30 anni, più o meno, si sono dichiarate per un sistema maggioritario. Questa marcia indietro è semplicemente dettata da ragioni tattiche”. Su Sky Tg24 il futuro della #LeggeElettorale. #LaRegolaDelGioco https://t.co/GBluFahhIl
Salvini su legge elettorale: il no al referendum è un furto. VIDEO
Salvini, chiederemo firme elezione diretta Capo Stato
"Noi non ci arrendiamo, anzi rilanciamo e chiederemo agli italiani le firme per eleggere direttamente il Capo dello Stato". Lo ha detto Matteo Salvini parlando a Lamezia Terme.
Consulta: votazione presa a maggioranza
Sarebbe stata presa a maggioranza la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum. Secondo indiscrezioni si sarebbe trattato però di una maggioranza "solida e ampia".
Fontana, tolta possibilità ai cittadini di esprimersi
"Si è tolta la possibilità ai cittadini di esprimersi liberamente e scegliere come eleggere i propri rappresentanti": con queste parole il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha commentato la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del quesito referendario per abolire la quota proporzionale dalle legge elettorale. "Un vero peccato, sono amareggiato dalla decisione della Suprema Corte il cui significato potrà essere chiarito solo leggendo le motivazioni" ha aggiunto il governatore leghista, che ha ricordato come "in passato la politica non è mai riuscita a trovare una legge che garantisse rispetto della democrazia e governabilità, questa poteva essere una buona occasione".
Di Maio, seguiamo strada proporzionale
"Seguiamo la strada del proporzionale affinché tutti i cittadini italiani siano effettivamente rappresentati in Parlamento". Così il capo politico M5S Luigi Di Maio, commentando la sentenza della Consulta sul referendum richiesto dalla Lega.
Gasparri, diritto cede a restaurazione sinistra
"La Corte Costituzionale continua a sfornare decisioni politiche, il diritto cede il passo alla restaurazione della sinistra, inquietante conferma referendum". Lo scrive il Presidente della Giunta per le immunità del Senato, Maurizio Gasparri.
Gelmini, ora riforma per fare governare chi vince
"Rispettiamo le decisioni della Corte Costituzionale, anche quando ci appaiono singolari. Attendiamo di leggere le relative motivazioni ma nel frattempo il centro-destra lavori dia subito ad una proposta elettorale condivisa che coniughi rappresentanza e governabilità'". Lo afferma, in una nota, Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
Gentiloni, buona notizia da Consulta
"La Corte Costituzionale boccia il referendum inventato da Salvini. Una buona notizia anche per chi non ama il proporzionale". Lo scrive il Commissario per gli Affari economici della Ue, Paolo Gentiloni.
Legge elettorale, Pd: è venuto giù il castello di sabbia della Lega
"Il castello di sabbia costruito da Salvini sulla legge elettorale, è venuto giù con la sentenza della Consulta. Ora la maggioranza vada spedita verso l'approvazione della proposta depositata alla Camera". Lo dichiarano il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci, ed il capogruppo dem in commissione Affari costituzionali, Dario Parrini.
Il Quesito referendario
Il quesito referendario, inerente l'"abolizione del metodo proporzionale nell'attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica", era stato presentato da otto Consigli regionali (Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Liguria). Oggetto della richiesta referendaria erano le due leggi elettorali del Senato e della Camera con l'obiettivo di eliminare la quota proporzionale, trasformando così il sistema elettorale interamente in un maggioritario a collegi uninominali.