"Spero che gli indagati siano innnocenti, ma in quesi casi i partiti devono prendere provvedimenti duri", ha spiegato. Sulla questione nuovo intervento di Di Maio: "Si dimetta da sottosegretario". E aggiunge: "Contro la mafia serve buon esempio"
Il caso del sottosegretario Armando Siri indagato per corruzione continua a tenere alta la tensione tra le due anime del governo gialloverde, che, in attesa di una decisione sul tema, incassa intanto anche critiche dalle opposizioni.
"Prendere provvedimenti"
“La magistratura farà il suo corso” e “spero che gli indagati siano innocenti", ha detto questa mattina, durante le celebrazioni per il 25 aprile, il presidente della Camera Roberto Fico, ribadendo un concetto espresso anche in una intervista al Fatto Quotidiano in cui ha spiegato: “Quando avvengono situazioni di questo tipo i partiti devono prendere provvedimenti ed essere molto attenti e molto duri, soprattutto nelle vicende in cui c'è odore di mafia. E lo devono fare innanzitutto per la propria tutela".
Di Maio continua a chiedere le dimissioni
Il vicepremier Di Maio, che negli ultimi giorni sulla questione era già stato abbastanza netto, questa mattina a margine delle celebrazioni del 25 Aprile alla sinagoga di Roma, ha ribadito che “Siri deve dimettersi da sottosegretario”(VIDEO), mandando anche un messaggio al ministro dell’Interno Salvini: “La mafia si combatte con il buon esempio e le buone pratiche, non andando a festeggiare a Corleone"(Di Maio: Le feste si celebrano, ma ognuno facesse come vuole).
Salvini tranquillo
E proprio da Corleone il titolare del Viminale ha ribadito la propria posizione garantista: "A Siri ho detto: 'Se sei tranquillo tu, sono tranquillo io'", ha spiegato. In un Paese civile se si indaga qualcuno bisogna ascoltarlo un'ora dopo no una settimana dopo. Siri resta dov'e'? Ci mancherebbe" (VIDEO).
Il nodo relativo al destino politico del braccio destro dell’altro vicepremier Matteo Salvini è insomma tutt’altro che sciolto, soprattutto ora che i pm della Dda di Palermo, che coordinano l'altra tanche dell'inchiesta - parallela a quella romanca che coinvogle Siri - hanno chiesto 12 anni di carcere per il "re dell'eolico" Nicastri. Tensioni, dunque, nonostante i tentativi di calmierare gli animi da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che sempre oggi, intervistato dalla Repubblica, ribadisce che sarà lui a prendere una decisione sul tema, dopo un faccia a faccia proprio con Siri che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. Del caso Siri ha parlato tra gli altri anche l'ex procuratore Antimafia Franco Roberti, candidato alle Europee con il Pd, in un'intervista al Manifesto. Il sottosegretario, ha detto, dovrebbe dimettersi, “non per giustizialismo, ma per opportunità”, perché “il cittadino investito di pubbliche funzioni le deve adempiere con disciplina e onore. Se è raggiunto da un'ombra deve dimettersi per evitare il sospetto di strumentalizzare il posto che occupa".