Giorgetti: Tavolo su riforme e legge elettorale. Salvini: Penso a temi più concreti

Politica

Il deputato leghista apre a un confronto “per cambiare tre o quattro regole del gioco”. Renzi:  "Proposta saggia". L’endorsement di Beppe Sala: “Serve costituente”. Scettico il leader della Lega: "Gli italiani chiedono meno tasse e meno burocrazia"

Aprire un tavolo per le riforme per cambiare, tra le altre cose, la legge elettorale. Perché “se si torna al sistema proporzionale questo Paese è spacciato, indipendentemente da chi va al governo”. Lo ha proposto il deputato della Lega Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel primo governo Conte. L’esponente del Carroccio, intervistato dalla direttrice di Huffpost Lucia Annunziata durante il convegno “Metamorfosi”, ha incassato l’appoggio del Pd e del leader di Italia Viva Matteo Renzi, che definisce la proposta "saggia e intelligente". Endorsement anche da parte del sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Sono d’accordo - ha detto il primo cittadino - serve una costituente”. Meno convinto il M5s: per il ministro per le riforme Federico D'Incà "l'unica cosa che volevano la Lega e Salvini erano i pieni poteri, quello di cui ha bisogno il Paese oggi è la stabilità attraverso questo governo". Scettico il leader del Carroccio: "Sono impegnato in temi molto più concreti".

No al proporzionale

L’invito di Giorgetti è quello di “sedersi a un tavolo per cambiare tre o quattro regole del gioco e dare un governo decente a questo Paese”. Alla domanda sulla necessità o meno di aprire un tavolo per le riforme, il leghista ha risposto che “era l'unica cosa che bisognava fare il 20 di agosto”, cioè in piena crisi di governo. Secondo l’ex sottosegretario tra le priorità su cui intervenire c’è la legge elettorale, “per dare la possibilità a chi governa di decidere”. “Se la struttura costituzionale rimane quella di adesso e se andiamo avanti con tre anni di un esecutivo che non decide e fa una legge elettorale proporzionale - ha aggiunto Giorgetti - questo Paese è spacciato”. Il leghista ha specificato di parlare “non autorizzato da Salvini” e di non sapere “in che forma” sarebbe meglio modificare la legge elettorale.

Salvini: "Me ne occuperò più avanti"

Per Salvini, la proposta di Giorgetti "può essere interessante in prospettiva, però incontrando gli italiani, dalla Calabria alla Romagna, mi chiedono meno tasse meno e meno burocrazia oggi". "Quindi - ha concluso il segretario della Lega - me ne occuperò più avanti".

Marcucci (Pd): "Legge elettorale con Lega sarebbe ottima cosa"

Alla proposta di Giorgetti apre invece il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci: "A Giorgetti proporrei intanto di iniziare a discutere di legge elettorale. Il Pd ha sempre sostenuto che più è ampia la condivisione sul sistema elettorale e meglio è. Per quanto mi riguarda, approvare un testo con il concorso anche della Lega sarebbe un'ottima cosa", afferma.

L’endorsement di Sala

Ospite sul palco dell’evento insieme a Giorgetti c’era anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Il primo cittadino ha condiviso l’idea lanciata poco prima dal deputato leghista. “Sono d’accordo - ha detto Sala - anch’io oggi vedrei la necessità di una costituente a cui partecipano persone che sanno di cosa parlano”.

Fdi: "Costituente da votare lo stesso giorno delle Politiche"

Sottoscrive la proposta anche il capogruppo di Fdi alla Camera Francesco Lollobrigida: "Non non siamo contrari a riforme condivise, perché le regole del gioco è utile che siano approntate da tutti. La strada principale sarebbe l'elezione di una Costituente da votare lo stesso giorno delle politiche. Quindi bene la proposta di Giorgetti".

“Salvini moderato? Abbiamo capito alcuni errori”

Durante l’intervista Giorgetti ha commentato anche il suo rapporto con il leader della Lega, Matteo Salvini. “Quante volte lo sento? Ci parlo quando serve, anche dieci volte al giorno o zero volte. Adesso lo sento zero volte, perché va come un treno”. Sulla presunta svolta moderata del segretario del Carroccio, Giorgetti ha spiegato che “dall’esperienza di governo alcuni errori li abbiamo capiti, quindi se dice così sicuramente qualcosa dietro c’è. È un percorso che però non si improvvisa in due o tre mesi”.

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