Il Carroccio ha votato con le opposizioni l'emendamento al dl crescita per salvare l'emittente, contrario invece il M5s: "Pioggia di soldi pubblici ingiustificata". Di Maio attacca: "Gravissimo"
Una "pioggia di soldi pubblici ingiustificata". Così il M5s definisce il finanziamento di altri 3 milioni per il 2019 a Radio Radicale, passato con l'ok a un emendamento del Pd al decreto crescita nelle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera. E la maggioranza si spacca: la Lega ha votato a favore, con le opposizioni, mentre i pentastellati contro. "È una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere", attacca subito Luigi Di Maio da Facebook. E incalza: “Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd!".
Lega vota con le opposizioni
Il Carroccio ha dunque votato per salvare Radio Radicale, e il governo con la votazione è "andato sotto", come ricorda la deputata del Pd Silvia Fregolent, capogruppo in commissione Finanze. “Per ora la radio è salva. Adesso subito la gara”, ha twittato Roberto Giachetti commentando l’approvazione. La misura punta a favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi.
Di Maio: in emittente stipendi da capogiro
Ma dal M5s i deputati criticano la scelta: "La soluzione più equa era di finanziare la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali, fino ad una spesa massima di 1 milione di euro nel triennio. L'emendamento proposto dalle opposizioni ha disposto invece di erogare altri 3 milioni di euro nel solo 2019 ad una radio che ne riceverà già 9 quest'anno". E Di Maio aggiunge: Radio Radicale è "una radio privata che ospita giornalisti con stipendi da capogiro di anche 100mila euro l'anno. Tutti pagati con i vostri e i nostri soldi, da sempre".
La mozione per la gara e la digitalizzazione degli archivi
Ieri era arrivato un nuovo stop sul Decreto crescita, con i lavori delle Commissioni Bilancio e Finanze rinviati a oggi e un braccio di ferro consumato ancora una volta proprio sulla salvezza dell’emittente. La scorsa settimana, inoltre, era approdata in Senato la mozione peresentata dal M5s, in accordo con la Lega, che impegnva il governo su due fronti. Il primo, "volto a non rinnovare la concessione senza una vera gara". Il secondo, invece, puntava a mettere in sicurezza e digitalizzare gli archivi di Radio Radicale.